3/3/2005
(dal
mensile n. 4, Raul D’Amato) - Maurizio Bartocci
ha sempre fatto parte dello staff tecnico del Basket
Napoli, sin dai primi istanti di vita, quando Mario
Maione decise di intraprendere l'avventura della
pallacanestro rilevando la società dalle mani di Biagio
Lubrano. Ed ogni volta che la dirigenza gli ha chiesto
di assumersi l'onere di guidare in prima persona la
squadra ha sempre risposto 'presente', anche se il
momento non era dei più positivi. Come nelle attuali
circostanze, nelle quali Bartocci si trova a dover
concludere nel miglior modo possibile una stagione
partita con ambizioni di gloria e rivelatasi, strada
facendo, più densa di delusioni che di gioie. Ed è a lui
che chiediamo cosa non ha girato per il verso giusto.
"Viviamo un periodo non positivo e non riusciamo ancora
a trovare quella continuità di rendimento che è il
nostro tallone d'Achille da inizio stagione. Eppure
avevamo disputato un ottimo precampionato e le tre
vittorie iniziali, tra cui quella sul parquet di
Treviso, avevano rafforzato le nostre convinzioni. Forse
i giocatori hanno cominciato ad avvertire le pressioni
ed hanno smarrito la via giusta. Immediatamente c'è
stata la serie di cinque sconfitte di fila - Varese,
Livorno, Milano, Cantù e Reggio Emilia n.d.r. - e quando
le cose cominciano ad andare male diventa difficile
ribaltare la situazione. Da quando ho assunto l'incarico
di capo allenatore ho lavorato sull'aspetto difensivo
ma, nella gara di Livorno, abbiamo fatto nuovamente un
passo indietro. Si deve insistere su questo particolare
per rafforzare la solidità della squadra". Tolte le
prime cinque formazioni in graduatoria, è un campionato
estremamente equilibrato. "La classifica è molto
compressa, tra la quinta e l'ultima ci sono appena 8
punti. Basterebbe inanellare una serie di tre vittorie
consecutive per trovarsi alla testa di questo gruppo. Ma
è anche un campionato dove nulla è scontato, con squadre
estremamente agguerrite. Si deve sempre giocare al
massimo, altrimenti s'incappa in passi falsi come quello
della Fortitudo in casa contro Roseto". Chi è, a tuo
giudizio, la favorita per il titolo? "In questo momento
per solidità e serenità di gioco, Treviso sembra
superiore a tutte le avversarie. Siena ha perso
cattiveria rispetto alla stagione precedente. Con
l'infortunio di Pozzecco la Fortitudo ha smarrito quella
imprevedibilità in grado di girare l'inerzia di una
gara". Hai vissuto tutte le annate dell'era Maione. Qual
è stata la più esaltante dal punto di vista sportivo?
"Tutte le stagioni sono state coinvolgenti e ricche di
momenti felici. Ovviamente la prima, conclusasi con la
promozione nella massima serie dopo play-off molto
combattuti, è tra i ricordi più belli che mi porto
dietro. Anche il campionato del ritorno in serie A è
stato esaltante. Non ci aspettavamo che la squadra
potesse andare così bene da subito, senza pagare lo
scotto del noviziato". Hai affiancato tanti colleghi.
Con chi hai avvertito maggior feeling tecnico?. "È ovvio
che gli oltre due anni passati con Andrea Mazzon siano
stati quelli più interessanti tecnicamente. Con Piero
Bucchi si è creato un rapporto personale più che ottimo
e ci sentiamo spesso".
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