Vi presento Franco Scoglio:un uomo d'onore

Da: Fernando '75
Date: lunedì 16 dicembre 2002
Time: 11.31.21

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L'errore più grave che si possa commettere parlando di Franco Scoglio, allenatore del Genoa Cricket and Football Club, è considerarlo una macchietta, un rappresentante, magari più folcloristico di altri, del videocirco pallonaro, un istrionico venditore di fumo o un fanatico sentenzioso, buono al massimo per le parodie televisive. Eppure questo è quanto, più o meno, pensano di lui molti osservatori e appassionati di calcio. Sfugge loro almeno una delle parole chiave per comprendere la figura del Professore (è l'appellativo con cui tutti si rivolgono a Scoglio, in virtù di vent'anni d'insegnamento e di una laurea in pedagogia). La parola è ironia. Scoglio, al di là delle diverse impostazioni tecniche del calcio di ciascuno, dev'essere considerato membro di diritto di quella ristretta scuola d'allenatori (come Manlio Scopigno e Nils Liedholm) capaci di leggere il loro sport e il loro lavoro con il distacco ironico che può derivare solo da intelligenza e competenza. Chi sappia sostenere, come ha fatto Scoglio in occasione dell'ultimo taumaturgico ritorno al capezzale di un Grifone rossoblù più spennacchiato del solito, di considerarsi sì "il miglior allenatore del mondo", ma soltanto a "Messina, a Tunisi e a Genoa (il Professore non distingue fra squadra e città, per cui nei suoi discorsi Genova è sempre Genoa, ndr): dalle altre parti sono un allenatore qualunque, un straccio d'uomo, posso aspirare al Roccacannuccia o al massimo al Roccapepe", di ironia, e di autoironia, è fornito in dosi abbondanti. Grazie a questa inclinazione a giocare, non sempre riconoscibile dietro alla maschera keatoniana e alla voce drammatica, ma proprio per questo in sintonia con il carattere genovese, Scoglio per i genoani (ma anche per i messinesi e i tunisini) è diventato qualcosa di più e di meglio di un tecnico competente e affidabile. Le scommesse/promesse sempre mantenute (nessun tifoso rossoblù dimentica che quando arrivò per la prima volta a Genoa disse che se il presidente gli avesse comprato il difensore Signorini, sarebbe andato in Serie A con 50 punti. L'allora presidente, Aldo Spinelli, lo accontentò, Scoglio fece 51 punti e tornò in A, costruendo l'ossatura del miglior Genoa del dopoguerra), la capacità di "inventare" ottimi giocatori (Eranio, Fontolan, Schillaci, Ruotolo e molti altri) da casi semidisperati, la sensibilità sociale che gli ha fatto subito capire di trovarsi a lavorare in un ambiente particolare ("ricordatevi", disse nel suo primo incontro con i tifosi genoani, "che voi siete i veri padroni del Genoa, come lo sono stati i vostri padri e prima i vostri nonni. Voi avete storia, tradizione, cultura"), sono le basi solide su cui poggia quel rispetto affettuoso che i genovesi concedono solo a chi li sa divertire. E Scoglio, con l'ironia, i paradossi, le iperboli, l'allergia per le banalità, è capace di divertirli sempre. Come si divertiranno i lettori della prima biografia del Professore, scritta da Giulio Vignolo (una vita al Secolo XIX, conquistato da Scoglio sin dalla prima ora, suo confidente e amico) e Fabrizio Calzia (autore di pubblicazioni sul Grande Torino, sul Genoa e sulla nazionale italiana). Vignolo e Calzia, l'uno raccontando uno Scoglio visto da vicino e prendendosi il rischio di divulgarne anche aspetti privati se non intimi (il rapporto con la nativa Lipari, la tenerezza intensa per la madre, la vocazione all'insegnamento, l'amore per la lettura, in particolare per i classici, Apuleio, Terenzio, Sant'Agostino, Leopardi, e per la musica, Bach, Beethoven, Verdi e Puccini su tutti), l'altro osservandolo da lontano, attraverso i racconti e le testimonianze di quanti, in Italia e fuori, sono entrati in contatto diretto con l'universo del Professore, riescono a restituire una figura umana e professionale a tutto tondo che non mancherà di sorprendere chi si è sempre fermato alla superficie del personaggio. (A proposito di divertimento: questa volta a divertirsi, alle spalle di editore e autori, è anche il biografato, se è vero che ha preteso e ottenuto il dieci per cento dei diritti d'autore. Da girare in beneficienza).


Aggiornato il: 24 febbraio 2010