• L'INTERVISTA - LUIGI CASTALDO, L’IBRAHIMOVIC DELLA C •

29/3/2005
(dal mensile di Marzo, Salvatore Palermo) - ESCLUSIVA PIANETAZZURRO - Con questo mensile prende il via una nuova rubrica all’interno del nostro cartaceo, ossia quella dedicata al campionato di C2 gir. C. Novità questa scaturita sia dall’incedere positivo delle squadre campane in questa categoria ma soprattutto dalla volontà di dare spazio ai vari talenti campani che in questo torneo stanno ben figurando.
Inauguriamo questa rubrica puntando l’attenzione su uno tra i giocatori più interessanti di questo campionato di C2. Stiamo parlando di Luigi Castaldo, attaccante della Juve Stabia, classe 1982, nativo di Mugnano. Castaldo è un giocatore molto versatile, infatti, sul terreno di gioco si adatta a ricoprire tutti e due i ruoli di attacco, potendo giocare sia da prima che da seconda punta, anche se riesce ad esprimere al meglio le sue potenzialità giocando in coppia con una prima punta (vedi Ingenito nella scorsa stagione ed Ambrosi quest’anno). E’ un giocatore molto forte tecnicamente che per caratteristiche di gioco ci ricorda un pò, facendo ovviamente le dovute proporzioni, Zlatan Ibrhaimovic (paragone un pò forte ma giusto per rendere l’idea), infatti gli piace molto toccare palla, svariare su tutto il fronte d’attacco e soprattutto dimostra una certa abilità nel dribbling. Insieme ad Ambrosi compone senza dubbio uno dei reparti offensivi più forti della categoria. La Juve Stabia, a parte un’attacco formidabile, può contare su un organico di buonissimo valore che per il momento è riuscito a consolidare la propria posizione nei play-off, ma che, in virtù di qualche passo falso della capolista Cavese nelle ultime giornate, è riuscito ad accorciare la distanza dalla vetta, candidandosi a un finale di stagione da protagonista. Di questo e non solo abbiamo parlato con l’attaccante stabiese.
Castaldo, a questo punto della stagione, i play-off rappresentano l’unico vostro obiettivo?
“Credo che per il primo posto non siano coinvolte solo due squadre. Fino a qualche domenica fa eravamo ad undici punti dalla vetta e non abbiamo mollato, ora che ci siamo riavvicinati è d’obbligo crederci fino in fondo. Ritengo sia ancora tutto possibile, soprattutto in considerazione del fatto che abbiamo da giocare gli scontri diretti con Gela, Manfredonia e Cavese. Solo dopo queste partite si potrà capire qualcosa in più”.
In chiave play-off, qual’è la squadra che ti impensierisce di più?
“Senza dubbio il Manfredonia. E’ una compagine che ha un organico importante perchè composto da molti giocatori esperti, che soprattutto in partite delicate come gli spareggi promozione potrebbero fare la differenza”.
Come valuti la tua esperienza in una piazza importante come Castellammare?
“Sono arrivato qui lo scorso anno a pochi giorni dall’inizio del ritiro. Sono stati due anni abbastanza fortunati e importantissimi per la mia carriera. Lo scorso hanno abbiamo vinto campionato e coppa italia di serie D, questa stagione, nonostante siamo una neopromossa, stiamo disputando un torneo di vertice. Quindi il bilancio non può che essere positivo. Se dovesse concludersi quest’anno la mia esperienza stabiese, conserverò un bel ricordo di questa città e la porterò per sempre nel mio cuore, perché mi ci sono trovato benissimo. Comunque per ora punto a vincere a Castellammare, poi si vedrà. Per quanto riguarda il mio futuro c’è ancora molta incertezza. Soltanto a fine campionato ci sarà più chiarezza in merito. Infatti, solo allora sarà la società a dirmi cosa sarà di Castaldo”.
Qualche mese fa si era detto di interessamenti per Castaldo da parte di squadre di categoria superiore. Soltanto voci?
“A dire il vero, non ne so nulla. Quindi ritengo si sia trattato solo di voci e nulla più”.
Se ti cercasse il Napoli?
“Non potrebbe che farmi molto piacere. Comunque ora vesto la casacca giallo-blu, di progetti futuri ne riparleremo a fine campionato”.
Non resta che augurarci che giocatori come Castaldo e come tanti altri giovani campani che lasciano intravedere qualità importanti, non debbano emigrare in compagini del nord (vedi Montella, Di Natale e così via) per affermarsi, ma che riescano a raggiungere la consacrazione professionale non distanti dai loro paesi d’origine. Speriamo che il nuovo Napoli tratti la questione con altro interesse rispetto alle gestioni precedenti.

 

 

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