• CONSIGLI PER GLI ACQUISTI - E' BRAVO E SEGNA MOLTO. QUAGLIARELLA E' L'UOMO GIUSTO •

30/5/2008
 

(GIUSEPPE PALMIERI) - Bravo, ma segna poco. Questo si diceva di un giovane attaccante di proprietà del Torino, girato in prestito alla Florentia Viola in C2 nel 2002. Questo il motivo dell'addio a Firenze e del suo viaggio verso Chieti, scaricato nuovamente dai granata. In Abruzzo quel giovane attaccante firma 17 gol in C1 nella stagione 2003/04, guadagnandosi la conferma a Torino in B per la stagione successiva dove contribuisce alla promozione, poi revocata dei granata. Quel giovane si chiamava Fabio Quagliarella, oggi fa l'attaccante della Nazionale italiana.
Il bomber di Castellammare dopo la stagione granata viene acquistato dall'Udinese che lo gira all'Ascoli, dove firma le prime tre magie in serie A, ma lo scarso numero di queste fa di nuovo pensare: è bravo, ma segna poco. Cosi la squadra friulana lo cede in comproprietà alla Sampdoria, dove Fabio esplode in maniera definitiva. Conquistato il posto per i problemi di Flachi e Bazzani, inizia a bombardare le difese di tutta Italia con gol mirabolanti, tra missili dalla distanza, pallonetti da ogni parte del campo e qualche rovesciata. Tredici gol a fine campionato, uno più bello dell'altro. Il ct Donadoni ne resta incantato e Quagliarella inizia la sua avventura con l'Italia.
Nell'estate 2007, la diatriba tra friulani e Sampdoria, per la sua acquisizione definitiva premia l'Udinese, e in maglia bianconera viene schierato nel tridente con Di Natale e uno tra Pepe, Asamoah e Floro Flores. E' un'altra stagione magica. Dodici gol, difficili, belli, pesanti, che valgono la Uefa all'Udinese e quasi la Champions. Segna anche tre gol in Nazionale di cui uno dopo dieci secondi dal suo ingresso in campo con il Portogallo e una doppietta pesantissima per la qualificazione europea a Kaunas contro la Lituania. Donadoni non ha potuto lasciarlo in Italia ed in Austria e Svizzera ci sarà anche lui.
Attaccante potente, funambolico, da doppia cifra che supera in campionato di A da due stagioni consecutive, napoletano. E allora perchè non pensarci? Nella città natale di Quagliarella, c'è una squadra che veste d'azzurro che appena tornata nel calcio che conta ha centrato un prestigioso ottavo posto e un piazzamento europeo attraverso l'Intertoto, quel Napoli che ora vuole crescere ed è rimasto quasi senza attaccanti. Sosa è tornato in Argentina, Calaiò ha le valigie in mano, Zalayeta tornerà disponibile solo ad ottobre e a Lavezzi manca un partner d'attacco che gli garantisca peso e gol. Tanti gol.
Quagliarella non ha un ingaggio stratosferico, rientrerebbe nei parametri del la gestione degli stipendi di Pierpaolo Marino e tecnicamente farebbe la fortuna del gioco offensivo di Reja, perchè è un attaccante che segna in qualsiasi modo, con buona continuità e ha ottimi piedi, quindi sa sfruttare gli spazi, giocare il pallone e coinvolgere bene i compagni. Con Lavezzi sarebbero vere faville.
Marino deve far presto, perchè il prezzo del bomber di Castellammare potrebbe lievitare in caso di nuovo boom all'Europeo o l'Udinese potrebbe dichiararlo definitivamente incedibile. Tra i tanti nomi che circolano, Fabio Quagliarella potrebbe essere l'uomo giusto per far volare ancora più in alto il Napoli. La squadra della sua città.
E' bravo ma segna poco. Venticinque gol in due anni di A? Gli addetti ai lavori si sono ampiamente ricreduti.

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