• CASTAGNER: “IL NAPOLI PUÒ RISOLLEVARSI SOLO IN TRASFERTA, LE PROSSIME DUE PARTITE NON ILLUDANO” •

11/2/2009

(ESCLUSIVA PianetAzzurro di MARIO IPRI) - Questa settimana abbiamo intervistato ILARIO CASTAGNER (nella foto), il tecnico che dieci anni fa fu l’artefice della “favola” del Perugia di Gaucci, e che attualmente lavora come commentatore televisivo. Vediamo cosa ci ha detto sul Napoli, Reja e la società azzurra.
Brutta sconfitta, domenica sera. Era il caso di cambiare modulo per una partita così delicata?
“Il modulo c’entra poco. Il fatto che il Napoli abbia subito due gol nei primissimi minuti porterebbe a pensare ciò, ma se vogliamo valutare criticamente i fatti, io ho visto un Aronica troppo distratto, e un Cannavaro surclassato da Miccoli”.
Colpa delle disattenzioni dei singoli, quindi?
“E di un notevole calo fisico. Ma ancor di più di una mancanza di personalità ormai cronica, lontano dal San Paolo . Sette sconfitte consecutive sono troppe per non guardare in faccia la realtà: questo Napoli ha bisogno di un innesto di personalità”.
Parla di un innesto di assoluto valore, un “big”?
“A questa squadra manca davvero meno di quello che si pensi per avere quel cambio di mentalità che servirebbe tanto.. Uno o due innesti importanti sarebbero fondamentali”.
Datolo e Bucci le vanno bene?
“Non mi esprimo su Datolo, perché non è ancora sceso in campo. Bucci è stato preso per sopperire all’incredibile coincidenza di infortuni dei portieri azzurri.
La società comunque ha scelto una strada ben precisa, e il tempo ci dirà se la politica dei giovani darà i suoi frutti. Però in termini di personalità adesso si paga dazio”.
Oltre alla personalità, non manca anche un uomo d’ordine a centrocampo?
“Decisamente. Gargano da quando è a Napoli fa un ruolo che non gli compete. Però la società si è sempre mossa bene, e secondo me registi puri in giro non ce ne sono. E quelli che erano sul mercato nei mesi passati, erano tutti over 30, o anche più. Altro discorso sarebbe se il Napoli iniziasse a muoversi sul mercato che conta davvero…”.
Non crede che il cambio di modulo possa essere arrivato a Reja tramite “consiglio” dai vertici societari.
“Non credo. Anche se ci sono presidenti e dirigenti che hanno questo “vizietto”. Io fui cacciato dal presidente Gaucci a Perugia, proprio perché non tolleravo questo genere di cose. Forse andrebbe data maggiore libertà in sede di mercato all’allenatore stesso”.
Come accade nella Premier Legaue?
“Esatto. Anche perché così sarebbero motivati gli esoneri dei tecnici, che troppo spesso vengano cacciati dalle loro panchine per colpe non loro”.
E Reja è ancora l’uomo giusto per il progetto Napoli?
“L’ho appena detto. Troppo spesso si spara sugli allenatori senza vedere se sono effettivamente loro o no i principali colpevoli dei momenti difficili di una squadra. E poi Reja sa il fatto suo: ha superato momenti ben più critici in questi quattro anni, ne uscirà meglio di prima. E’ questa la sua forza”.
Dovendo fare un nome, in caso di un ipotetico avvicendamento?
“Qualsiasi nome ti facessi, non sarebbe mai garanzia di successi sicuri. Napoli è una delle piazze più difficili dove fare bene, se non la più difficile. Capello forse, ma è occupato mi pare…”.
Il treno per la Uefa è troppo lontano, adesso?
“Ecco cosa intendo per piazza a dir poco difficile. Sei punti a quindici giornate dalla fine non sono nulla, davvero. L’errore è stato parlare di Champions League, a un certo punto della stagione. Il calcio insegna che fare il passo più lungo della gamba non paga, mai”.
Come finiranno Napoli-Bologna, Inter–Milan e Genoa-Fiorentina?
“Il Napoli vincerà contro il Bologna, ma non bisogna pensare che 6 punti nelle prossime due partite casalinghe possano essere la svolta. E’ nelle partite in trasferta che bisogna cambiare marcia. Prevedo invece due pareggi per il derby di Milano e per la partita di Marassi”.
 

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