AGOSTINELLI: "AMO NAPOLI"

 

 

Andrea Agostinelli, un signore che Napoli solo in parte ha saputo e voluto apprezzare. Sempre disponibile, gentilissimo con i tifosi e con la stampa, l’ex allenatore del Napoli, persona troppo per bene, era forse prevedibile non sarebbe riuscito a restare in piedi di fronte alle forti pressioni di una città tanto turbolenta che sa premiare soprattutto i furbi. Eppure, ad Andrea Agostinelli, anche se ha commesso qualche errore di valutazione sulla rosa a sua disposizione, vanno riconosciute tante attenuanti rispetto ad un cammino che è stato per l’ex calciatore di Napoli ed Avellino, sempre irto di difficoltà. Il campionato per lui inizia con una gara che non si sarebbe mai dovuta giocare, la prima in casa con il Como, in un’atmosfera surreale e con l’incertezza, fino all’ultimo istante, sull’omologazione della partita. Poi, i cinque match giocati "nel cimitero" di Campobasso, in seguito alla squalifica dello stadio San Paolo dopo i gravi fatti di Avellino. Ed ancora i tanti infortuni che gli hanno decimato una rosa, certamente incompleta in un paio di ruoli, ma che nessuno avrebbe previsto imbattersi nella bagarre della salvezza.

E' evidente che i tanti problemi del Napoli non nascono e non sono emersi per colpa dei tanti tecnici che si sono alternati sulla rovente panchina azzurra, ma vanno ricercati in una crisi societaria ormai atavica che non da' certezze e non sa darsi un organizzazione tale da valorizzare non solo gli allenatori ma gli stessi atleti. Ovvero, se si sgretolano le fondamenta è ovvio che crolla tutto il palazzo… 

Andrea Agostinelli è uomo di calcio e non vuole imbattersi in discorsi che non riguardino il terreno verde. Accetta invece di approfondire con PianetAzzurro alcuni temi rimasti ancora insoluti.

Allora, mister cosa si prova a dover restare fuori dalla mischia pur consapevole che le colpe non erano tutte sue?

‘‘C'è  grande rammarico e grande dispiacere per la fine di quest’avventura, anche perché venendo ad allenare il Napoli avevo coronato un sogno: ma il calcio è questo e bisogna sapere accettare anche certe decisioni’’.

Simoni non stava facendo meglio di Lei, eppure gode di maggiore considerazione da parte dei media: secondo Agostinelli come mai?

‘‘Premetto che sono amico ed estimatore di Simoni, ma forse un allenatore esperto vanta di maggior credito rispetto ad un tecnico giovane. Poi, non escluderei un pizzico di prevenzione e mala fede nei miei confronti’’.

Si spieghi meglio mister.

‘‘Ricordo che fin dai primi giorni del mio arrivo a Napoli c’è stato più di qualche mugugno sul mio nome. Addirittura, al raduno della squadra, all’Hotel Mediterraneo un conduttore di una TV locale napoletana scommise che sarei durato non più di tre giorni. Glissai, perché c’era un clima di festa e non mi piace mai polemizzare. Comunque, quando c’è "guerra" tra stampa e squadra, tra tifosi e squadra poi si sfascia tutto’’.

Crede che la stampa non l’abbia trattato bene?

‘‘Non dico questo, però è ovvio che in ogni lavoro, ognuno nei propri ruoli, è necessario il rispetto reciproco: forse questo è mancato e manca un po' intorno al Napoli. Ma dico questo senza polemica nei confronti di nessuno’’.

Mister tornerebbe a Napoli? E se tornasse cosa pretenderebbe?

‘‘Certo che tornerei: Napoli resta per me sempre un grande sogno. Cosa chiederei? Massimo impegno per la maglia dai giocatori e rispetto assoluto per i tifosi che amo’’.

Dunque, c'è stato qualcuno nel Napoli che non ha dato il massimo?

‘‘Assolutamente no. Quello è un gruppo eccezionale, formato da professionisti esemplari e bravi calciatori. E' piuttosto l’ambiente di Napoli che pressa troppo per vincere: ecco spiegato perché alcuni giocatori che fanno bene ovunque, arrivano sotto il Vesuvio e stentano perché massacrati sul piano mentale. Occorrerebbe maggiore equilibrio da parte di tutti’’.

Agostinelli svela a PianetAzzurro un aneddoto.

‘‘Voglio ringraziare sul suo mensile pubblicamente Mauro Bonomi. Pensi, la prima cosa che chiesi a Naldi e Perinetti quando arrivai a Napoli fu quella di fare un repulisti dei calciatori dell’anno prima. Anche Bonomi era sulla mia lista di sbarco. Poi, siccome nel mercato è più facile acquistare che vendere, Bonomi restò a Napoli. E devo dire che il giocatore, che non conoscevo, dal primo giorno si è messo a disposizione del gruppo con grande professionalità ed umanità, con un atteggiamento straordinario è risultato uno degli elementi più preziosi, davvero insostituibile nel mio assetto tattico e all’interno dello spogliatoio. Con questo voglio dire che non sono mai prevenuto nei confronti di nessuno e se mi dimostrano impegno e disponibilità, io i calciatori li apprezzo e li premio: Bonomi è stato uno di quelli che mi hanno dato di più da tutti i punti di vista’’. 

Li scelse tutti lei i nuovi giocatori del Napoli?

‘‘Non tutti, però posso dirle che Tosto, Olive, Savoldi e Carrera erano in cima alla mia personale lista. Il mercato del Napoli all’80% mi aveva soddisfatto’’.

Appunto all'80%, mancavano infatti un un esterno ed un terzino destro, tanto che in molti ipotizzavano un rilancio di Saber.

‘‘Saber aveva qualche tossina relativa agli anni in cui non si era espresso al meglio e non mi soddisfaceva tatticamente. Mancava, soprattutto, un’ala, anche se io avendo visto all’opera in ritiro Floro Flores contavo sul suo impiego da esterno alto a destra, lui non è un attaccante ma in quella posizione può essere devastante. Ma purtroppo sul giocatore, che reputo un talento, non ci ho potuto lavorare come avrei voluto perché si è subito infortunato. A destra ho provato anche Bernini, anche se l’ex sampdoriano gioca meglio al centro e poi Montervino con scarsi risultati. E' vero, nel Napoli urgeva un ala destra che per vari motivi non siamo riusciti a prendere’’.

Cosa serviva e cosa serve a questo Napoli per uscire dalla crisi tecnica?

‘‘Un po' di serenità e soprattutto tanta fortuna che è mancata a me come al mio successore. Poi, servirebbe unità di intenti da parte di tutto l’ambiente, da una parte e dall’altra. E le cose migliorerebbero certamente. Quest’organico non è da ultime posizioni, ne sono convinto ancora’’.

Grazie mister e arrivederci a presto.

 

                                                                                          

Vincenzo Letizia                                                25/2/2004

 

 

  

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