• GOVOU REGALA ALLA FRANCIA UNA SONORA RIVINCITA •

6/9/2006

(RENATA SCIELZO) - 59 giorni dopo la vittoria mondiale è stata ancora Francia – Italia. In ballo questa volta le qualificazioni ad Euro 2008. Parecchi campioni e vicecampioni del mondo in campo, ma è un’altra partita. Non ci sono i Zidane, i Totti, i Del Piero, i Luca Toni, i Materazzi. Chi perché si è ritirato, chi per scelta personale, chi per dubbia esclusione da parte del ct, chi perché soggetto a scontare un’immeritata ed ingiusta squalifica. E soprattutto sulla panchina azzurra non c’è più Marcello Lippi.
Lo stadio della capitale francese è gremito, come per le grandi occasioni, ma non c’è clima di revanche. Corretti i cugini transalpini al momento del nostro inno nazionale, corretti quando si è osservato il minuto di silenzio in memoria di Giacinto Facchetti.
Gattuso si aspettava fuoco e fiamme, desiderio di vendetta, ma così non è stato, quanto meno fuori del campo; segno che la coppa del Mondo è pratica ormai archiviata e che adesso si gioca in vista di altri obiettivi.
Dentro il rettangolo di gioco però è tutta un’altra storia e i blues, sebbene non dichiaratamente, partono motivatissimi, desiderosi di riscatto e famelici di vittoria. Ed è subito Francia.
L’avvio è scoppiettante e a nemmeno un minuto dal fischio di inizio, Buffon già impegnato dopo pochi secondi, viene superato da Govou, che, su assist di Gallas, confeziona l’1 – 0. Il goal è viziato da un fuorigioco abbastanza evidente, ma l’arbitro, il tedesco Fandel, assegna la rete ai blues.
Gli azzurri, in casacca bianca perché quella dei padroni di casa è blue, subiscono il pressing francese e non riescono né a tener palla, né a superare agilmente la linea del centrocampo. Cassano è neutralizzato e i francesi costringono Buffon a smettere i panni dello spettatore e a darsi da fare in più di un’occasione. I ritmi sono tutt’altro che blandi e al 17' è Henry ad andare in goal realizzando il 2-0. L’Italia tuttavia non ci sta e i francesi non hanno nemmeno il tempo di festeggiare, gli azzurri trovano subito la forza di reagire e lo fanno con Gilardino, che, mandato in campo al posto del compagno di squadra Pippo Inzaghi, al 19’ accorcia le distanze portando l’Italia sul 2 –1.
Il primo tempo si conclude con la Francia in attacco e una buona giocata di Cassano, che lascia sperare in vista della seconda frazione di gioco.
Ma la seconda frazione di gioco parla ancora francese, con rarissime giocate dei nostri. La squadra di Domenech è padrona del campo e Donadoni, smarrito e scuro in volto, non trova la chiave della partita. Prova a mischiare le carte in tavola sostituendo lo spento Semioli con Di Michele, ma il ritmo non sale e gli azzurri, pressatissimi sulle fasce, non decollano. Ed è ancora Govou. Il numero nove francese, in una delle tante sortite della Francia, viene imbeccato da Sagnol e realizza il 3 – 1 e la doppietta personale, vendicando sonoramente il 9 luglio. Tra gli azzurri anche capitan Cannavaro non sembra in partita, al di là della botta rimediata, e si fatica non poco a costruire qualcosa di buono. Esce anche Cassano, incolore e completamente incapace di rendersi pericoloso, dentro Inzaghi, ma la manovra azzurra è sempre la stessa e davanti arrivano davvero pochi palloni. Nel finale, quando ormai tutto sembra deciso, e Donadoni si prepara al terzo risultato negativo consecutivo, viene gettato nella mischia anche De Rossi, ma è tutto già scritto, non c’è più nulla da fare. I nostri, arrendevoli e forse poco inclini ad ascoltare i suggerimenti del giovane mister, hanno già tirato i remi in barca e regalano alla Francia il gusto piacevole della rivincita. Una rivincita che, sebbene sporcata dal primo goal irregolare, ci sta tutta, perché una sola squadra si è vista in campo: e non era quella che il 9 luglio ha sollevato la coppa.
La partita è stata tuttavia fondamentale: ha evidenziato tutte le falle azzurre, ha rimarcato l’importanza di alcuni giocatori e sembra aver chiarito definitivamente che Donadoni è ancora acerbo per questo ruolo, al di là delle dubbie scelte tecniche, al di là della sfortuna, al di là dell’arbitraggio non sempre puntuale e molto fiscale con i nostri del tedesco Fandel.
Il ct azzurro non sembra sentire la partita come Lippi, non ha la stessa esperienza e la stessa perizia tecnica e soprattutto non sembra per il suo undici un padre capace di alzare la voce e farsi sentire, quanto piuttosto un benevolo fratello maggiore, pronto a giustificare o semmai a scorarsi ad ogni occasione.
I vice campioni del mondo erano senza Zizou…e c’è da farsi una sola domanda: come sarebbe
finita se in campo ci fosse stato anche un fuoriclasse del suo calibro?
Bisogna dimenticare il 9 luglio e ripartire da zero, ritrovare motivazione e richiamare i campioni al loro dovere, anche quelli che, per quanto in ombra al mondiale, potrebbero ancora dire la loro e fare la differenza. Vedi alla voce Totti.
E bisognerebbe imporsi sulle presunte scelte personali, sulle incomprensioni e sui pettegolezzi, costringendo quei signori che un tempo si intendevano a meraviglia e che adesso si alternano con il numero 10 a giocare insieme, per il bene della nazionale e per il nostro calcio, che non può e non deve rimediare certe brutte figure.
A ottobre ci aspetta l’Ucraina di Sheva e anche lì, se il gioco sarà quello espresso stasera, dimentichiamoci pure il 3- 0 formato mondiale e prepariamoci ad un’altra sera di passione.
Ai posteri l’ardua sentenza, a noi non resta che piangere e sperare che Lippi ci ripensi….
Alla prossima…

 

LE PAGELLE DEGLI AZZURRI:

 

Buffon 6: Incolpevole sui goal francesi. Da segnalare solo qualche intervento (su Sagnol) e qualche buona uscita.

Zambrotta 5: Strana sensazione vederlo incapace di sprintare sull’out. Non ha gamba, e si vede.

Cannavaro 5,5: Si lascia anticipare da Gouvou in occasione del 3-1, rimediando, tra l’altro, una brutta zuccata. La difesa oggi era troppo vulnerabile, colpa anche di un centrocampo poco attento e fermo sulle gambe.

Barzagli 5,5: Come Cannavaro. Qualche buon intervento, ma in assoluto non è un esempio di sicurezza.

Grosso 5: Un solo spunto a metà primo tempo, con un cross basso che quasi regalava il 2-2 agli azzurri. Poi il nulla. Fa fatica (troppa) ad inseguire avversari più freschi e più in palla.

Semioli 4,5: Non pervenuto. Timido, svagato, vittima dell’emozione e dello strapotere fisico del "mandingo" Abidal.

Gattuso 5,5: Lottatore. Punto. Sbaglia appoggi troppo semplici, fatica a trovare la posizione giusta. Tra lui e Pirlo ci sono sempre troppi metri di distanza ed almeno due calciatori francesi che s’infilano con eccessiva facilità. E’ comunque l’ultimo ad arrendersi.

Pirlo 4,5: Solo calci piazzati per il regista del Milan. Il centrocampo a 4 non s’addice ad un calciatore, che, vista la scarsa attitudine alla corsa ed al recupero, predilige avere due incontristi ai lati. Irritante in occasione di alcuni palloni persi.

Perrotta 5,5: Canta e porta la croce. E’bravo quando parte dal centro e si allarga sugli esterni. Ma posizionandolo sull’out sinistro lo si consegna a Sagnol. Bisogna trovargli la giusta posizione (chiedere a Marcello Lippi).

Cassano 5: Nessuno lo aiuta a trovare una posizione dove poter toccare e giocare più palloni senza l’asfissiante controllo di Vieira, Makelele o Sagnol. Ininfluente.

Giardino 6: Il gol è null’altro. Tardivo nel liberarsi del pallone ed impreciso negli appoggi. Dialoga poco e male con Cassano dal quale è diviso da troppi metri.

Di Michele, Indaghi, De Rossi: n.g.

Donadoni 4: La squadra è messa male in campo, ma quando le difficoltà diventano insostenibili lui interviene e…..fa ancora peggio. Entra Di Miche che si piazza con Cassano dietro Giardino, aggrovigliando la già approssimativa manovra azzurra. Mah!? Caro Mister, noi siamo preoccupati, e lei?

Alessandro Caradolfo

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