IL DILEMMA DEL DOTTOR ZOFF

 

Ci sono momenti, nella vita, in cui ci si vorrebbe fermare per tre mesi a riflettere su una situazione che potrebbe cambiarti la vita. C'è chi, di fronte a questi problemi, reagisce a freddo e formula candidamente una risposta risoluta e decisa in poche ore. C'è invece chi, passabile di crisi di nervi, evita qualsiasi giudizio precipitoso guadagnando tempo. Probabilmente, però, perdendo il treno sul filo di lana. Con un pizzico di presunzione ed un briciolo di onesta lungimiranza possiamo inserire nel novero degli incerti anche un neo-dottore non troppo giovane, versatile studente ad un'università nella quale i libri c'entrano davvero poco. Un corso con pochi iscritti, sicuramente a numero chiuso: all'università della vita, però, Dino Zoff si è laureato a pieni voti. Il riconoscimento è avvenuto in un tiepido giorno d'inizio ottobre in quel di Cassino, all'ateneo dell'omonima e ridente cittadina. Al magnifico rettore Paolo Vigo, trapiantato nel Lazio ma di fede azzurra, non è restato altro da fare che aggiungere qualche bella parola alla laurea "honoris causa" in scienze motorie conferita a SuperDino. Il quale, dopo la canonica lectio doctarilis, torna a casa con un pezzo di carta in più ma con gli stessi dubbi di prima. Il dilemma, tremendo e grandioso, riguarda il suo futuro. Più volte Zoff ha lamentato la scarsa considerazione che hanno i club nei suoi confronti, effetto prevedibile delle "dimissioni francesi" provocate da una non propria attenta disamina tecnico-tattica del Presidente del Consiglio Berlusconi. Più volte, parimenti, Zoff si è lamentato di questo calcio, delle condizioni in cui versa. Ora, non di certo grazie al prestigioso titolo di studio, la fatal ruota del pallone sembra aver recepito il suo messaggio. E gli offre una dicotomica mappa di possibilità per il rilancio personale, che presenta al vertice il rientro nel mondo nel calcio da protagonista. Due le traverse che portano entrambe al rettangolo verde, al grande calcio. La prima, più lunga ma forse più emozionante, è quella che conduce dritta dritta alla panchina del Napoli, da considerarsi semi-libera per argomenti che non necessitano commenti -  leggere i numeri, please -. La seconda, meno lunga ma forse non così romantica, porta a Roma, direttamente a quella poltrona della FIGC che finalmente nel 2004 Carraro lascerà libera. Il mitico Dino convince tutti, dal presidente Naldi che vuole affidare la squadra ad un uomo saggio e carismatico per avere vicino la tifoseria, ma anche a gran parte dei club di A e di B: se fino a qualche tempo fa si diceva che mettere una persona pulita ai vertici della Federazione sarebbe stata mera utopia, dopo i disastri agostani formati e controfirmati "Franco Carraro" più di un club ha cambiato idea in proposito. Ma Zoff non va in cerca di pubblicità, non si autocandida, anzi tende ad allontanare discorsi imbarazzanti perché non ancora maturi. E riflette, si chiude a riccio nel silenzio per meditare quale può essere, per sé e per gli altri, la scelta più giusta. Il Napoli, che lo ha già contattato, attende una risposta di Zoff. Non c'è un termine, potrebbe sembrare domenica ma non lo è. Cosa risponderà, l'ex Ct dell'Italia? Cederà alle lusinghe di un presidente sfortunato per rialzare quella squadra che fu sua? O preferirà aspettare una chiamata dall'alto, per occupare la poltrona calcistica più importante della nazione? Se Dino anteporrà il cuore al cervello, sarà lui il prossimo allenatore del Calcio Napoli. In bocca al lupo, dottor Zoff !
 

                    

Marco Santopaolo 

3/10/2003

 

INDIETRO