4/6/2007
(DALL'INVIATO GIUSEPPE PALMIERI) Conferenza
stampa di fine anno per lo staff della Eldo
Basket Napoli. Ma i toni non sono quelli di
un saluto e di un tranquillo arrivederci
alla prossima stagione. Il presidente Maione
ha tanti punti di chiarire prima di dare il
più affettuoso saluto a tifosi e giornalisti
presenti. Accanto al presidente azzurro,
anche coach Bucchi, l'ormai ex general
manager Pier Francesco Betti e l'assessore
allo sport del Comuni di Napoli, Ponticelli.
Il presidente avv. Maione comincia il suo
"punto" dal bilancio della stagione
agonistica conclusasi da poco: "Sono
soddisfatto. Non abbiamo raggiunto i
risultati strepitosi della scorsa stagione,
coronata da Coppa Italia e semifinale
scudetto persa a gara 5, ma siamo arrivati
quinti e per il nostro budget che era da
quinta o sesta forza del campionato, è un
risultato soddisfacente anche a livello
imprenditoriale. Sono soddisfatto anche come
tifoso perchè abbiamo ottenuto vittorie
esaltanti e battuto squadre che costano sei
volte la nostra, grazie ad un grande cuore
ed all'aiuto dei tifosi". Maione comincia
poi a fare ammenda degli errori commessi
quest'anno, cause primarie dell'andamento
altalenante della squadra. In cima alla
lista la gestione del playmaker Thierre
Brown: "E' stato uno sbaglio determinante,
perchè, pur essendo un grande giocatore, non
si è adattato, aveva un carattere difficile.
Altro errore è stato, questa volta commesso
da Betti, non riuscire a piazzarlo a qualche
altra squadra. Si sa, anche nella vita,
quando si comincia a sbagliare è difficile
raddrizzare la situazione e abbiamo
sbagliato diverse cose, tentennando quando
non dovevamo. Il tutto parte, però,
dall'errore principale, quello di Brown". Un
pensiero nostalgico va all'ex idolo di
Napoli, Lynn Greer: "Un altro errore è stato
non capire quanto Lynn coprisse le
manchevolezze del nostro roster. Pensavamo
che con Brown lo avremmo rimpiazzato e
saremmo stati più forti. Non lo siamo stati.
Greer abbiamo anche provato a riprenderlo,
ma, prima la tragedia di dicembre in cui ha
perso la moglie, poi gli infortuni della sua
squadra in Nba che gli hanno permesso di
giocare, ci hanno gelato in questa pista.
Lui, per ora, resta un sogno per noi".
Si scurisce il presidente quando arriva a
toccare quella che per lui è stata una
polemica dolorosa quanto inutile, quella
sulla "questione finanziaria: "Io rispetto
il diritto di cronaca e sono convinto che
remando tutti, noi e i giornalisti, dalla
stessa parte, potremmo davvero far crescere,
ancor più di quello che già abbiamo fatto,
vedi lo scudetto della Phard per il quale
vanno i nostri complimenti al presidente
Panza, che non è poco, il movimento
cestistico qui a Napoli. Ma in questi ultimi
mesi questo non è successo a causa di alcuni
articoli che mettevano in dubbio il
pagamento degli stipendi e presunte
difficoltà economiche della società. Non è
cosi - tuona Maione - abbiamo avuto problemi
perchè ci erano stati promessi aiuti nelle
spese del palazzetto che sono ammontate ad
oltre due milioni. Aiuti che dovevano
arrivare entro ottobre. Ne è arrivata la
metà ad aprile. Ed ecco spiegate le
difficoltà, niente di più. Da dicembre a
marzo abbiamo pagato, seppur con qualche
ritardo, gli stipendi ai giocatori, che
hanno giocato sempre con il massimo impegno.
Purtroppo non abbiamo i mezzi delle squadre
di primissima fascia, perchè con quelli, in
una città come Napoli, che offre possibilità
per grandi performance come per grandi
depressioni, avremmo potuto fare cose
davvero straordinarie. Nonostante questo, e
il fatto di non essere stati sempre ben
visti, oggi possiamo dire di sedere al
tavolo delle grandi. Io ho messo il massimo,
di più non posso fare. Maione non chiede
aiuto per salvare il Basket Napoli, Maione
lo chiede per farlo crescere e raggiungere
risultati di livello ancora più elevato. Noi
ricaviamo un terzo rispetto a squadre come
Bologna o Milano, se verranno sponsor o soci
noi possiamo crescere e colmare il gap che
esiste nel confronto con queste realtà".
L'ultimo punto toccato da Maione, prima di
chiarire il futuro della Eldo, riguarda il
silenzio stampa: "Sono stato costretto, è
una misura che non condivido nemmeno io, ma,
tra le difficoltà della squadra, le
incomprensioni con la stampa e il
trattamento ingiusto che stavamo subendo,
l'ho ritenuto l'unica misura possibile. Mi
sono fatto tante domande, ho anche pensato
di dovermi tirare indietro, molto
seriamente, ma si va ancora avanti e questo
è l'importante".
Dulcis in fundo, il presidente comincia a
delineare quello che sarà il futuro della
squadra azzurra di basket: "Dobbiamo
ripartire da zero, con un nuovo progetto
triennale, che alla fine ci deve portare di
nuovo ai vertici del basket nazionale. Il
nuovo ciclo parte da coach Bucchi, che oggi
ha rinnovato per tre anni il suo contratto e
speriamo da Mason Rocca, che stiamo facendo
di tutto, garantendogli anche il futuro in
società, pur di trattenerlo a Napoli,
d'altronde lui lo scudetto vuole vincerlo
qui. Il gm Betti ci lascia, facendo una
scelta di vita che lo porta a Caserta. I
giocatori sotto contratto attualmente sono:
Spinelli, Malaventura, Flamini e Fevola.
Investiamo e speriamo ci possano portare
presto frutti, nel palazzetto, cui
chiariremo la situazione il 15 giugno, nel
merchandising e nei giovani. Il main
sponsor, per un anno ancora di sicuro, sarà
Eldo".
Interviene durante il lungo sermone del
presidente Maione anche l'assessore
Ponticelli, che promette massimo impegno per
risolvere la difficile situazione
dell'impiantistica sportiva campana. La
conferenza si chiude con coach Bucchi che
spiega l'importanza dell'ingaggio di un
playmaker, testata d'angolo da cui costruire
l'intera squadra e il fatto che il suo
incarico avrà maggiore rilevanza e ascolto
per quanto riguarda l'acquisto dei
giocatori. L'ultimo a prendere la parola è
l'ex gm Betti che saluta tutti, rinnova il
suo amore per Napoli e ringrazia tutte le
componenti che girano intorno al Basket
Napoli, per questi due anni fantastici".
Si riparte con un nuovo progetto triennale,
con nel primo anno la caccia a play-off e
Final Eight di Coppa Italia. Il precedente
ciclo, durato due anni, è stato davvero
esaltanti, la speranza è che questa società
e questa squadra possano ripetersi o,
chissà, migliorarsi ancora e arrivare un
giorno a poter proncunciare "la parola che
nessuno può nominare".
|