• PIERPAOLO MARINO: “IL CENTRO TECNICO DI CASTELVOLTURNO E’ SOLO L’INIZIO DEL NOSTRO ROSEO FUTURO” •

1/12/2005

(MICHELE CAIAFA) – “Il futuro roseo del Napoli e’ cominciato ieri. Infatti l’emergenza pioggia, ci ha costretti ad anticipare, di una quindicina di giorni, il nostro primo allenamento nel nuovo centro tecnico sportivo di Castelvolturno”. A dire ciò è il direttore generale del Napoli, Pierpaolo Marino - che continua – “I campi sono quasi pronti. Purtroppo ieri, i campi in cui abitualmente il Napoli si allena durante la settimana, erano zuppi d’acqua. Volendo Reja fare una seduta d’allenamento non molto carica per i nostri calciatori, abbiamo optato per farla svolgere su uno dei nostri nuovi campi. E devo dire – prosegue un orgoglioso Marino – che i campi erano in condizione perfetta, sia prima dell’allenamento, non sembrava proprio, dallo splendido drenaggio del suolo, che avesse piovuto per l’intera mattinata e stesse ancora piovendo durante la seduta, che dopo l’allenamento, quando il terreno verde era in condizioni ancora perfette, seppur i giocatori lo avessero calpestato durante la seduta d’allenamento. Sono contento, perché in quel di Castelvolturno, è stato fatto davvero un lavoro splendido, per quel che concerne i campi e tutto il resto”.
- E’ vero direttore, sappiamo l’ottimo lavoro, e la splendida struttura che verrà inaugurata presto, e sarà la nuova grande casa del Napoli. Ma sappiamo anche che, ci sono altri progetti, anche se a più lunga durata, per quel che concerne il nuovo centro tecnico. Ce lo può confermare?
“Si è vero. Anche se la società del Napoli, ha già dotato la prima squadra e le formazioni della Primavera e forse anche della Beretti o degli Allievi Nazionali, di una struttura importante ed altamente tecnologica, che del resto già sapete tutti di cosa consta, ammetto che in un progetto a lungo termine, per meglio dire decennale, noi vorremmo che il centro sportivo si ingrandisse anche di più. A struttura definitivamente completata, noi avremmo 30.000 metri quadri di spazio aperto, con tre o anche quattro campi da calcio regolamentari, ed un 2.800 metri quadri di edificato, per spogliatoi, uffici, laboratori medici e via dicendo. Ma a lungo andare, noi vorremmo aumentare la quadratura della superficie allo scoperto, portandola almeno a 40.000 metri quadri, ed arrivare ad avere un centro con sei campi di calcio regolamentari. Non bastasse, vorremmo essere completamente indipendenti da tutti. Nel senso che, vorremo avere una nostra foresteria, non più collegata con quella dell’albergo, una club house, e tutto quello che può arrivare ad avere una vera cittadella dello sport”.
- Progetti sempre più grandi, caro direttore. Ma, all’atto dell’inaugurazione, che si terrà a gennaio, avrete già deciso il nome da dare alla nuova casa azzurra?
“A tal proposito, noi avremmo deciso di fare un sondaggio, tra i tifosi del Napoli, per far decidere a loro, il nome da assegnare al nuovo centro tecnico sportivo degli azzurri”.
- Direttore, passiamo a parlare del presente. Che emozioni e che sensazioni le dà, questa doppia sfida degli ottavi di finale della coppa Italia Tim, contro la Roma?
“Emozioni tante, e preferisco partire da quelle. Sono stato, come ben ricordate, proprio dopo la mia prima esperienza napoletana, il direttore sportivo della Roma, ai tempi del presidente Viola. E devo dire, che ho dei bei ricordi anche della capitale, che adesso ricordo, scusate il gioco di parole, con affetto: arrivammo terzi nel campionato 1987/88, alle spalle di Milan e Napoli, nonostante all’inizio della stagione, fummo costretti a rifondare tutto. Appena giunsi a Roma, dovetti vendere, per motivi di bilancio, Carlo Ancelotti al Milan. Prendemmo molti giocatori dalla serie B, e li affiancammo all’unico grande acquisto di quell’anno, Rudy Voeller. Quei ragazzi, fecero tutti molto bene, e fu un grande risultato per noi, arrivare terzi in campionato.
Poi, per quanto riguarda la gara di coppa Italia, mi fa tanto piacere, che voi cronisti, nonostante giochiamo ancora in serie C, e siamo una società nata appena quattordici mesi fa, ci date alla pari con la Roma, formazione tra le prime otto in Italia, e pronti a giocarci con loro la qualificazione ai quarti di finale del torneo nazionale. Per quanto mi riguarda, io alla qualificazione non voglio nemmeno pensarci. Sarebbe per me già peccato farlo. Poi che dire, dovesse arrivare anche il passaggio del turno, beh…”
- Cominciamo a parlare anche di mercato, che ai nostri lettori, ed in generale a tutti i tifosi del Napoli, fa sempre piacere puntare l’attenzione su questo argomento. Cosa ci dice di Mauro Esposito?
“Tutto il bene che si può, come giocatore e come persona. Come ben sapete, sono fortemente legato al ragazzo. Quando ero direttore sportivo del Pescara, andai a vedere il dodicenne Mauro Esposito, che giocava sul campo comunale di Somma Vesuviana. A quell’età, il buon Mauro era già un giocatore completo, o almeno, si vedevano ben chiare, tutte le sue ottime caratteristiche. Ricordo che giocava lui dodicenne, contro i ragazzi di quattordici e quindici anni. Mi colpì subito e lo volevo portare a Pescara con me. Ma c’era un problema: all’epoca, i regolamenti federali, non permettevano che un ragazzo con età inferiore ai quattordici anni, potesse spostarsi dalla sua regione natia. Allora io e suo padre Peppino, ex ottima ala destra della Viribus Unitis che veniva soprannominato Canè, visto il suo modo di giocare che lo faceva somigliare tanto all’ala brasiliana, prendemmo in considerazione la possibilità di farmi avere la patria potestà del ragazzo, e portarlo con me in Abruzzo. Così facemmo, e lui venne con me. E per un periodo della vita, davvero è stato proprio come un figlio. In quanto a Pescara, il suo alloggio era distante centro metri da casa mia. Quindi bazzicava spesso nel mio appartamento, e questo ci ha legati ancora di più”.
- Ed allora direttore, quando è che vedremo il suo figlioccio nel Napoli?
“Parlare adesso di un eventuale arrivo di Mauro Esposito a Napoli, mi sembra un po’ prematuro. Per due motivazioni: Lui è ancora nella lista dei quaranta che potrebbero giocare il prossimo Mondiale di Germania, e noi siamo ancora in serie C1. Quindi, nonostante possa sembrare strano, il livello qualitativo di Esposito e del Napoli, non è ancora alla pari. Ne riparleremo dopo i Mondiali, o comunque a giugno, e vedremo quello che si potrà fare”.
- Facciamo così, noi le facciamo dei nomi, e lei ci dice, o ci fa capire, se interessano al Napoli. Cominciamo con Jimènez.
“Jimènez e’ un ottimo giocatore. Noi eravamo interessati a lui già da questa estate. Soltanto che la richiesta economica fattaci dalla Ternana per il prezzo del suo cartellino, era troppo elevata, nonostante l’ottimo livello raggiunto dal giovane fantasista. Non sarà facile accaparrarsene le prestazioni, perché ci sono tanti club, anche importatati, su di lui. Staremo a vedere cosa si potrà combinare”.
- Pasquale Foggia, figlio del mitico Ciccio, ha detto che verrebbe anche a piedi a Napoli, pur di giocare con la casacca azzurra. Sarebbe pronto ad arrivare anche a gennaio. Come risponde alle affermazioni del ragazzo?
“Io Foggia lo avevo già preso, insieme al compagno di squadra Lodi, nel famoso Napoli formato in due giorni, del settembre 2004. Poi l’Empoli si rifiutò, all’ultimo momento, di cederceli. Siamo inoltre lieti, quando calciatori, per giunta bravi come Foggia, fanno quel tipo di dichiarazione d’amore verso la nostra società. Ma mi sembra che in questa stagione abbiamo già molti giocatori offensivi, come Calaiò, Sosa, Pià, Grieco, Capparella e Bogliacino. Del resto se siamo stati costretti a far accomodare un attaccante come Pià in panchina, quando il brasiliano sarebbe titolare in moltissime compagini di serie A che me lo hanno anche richiesta, la dice tutta sulla nostra grossa portata offensiva. Ciò non cambia nulla sulla stima che ho per il giocatore, ma che arrivi pure Foggia, data la nostra abbondanza, mi sembra un po’ improbabile”.
- E dell’ultima voce di mercato, quella relativa a Fabio Liverani, come nuovo regista azzurro dalla prossima stagione?
“Liverani e’ anch’egli un ottimo giocatore. Del resto è anche un mio vecchio pallino. Ero andato vicino a portarlo anche ad Udine. Avevamo stipulato un accordo che prevedeva la cessione di Pizarro e Jorgensen alla Lazio e l’arrivo di Liverani più un gruzzoletto di soldi ad Udine. Poi l’accordo saltò, ma Fabio è rimasto un calciatore che mi piace. Adesso, devo anche dire che sono attento a valutare quello che di buono sta dando Fontana, visto che non ha potuto fare granchè, la scorsa stagione, per colpa degli infortuni che lo hanno tormentato. Siamo rimasti d’accordo, anche con il suo procuratore Mariano Grimaldi, che ci rincontreremo a marzo, per valutare il da farsi, e vedere se Jimmy potrà essere il nostro regista anche nella prossima stagione. Bisognerà valutare bene la situazione, anche perché Liverani andrebbe preso a giugno, visto che va in scadenza di contratto con la Lazio. Prenderlo fra due anni potrebbe essere inopportuno, dato che la prossima estate lo si potrebbe prendere a parametro zero. Bisognerà valutare bene la situazione”.
Insomma, centro tecnico sportivo all'avanguardia, grossi giocatori nel mirino del Napoli, già a partire dalla prossima stagione. Che dire ancora, non osiamo nemmeno pensare cosa accadrà al Napoli, quando ricalcheranno i palcoscenici della serie A.
Cominciate di nuovo a sognare, cari tifosi, che con Aurelio De Laurentiis e Pierpaolo Marino, si può.

 

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