• AUGURI AL....CIUCCIO •

1/8/2007

(RENATA SCIELZO) - 81 candeline sotto il sole d’agosto. 81 anni e una forma smagliante cercata e ritrovata, dopo qualche anno di troppo tra acciacchi e sofferenze. 81 anni e tanta gioia di vivere e di stupire ancora. 81 anni che hanno avuto il regalo più atteso ed ambito.
E’ ormai chiaro a tutti chi si cela dietro questo fantomatico vecchietto intento a spegnere l’ottantunesima candelina, dopo aver gettato bastone e stampelle e aver ripreso la sua corsa sotto i riflettori, alle luci della ribalta. Proprio lui con quella “casa” un po’ sgangherata, rovinata dalle infiltrazioni d’acqua, ma sempre piena d’amici e di calore. Proprio lui, quello che gli amici veri non hanno mai abbandonato – come è giusto che sia – nemmeno nei momenti più atroci e più bui.
Che lo si rappresenti come un vecchietto arzillo e ritemprato o come un “ciuccio” risorto dopo la più pesante delle salite è il nostro pane quotidiano, la nostra passione: è il nostro Napoli.
81 anni di gioie e dolori, per fortuna più gioie e meno dolori: come l’amore, come la vita.
81 anni e un brutto colpo nel 2004 (fatalità era il 2 di agosto…), poi come un’araba fenice la rinascita dalle proprie ceneri e un azzurro luminoso di felicità.
Correva l’anno 1926 e in un primo agosto, sicuramente meno caldo di quello attuale, faceva il suo ingresso sul palcoscenico del grande calcio la neonata SSC NAPOLI.
Chi scrive ama e non dimentica; pur non avendo conosciuto i tempi di Sivori, di Vinicio, di Savoldi o di Pesaola e avendo avuto la fortuna/sfortuna di vedere e vivere i momenti più entusiasmanti come quelli più brutti: dalle stelle alle stalle, da Diego a un certo signor Naldi, tutto è storia, tutto è la nostra storia, la storia della nostra società, la storia della nostra squadra del cuore, la storia dei colori che amiamo, la storia dei colori della nostra Napoli, dell’azzurro del cielo e del mare che si fondono in un abbraccio che è una delle cornici più belle del mondo.
Ricordare i tanti Napoli è un’impresa da enciclopedia della storia del pallone, tra nomi di presidenti, palmares e giocatori che si sono susseguiti, finiremmo per fare torti e ingiustizie, dimenticando qualcuno e magari dedicando troppo spazio a chi abbiamo conosciuto meglio, solo perché ci è più vicino nel tempo.
Non siamo in vena di retrospettive e amarcord.
Gli auguri veri e sentiti vanno ad una società e ad una passione, quella che oggi è rappresentata da Calaiò, Sosa e compagni, da Marino e de Laurentiis, quella che ieri era di Diego e Ciro Ferrara, quella che domani sarà di ….successi e soddisfazioni…
Gli auguri vanno a quella N che portiamo nel cuore e tatuata sulla pelle, quella N che ci ha accompagnato fino ad oggi – non importa se di sabato o di domenica – regalandoci gioie infinite, imprecazioni a catena, rischi di infarto, emozioni incredibili, amicizie indelebili e attirato anche qualche invidia di cui andar fieri. Quella N che ha visto indossare la maglia numero 10 al giocatore più forte di tutti i tempi, al dio del pallone.
E se con quella N il dio del pallone ha deciso di materializzarsi sulla terra, tra le mura di una casa che oggi è un poco "sgarrupata" e che non si sa se riuscirà a contenere una folla di “passionari” (70000/80000 e si spera ancor di più, nonostante i decoder, le carte prepagate, lo streaming e la paytv…) un qualche motivo alla fine ci sarà….
Il calore del sangue azzurro, il calore di un ottantunenne con una passione e una linfa vitale mai sopita, quella linfa che il 10 giugno, fuori casa, ma tra mura amiche, ha regalato al calcio italiano un bellissimo spettacolo di vita e sport. Quella passione che ci brucia dentro e che ci fa andare fieri di essere nati qui all’ombra del Vesuvio, dove cielo e mare si sposano, dove tra il palpitare delle onde e il suono di canzoni ora allegre ora malinconiche, il dio del pallone è venuto a farsi quattro tiri e qualche partitella, regalandoci due scudetti, una coppa Uefa, una coppa Italia e una Supercoppa italiana.
Grazie Napoli, tanti auguri Napoli. La tua città. I tuoi tifosi, i tuoi tanti amanti, ovunque essi si trovino.Perchè la N e l'azzurro sono nel cuore e sulla pelle. Auguri…e altri 100 di questi anni….

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