• CARPISA CON UN CUORE ENORME: BATTE L’AJ E VA IN
SEMIFINALE •
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17/2/2006
CARPISA - ARMANI JEANS 83-79 (20-23; 40-38;
65-54)
Carpisa Napoli: Sesay 6; Morandais 11;
Larranaga 3; Morena 3; Spinelli 15;
Cittadini 3; Stefansson 13; Rocca 5; Greer
24; n.e. M.Fevola e D.Fevola. All. Bucchi.
Armani Jeans Milano: Schultze; Shumpert 10;
Coldebella; Bulleri 24; Galanda 6; Fajardo;
Grant 6; Blair 12; Calabria 21; Gigena;
Montecchia. All. Djordjevic.
Arbitri: Facchini, Tola e Taurino.
Note. Tiri da 2p: Carpisa 12/31; Armani
Jeans 20/30. Tiri da 3p: Carpisa 13/26;
Armani Jeans 7/27. Tiri Liberi: Carpisa
20/27; Armani Jeans 18/21. Rimbalzi: Carpisa
32; Armani Jeans 33. Usciti per falli:
Coldebella al 26’; Cittadini al 37’; Grant
al 39’.
(l'inviato RAUL D'AMATO) - Grande la Carpisa,
più delle provocazioni e degli inutili
piagnistei sugli arbitri da parte dell’Armani
Jeans durante e dopo i quaranta minuti.
Vince la sfida che vale la semifinale di
Coppa Italia soprattutto con un gran
carattere, in una serata nella quale riesce
ad imporre il suo ritmo solo in pochi
momenti e senza le solite percentuali di
tiro strabilianti. Titubante l’approccio dei
ragazzi di Bucchi nei primi minuti nei quali
si porta sull’8-5. È Lynn Greer a sbloccare
l’attacco con due triple in sequenza che
infiammano il folto gruppo di tifosi azzurri
presente sugli spalti. Per evitare che l’ex
Temple faccia troppi danni, Djordjevic butta
dentro Coldebella per Bulleri e la mossa
interrompe quel minimo d’inerzia napoletana
faticosamente conquistata. Il quintetto di
Bucchi torna ad inseguire, anche se il
divario resta circoscritto in poche
lunghezze. La seconda frazione si apre con
una brutta tegola: Grant con una gomitata
procura a Rocca un vistoso ematoma sotto
l’occhio destro ed il pivot azzurro è
costretto a uscire. Napoli reagisce come un
belva ferita: trascinata da Spinelli,
costruisce un parziale di 12-0. 32-23 il
punteggio al 14’ ma nelle fila meneghine
Calabria, con 8 punti personali, riporta
Milano davanti. Spinelli continua a creare
per se e per gli altri mettendo a ferro e
fuoco la difesa avversaria. Il 40-38 con il
quale la Carpisa va al riposo è tutto farina
del sacco del play puteolano. Greer
nell’intervallo ritira il premio quale Mvp
del campionato poi, con 2 triple, dimostra
il perché del premio. È il 49-40 per gli
azzurri sui quali arriva una nuova brutta
notizia: il quarto fallo di Sesay per la
verità evanescente fino ad allora. Ma i
lunghi in casa azzurra sono merce rara dopo
la vicenda Dalipagic e fortuna che Mason
Rocca può tornare a giocare. La Carpisa
torna a spingere e manda fuori giri
Coldebella che spende nel giro di pochi
secondi 3° e 4° fallo. Il quinto, con il
quale esce dalla tenzone, se lo merita per
le reiterate proteste. Napoli va sul +15
(61-46 al 28’) e peccato sprechi qualche
pallone di troppo altrimenti potrebbe
scappare via senza essere più ripresa. L’Armani
Jeans con le unghie e con i denti prova a
ricucire ma Napoli trova triple preziose da
Stefansson e Morena. Poi, improvvisamente,
l’attacco napoletano diventa asfittico e il
divario torna a stringersi a sole 3
lunghezze (71-68 al 35’). Greer non riesce a
toccare un pallone e Morandais combina
pasticci in serie. La Carpisa muove il
punteggio come una formichina e non riesce a
staccarsi di dosso gli avversari. Milano
sorpassa con un canestro di Grant a 100
secondi dalla fine (74-75). Gli ultimi
possessi sono pieni di tensione: Larranaga
infila la tripla del +2, e Sesay capitalizza
l’infrazione di passi commessa da Calabria
con un jump che vale 79-75 a 43” secondi sul
cronometro. L’AJ ci prova ancora con il
fallo sistematico, ma la Carpisa non sbaglia
e l’ultimo libero di Stefansson vale la
semifinale.
In sala stampa Djordjevic si lamenta
dell’operato degli arbitri. “Ho visto fischi
che non vorrei mai vedere in un parquet. Il
tecnico a Coldebella è arrivato dopo che il
giocatore ha educatamente chiesto
spiegazioni all’arbitro. Poi nel finale ho
visto un inesistente sfondamento di Shumpert
e passi a Calabria. Usciamo con molta
amarezza”
Bucchi elogia il carattere dei suoi.
“Stavolta non ci siamo fatti innervosire e
abbiamo messo cuore e determinazione. La
lezione subita al Forum di Assago è servita”
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