31/1/2005
Scavolini PU – Pompea NA 67-55
(20-23,40-29,58-48)
Scavolini Pesaro – Mottola 10, Gigena ne,
Rannikko, Scarone ne, Milic 11, Frosini, Ress 2,
Malaventura 13, Penn 15, Archibald 11, Postell
5. All. Crespi
Pompea Napoli - Morena, Gatto ne, Spinelli 6,
Albano 6, Rocca, Dalipagic, Carter, Penberthy
19, Andersen 20, Trepagnier 4. All. Bartocci
Arbitri: Cicoria, Seghetti, Pascotto.
Note: Tiri liberi - Scavolini 7/17, Pompea 5/8.
Rimbalzi – Scavolini 41 (Archibald 10), Pompea
33 (Andersen, Trepagnier 6).
Crisi sempre più profonda per la Pompea che
perde anche contro una rimaneggiatissima
Scavolini. Una sconfitta maturata grazie ad una
totale abulìa offensiva, si salvano in tal senso
solo Andersen e Penberthy, dove i partenopei
sono stati capaci di realizzare nel II e IV
quarto rispettivamente la miseria di 6 e 8
punti. Un dato desolante che spiega da solo il
perché dell’ ennesima battuta d’arresto. Ed è il
caso di arrendersi all’evidenza delle cifre che,
fatta eccezione per le prime tre giornate,
parlano di una media retrocessione per Napoli
con 5 vinte e ben 12 perse.
Una squadra incapace di lottare, di soffrire e
questo preoccupa non poco in prospettiva futura.
Ancora una volta è risultato illusorio il
vantaggio napoletano dopo i primi 6’ di gara
(9-20), poi la Pompea si è totalmente assentata
dal parquet e Pesaro senza nemmeno faticare
troppo, concedendosi il lusso di sprecare una
serie di tiri liberi, rientra subito in partita
trascinata da “Scoonie” Penn. Tocca poi a
Malaventura con un paio di triple ricacciare
indietro i napoletani nel II quarto.
Sterile risulta la reazione dei partenopei nella
ripresa, fermatasi sul -7 al 35’ (62-55), dopo
essere stati sotto di 15 punti nel III periodo,
ma stasera per loro il canestro è come una cruna
d’ago, soprattutto per gli inguardabili
Trepagnier e Carter, e i padroni di casa possono
gestire con facilità fino al suono dell’ultima
sirena.
Dopo quanto visto questa sera al Bpa Palas,
occorre intervenire drasticamente prima che la
barca azzurra affondi definitivamente. Si
mettano da parte stati d’animo gonfi d’orgoglio
e si richiami al timone l’unico soggetto capace
di far riprendere la navigazione al natante
napoletano. Chi vuol capire capisca!
Carmine Casella
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