Guardate i catanesi come sono ridicoli

Da:
Date: martedì 12 agosto 2003
Time: 18.05.34

Commenti

Quetso è un mes ke ho trovato sul muro di Catania.com , vedte ke stronzate dice per far capire ke Carraro aiuta il Napoli(qui c'è una foto deu gaucci prima di fare i ricorsi al Tar http: //it.photos.groups.yahoo.com/group/kioto_mio_signore_padrone/vwp?.dir=/Membri&.src=gr&.dnm=Pinka+e+Anna.jpg&.view=t&.done=http%3a//it.photos.groups.yahoo.com/group/kioto_mio_signore_padrone/lst%3f%26.dir=/Membri%26.src=gr%26.view=t :

Per chi si indigna giustamente, e per chi a torto si meraviglia del fatto che il signor B abbia difeso Carraro, mi sembra giusto sottolineare qualche analogia tra i due personaggi. In questo caso si parla di calcio, ma è assolutamente impossibile non buttarla in politica.

1a) Il signor B ha un evidente conflitto di interessi, riconosciuto in tutto il mondo, e sta in politica con l’altrettanto evidente scopo di farsi i #@*%!.i suoi. Possiede Tv, assicurazioni, squadre di calcio, case editrici e via discorrendo. I suoi provvedimenti di governo, che dovrebbero tutelare gli interessi generali, sono stati evidentemente e sistematicamente orientati a soddisfare in primo luogo, quando non esclusivamente, gli interessi suoi. 2a) Il signor Carraro ha un evidente conflitto di interessi, non visto solo da chi non vuol vederlo, e amministra il calcio con lo scopo chiaro di favorire i suoi amici. La sua attività di banchiere, oltre a distoglierlo (come si dice spesso) dalla gestione del pallone, lo porta a favorire, senza nemmeno tanto nascondersi, le società a cui sostegno è intervenuto economicamente. È il caso del Napoli che, come tutti hanno visto, è stato beneficiario di trattamenti di favore che gli hanno consentito prima di ottenere la salvezza sul campo e poi di mantenerla a dispetto della giustizia sportiva.

2a) Il signor B teme i giudici, la giustizia, il diritto e trema all’idea che la legge possa rivelarsi davvero uguale per tutti. Passa gran parte del suo tempo a insultare, minacciare, intimidire i magistrati che indagano su di lui e usa tutti i mezzi del proprio potere per eliminare i controlli giudiziari sulle attività sue e dei suoi amici. 2b) Carraro ha la identica concezione della giustizia («non mi posso appecorare alla giustizia ordinaria»: è una frase, sua, che spiega tutto senza bisogno di commenti) e intimidisce, con irrituali denunce e minacce di risarcimenti stellari, i giudici che dovrebbero ripristinare la legalità colpendo i suoi interessi.

3a) Il signor B, qualora un’inchiesta o un processo prendano una piega che a lui non piace, cambia le regole del gioco a partita in corso. Con la legge sul falso in bilancio ha depenalizzato un reato per cui temeva la condanna; con la legge sulle rogatorie internazionali ha reso più difficile la prova dei traffici di denaro con le banche svizzere; con la legge Cirami ha cercato di far saltare il processo che lo vede imputato assieme a Previti; con il lodo Schifani-Maccanico è riuscito a far saltare questo processo. Quando un’azione del signor B non ottiene subito il suo effetto, costui ha già pronto l’asso nella manica: quando la mossa della legge Cirami si è rivelata sbagliata, lui ha tirato fuori il loro Schifani-Maccanico che gli ha salvato il posteriore. 3b) Carraro, quando un giudizio sportivo prende una piega che a lui non piace, cambia le regole del gioco a partita in corso. Quando la CAF ha deciso, sul caso Martinelli, in modo contrario ai suoi interessi, ha inventato l’espediente della Corte Federale, di cui ha poi difeso il verdetto come se l’avesse scritto la Dea della Giustizia in persona. Anche Carraro, se una sua azione non ottiene l’effetto, ha pronto l’asso nella manica per ribaltare la partita. Così, quanto il Tar gli ha dato torto e si è rivelato necessario buttare a mare la Corte federale per affossare il Catania (e salvare il Napoli) attraverso il caso Grieco, ecco che il sacro verdetto della Corte federale ha smesso di avere per lui ogni valore. Carraro lo sapeva in anticipo (aveva detto mesi prima come sarebbe andata a finire) e, a scanso d’equivoci, aveva anche vietato la disputa dello spareggio imposto dal Tar.

Carraro e Berlusconi, insomma, sono ontologicamente la stessa cosa. È del tutto naturale che l’uno difenda e copra l’altro: faccia di tolla e certezza di impunità accomunano i loro destini come quelli di due gemelli siamesi. È vero che (anche sulla spinta della sua forza elettorale in Sicilia) un partito della maggioranza, An, ha preso una posizione più civile (cacciare Carraro), peraltro condivisa da gran parte del Parlamento: ma si tratta, almeno fino a prova contraria, di calcoli elettorali, che poco hanno a che vedere con l’amore per il diritto e con la giustizia.

Noi catanesi, in questo campo, amiamo farci del male. Per esempio, nelle nostre manifestazioni, ci portiamo spesso in giro un certo medico napoletano, legatissimo al signor B, che per motivi elettorali finge di amare il Catania e avere a cuore il suo destino. Questo medico, fino ad oggi, è stato solo capace di brindare troppo presto alla vittoria ogni volta che il Tar dava ragione al Catania, come se non si sapesse che la battaglia legale andava avanti e che il nemico preparava nuovi colpi. Il suddetto personaggio napoletano (i cui ripetuti e intempestivi brindisi, tra parentesi, mi confermano nell’impressione che porti pure un po’ sfiga) sarà sicuramente bravissimo anche stavolta a prendere in giro quei capitifosi ai quali ama accompagnarsi (intelligenti pauca) e riuscirà quasi certamente a ripresentarsi allo stadio e a trovare gente pronta ad applaudirlo. Che lo si faccia pure, ognuno è libero di pensarla come crede. Ma che almeno, dopo un’estate così, ci siano risparmiati i falsi stupori, le indignazioni tardive e la meraviglia: che è poi l’unica cosa di cui ci si debba davvero meravigliare.


Aggiornato il: 24 febbraio 2010