14/10/2005
(CARMINE CASELLA) Quello che ad
inizio stagione doveva costituire uno dei
punti di forza della Carpisa, si sta
rivelando al momento quello di maggiore
debolezza.
Stiamo parlando della difesa azzurra, che ha
incassato nelle prime due uscite stagionali
la stessa paga, 91 punti, e se a Teramo
Greer e compagni se la sono cavata, contro
Milano sono emersi in tutto il suo splendore
i problemi che, per carità, non sembrano
assolutamente insormontabili, ma che bisogna
risolvere subito, perchè quello andato in
scena da poco è un campionato equilibrato
dove basta un nonnulla per centrare
traguardi impensabili alla vigilia, o
sprofondare nell'oblio in maniera identica e
contraria.
Diciamolo con franchezza, attualmente
Stefansson è la maggiore delusione del
roster partenopeo. L'islandese, arrivato a
Napoli con un buon pedigree, ha invece
dimostrato di avere al tiro una mano
assolutamente quadrata. Però godeva della
fama di essere un difensore spietato. Dal
nostro punto di vista privilegiato si è
notato che giovedì scorso con l'Armani
Milano Dante Calabria è andato a nozze
nell'uno contro uno. Se queste sono le sue
qualità, la squadra azzurra non può
permettersi il lusso di trattenerlo per
troppo tempo all' ombra del Vesuvio.
Su Ansu Sesay siamo ovviamente indulgenti.
Il giocatore ne ha talento da vendere. Paga
soltanto lo scotto di essersi aggregato al
resto della squadra, causa varie peripezie,
uragani compresi, da troppo poco tempo per
poter essere oggi un fattore per coach
Bucchi.
Greer ha avuto un passaggio a vuoto, ma ha
tutte le attenuanti del caso dovuto allo
scotto del noviziato che pur doveva pagare
la forte guardia yankee. Qualche fischio
piovuto dalle gradinate del PalaBarbuto ci è
sembrato eccessivo e ingeneroso.
Piuttosto la torcida azzurra deve mantenere
la calma ed essere più paziente. La Carpisa
è una squadra totalmente rivoluzionata
nell'organico e nei quadri tecnici. E
smettiamola di rimpiangere Allen e Penberthy.
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