• BASKET - LA POMPEA DEL DOPO CAJA DI SCENA A PESARO •

29/1/2005
(Carmine Casella) - La Pompea del dopo Caja ritorna nelle Marche per l’insidiosa trasferta di Pesaro, contro una Scavolini arrabbiata per lo sfortunato ko in Eurolega a Kaunas contro lo Zalgiris. Sconfitta maturata anche per qualche discutibile decisione arbitrale che ha favorito i lituani, altrimenti i pesaresi sarebbero ritornati in Italia con due legittimi punti che li avrebbe qualificati con una giornata d’anticipo alla Top 16 di quella che una volta era la Coppa dei Campioni.
La Scavo ha dato dimostrazione di forza sul Baltico pur non potendo disporre del suo principale terminale offensivo, ovvero quel Charlie Smith che da queste parti ricordiamo bene per aver eliminato praticamente da solo nel 2000 in A2, con la maglia della Snaidero Udine, l’allora Record Napoli dai playoff promozione.
Sarebbe una buona notizia per la Pompea il non trovarsi davanti un simile giocatore, ma Napoli è una squadra bizzarra, capace di battere chiunque, ma anche di rimediare delle figuracce come quella dello scorso turno di campionato a Jesi.
Purtroppo anche in casa partenopea a livello di infortuni non si scherza, con Jerome Allen out almeno fino a dopo le Final Eight di Coppa Italia. Spazio quindi a Spinelli che dovrà tenere a bada un peperino come James “Scoonie” Penn, mentre torna a vestire la casacca azzurra da titolare Carter come terzo extra-UE. Si presenta al BPA un organico agli ordini del coach ad “interim”(ndr-forse) Bartocci un po’ eterogeneo nella sua composizione, ma carico d’orgoglio dopo le dichiarazioni post esonero di Caja non certamente tenere nei confronti dei giocatori napoletani. Un solo play di ruolo (Spinelli) più altri due che dovranno sacrificarsi in regia (Penberthy e Carter).
Una situazione d’emergenza che magari potrebbe essere paradossalmente positiva per tenere alta la concentrazione dei partenopei. Le tante sconfitte rimediate dalla Pompea in questa stagione sono da imputare infatti all’approccio mentale alle partite, mai aggressivo al punto giusto, ma anzi spesso remissivo. Tocca ai giocatori azzurri smentire Caja mettendo sui parquet d’Italia, di qui alla fine della stagione, il loro enorme potenziale al momento totalmente inespresso.
 

 

 

 

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