8/1/2005
Ultima
giornata d’andata della serie A di basket che prevede la
trasferta a Siena della Pompea contro i campioni
d’Italia del MPS. In teoria esisterebbe per la
formazione di Caja una residua possibilità di
qualificazione alla Final Eight di Coppa Italia, che
passerebbe però attraverso la vittoria a domicilio con i
senesi di coach Recalcati, peraltro con il dente
avvelenato perché reduce dalla prima battuta d’arresto
stagionale interna con il Maccabi Tel Aviv in Eurolega,
più la concomitante sconfitta delle dirette concorrenti.
Una lotteria, insomma. Meglio avventurarci nello stilare
un bilancio della stagione partenopea al momento
decisamente deludente.
Qualche dirigente azzurro alla vigilia non aveva
nascosto difficoltà nel dover affrontare il doppio
impegno campionato-Uleb, fatto assolutamente inedito per
la squadra cara al presidente Maione, ma non si potevano
certo preventivare i determinanti infortuni che hanno
privato il roster, a turno, di elementi cardine come
Allen e Penberthy, o l’emergere di una frattura
insanabile tra giocatori e il precedente tecnico Mazzon
che è stato esonerato dal suo incarico dopo poche
giornate di regular season.
Si può ritenere il “manifesto” della stagione Pompea
2004-05 il clamoroso lancio dell’asciugamano verso Caja
durante la partita di coppa con il Lietuvos da parte di
Trepagnier, che sembra sul punto di essere reintegrato
in organico dopo essere messo giustamente alla porta
dalla dirigenza napoletana. La scelta di perdonare il
coloured americano può avere un impatto devastante nello
spogliatoio, verso la tifoseria, per cui suggeriremmo di
pensarci bene prima di compierla, nonostante l’apporto
tutt’altro che memorabile del suo sostituto Carter.
Il momento negativo per la Napoli cestistica è frutto di
qualche scelta sbagliata in sede di mercato. Grida
vendetta, a nostro giudizio, l’aver lasciato libero
Torres senza aver fatto l’impossibile per trattenerlo
(da più parti si è letto che il giocatore non sia
rimasto all’ombra del Vesuvio perché sensibile alle
laute offerte russe, ma nessuno ha ricordato che il
venezuelano è rimasto in riva al Golfo per una trentina
di giorni attendendo vanamente una telefonata dall’
entourage di Via Miccoli), mentre Garrett è stato capace
di far rimpiangere Casey Schimdt.
Ci sembra opportuno il rilascio del tedesco per ridurre
l’organico in ossequio al fatto che un roster numeroso
non significa necessariamente aumento di competitività,
ricordando che il cambio di Allen l’anno scorso era un
certo Pablo Moldù, eppure le cose andavano certamente
meglio.
Chissà che non sia salutare per la Pompea l’uscita di
scena dall’Uleb, e dedicarsi quindi solo ed
esclusivamente al campionato di A. La torcida
partenopea, con fede, attende speranzosa.
Carmine Casella
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