• SERATA DI EMOZIONI FORTI ALL’AUDITORIUM DELLA RAI •

16/1/2007

(Dagli inviati VINCENZO LETIZIA e ROSA CIANCIO) - Grandi emozioni all’auditorium della Rai di Napoli per la presentazione dell’opera realizzata da Gianni Minà per la Gazzetta dello Sport con la collaborazione di Rai Trade. Si tratta di 10 dvd da tre ore l’uno in edicola con la Gazzetta che raccontano tutta la vita di Diego Armando Maradona .
Un lungo applauso della platea, completamente gremita, ha salutato le immagini proiettate dai due maxi schermi dell’auditorium di alcuni gol messi a segno dal ‘Pibe de Oro’. Presenti all’evento ovviamente noi di PianetAzzurro e molti protagonisti dell’epoca d’oro, tra cui il grande Salvatore Bagni, il direttore Antonio Juliano che acquistò il Pibe de Oro dal Barcellona; ‘pal'e fierr’ Giuseppe Bruscolotti; Gianni Di Marzio, colui che scoprì per primo Maradona; Ciro Muro, grande talento e sostituto naturale di Diego; Antonio Filardi, sublime promessa dell’epoca; l’attuale allenatore della Primavera azzurra, Gigi Caffarelli; il fludificante che segnò alla Juventus a Torino, Antonio Volpecina, che oggi servirebbe come il pane a Reja. Grandi applausi soprattutto per il massaggiatore storico del Napoli e grande amico di Maradona, Salvatore Carmando. Tanti anche i giornalisti che 20 anni fa seguirono le vicende del Napoli e di Maradona, su tutti Luigi Necco, mitico commentatore dei pomeriggi di ‘90esimo minuto’, icona di un modo romantico di vivere un calcio che ormai non esiste più. Tra gli ospiti d’onore anche il presidente del Napoli Basket, avv. Mario Maione spesso vicino, in passato, ad acquistare il Napoli.
Mattatore della serata, l’illustre collega Gianni Minà che ha condotto il salotto (nella foto) che sul palco dell’auditorium ha ospitato Di Marzio, Bruscolotti, Antonio Iuliano e Salvatore Bagni.
Belle le parole del “guerriero azzurro”, Bagni , che Juliano prelevò dall’Inter: “Con Diego inizialmente c’è stato qualche scontro, poi ci siamo un po’ alla volta avvicinati fino a diventare grandi amici. Lui era un grande in campo, ma anche fuori dal terreno verde. Gli sono stato vicino nei momenti difficili, ma se in lui non fosse scattato qualcosa nella sua testa non sarebbe mai potuto uscire dal suo problema. Spero che prima o poi si riesca ad organizzare una grande festa a Napoli per Diego”.
Di Marzio fu il primo a scoprire il ‘Dio del calcio’: “Lo vidi per la prima volta a Villa Fiorito. In pochi minuti fece delle cose straordinarie, ne rimasi sbalordito e lo segnalai al Napoli. Al ragazzo profetizzai che un giorno sarebbe venuto a Napoli”.
Antonio Iuliano racconta da dove nacque l’idea di portare Maradona da noi: “Una sera mia moglie mi disse, ora che sei diventato direttore generale del Napoli devi prendere il meglio che c’è. Provai a ingaggiare anche Platini. La trattativa fu estenuante, già allora che ero giovane fui colpito dall’esaurimento… Sono dovuto restare 40 giorni a Barcellona per concludere la trattativa con Maradona. Diego voleva venire al Napoli e andar via dal Barcellona e si sa che quando un giocatore vuole andar via da una squadra la società deve lasciarlo andare. Friggevamo il pesce con l'acqua, non c'erano soldi e andai alla Banca del Centro-Sud e chiesi un 'prestito' per poter strappare Diego al Barcellona: servivano per il trasferimento di Maradona 7 milioni di dollari in tre anni. Poi, fu scelta la Banca della Provincia di Napoli perchè nel Consiglio di Amministrazione c'erano alcuni membri che avevano interessi con quest'ultima. Alla fine, l'operazione ci costò 150 milioni, mentre utilizzando la Banca Centro Sud l'affare non ci sarebbe costato nulla. Cercavamo di dilazionare il pagamento dei giocatori acquistati con pagamenti dilazionati in tempi molto lunghi. Anche nell’80 prendere Kroll dal Vancouver fu una cosa straordinaria, ma nonostante tutto questo, Ferlaino mi ha sempre voluto punire sul più bello”. Giuseppe Bruscolotti fa presente a ‘Totonno’ che forse l’errore fu quello di non accettare di lavorare con Italo Allodi, Iuliano ribatte con ironia: “Io sono stato prima un calciatore e poi un dirigente, evidentemente non avevo l’istruzione oxfordiana per operare con un tale personaggio, io resto sempre un uomo di San Giovanni a Teduccio che ama il Napoli… Non ho mai avuto dalla società la possibilità di continuare la mia opera. Ferlaino mi chiamava solo quando era con l'acqua alla gola. Il mio Napoli, anche quando ero calciatore, si è sempre fatto rispettare”.
Giuseppe Bruscolotti racconta il suo rapporto con Diego Maradona: "Ho avuto la fortuna di essere il capitano di una squadra di veri uomini, ci guardavamo in faccia e ci capivamo. Sono una persona disponibile ed onesta, lo fui anche con Diego al quale subito dissi, mi aspetto da te che possiamo vincere qualcosa soprattutto ora che mi avvio alla fine della carriera". Bruscolotti fu subito rapito dall'immensa classe del campione argentino: "Quello che faceva Diego in allenamente era un qualcosa di incredibile, abbiamo avuto un ottimo rapporto di stima reciproca fin dall'inizio. Tutti i compagni lo adoravano perchè lui era sempre in prima linea a difendere il Napoli. Ricordo che quando andavamo a giocare al Nord i tifosi avversari ci insultavano pesantemente e Carmando piangeva e Diego si arrabbiava moltissimo. Poi, quando abbiamo iniziato a vincere lui godeva moltissimo anche per questo senso di rivalsa".
Per chiudere, Gianni Minà, prima di far partire le immagini dell’emozionante festa di 20 anni fa, chiarisce perché secondo lui Diego Maratona è stato più grande di Pelè: “Diego ha fatto costre straordinarie, disumane, in un epoca in cui nel calcio c’era il pressing…”.
Partono le immagini della festa scudetto di 20 anni fa, in cui tutti gli artisti napoletani si riunirono straordinariamente nell’Auditorium della Rai, per celebrare quel grande Napoli che ancora oggi emoziona e ci fa comprendere come, non solo la squadra, ma il calcio in generale, sia troppo cambiato, in peggio purtroppo…

INDIETRO