AUGURI A... DIEGO ARMANDO MARADONA

(Alessio Borrelli) - Auguri al più grande di sempre. Auguri Diego che compie 43 anni, essendo nato a Buenos Aires il 30 ottobre 1960. Nella storia del calcio non c’è mai stato nessuno come lui; forse solo l’altra grande leggenda Pelè. Ma diciamo che questi due giocatori hanno segnato due epoche diverse del calcio.

Un campione in tutti i sensi, un giocatore che faceva da solo squadra; in campo era lui il Napoli, senza però nulla togliere agli altri grandi che gli giocavano attorno.

Maradona rappresenta la storia del Napoli in tutti i sensi ed è soprattutto il personaggio che ha fatto più scalpore in città; anche chi di calcio non se ne intende conosce le gesta di Diego, capace di attirare attorno a se le folle e far inchinare ai suoi piedi una città intera. Con lui il Napoli ha vinto quasi tutti i trofei della sua storia: due scudetti, gli unici; ha raggiunto il trionfo in Europa con la conquista della Coppa Uefa e, anche quando non ha vinto è stato però sempre alla ribalta.

Non ci sono aggettivi per definire Maradona; un personaggio mitico che ha fatto parlare di se sia in campo (bene) che fuori (male) e che negli ultimi anni ha vissuto brutti periodi, ma che a Cuba è riuscito a costruirsi una nuova vita.

Ma ricalchiamo la storia del Campionissimo che compie 43 anni.

Inizia a dare i primi calci nell’Argentinos Juniors dove in 5 stagioni disputa 167 partite andando in gol in 115 occasioni; già dopo questi anni si nota che si a che fare con un fenomeno che può compiere il salto di qualità e far parlare molto di se non solo in Argentina, ma in tutto il mondo.

Detto fatto, Diego passa al Boca Juniors, la squadra che sarebbe stata l’amore della sua vita di cui ancora oggi è un grandissimo tifoso tanto che nel giorno del suo addio dichiarò amore infinito ai colori di questa squadra; al Boca disputa una sola stagione con 40 partite e 28 gol confermando tutte le buone previsioni suddette.

Poi arriva il trasferimento in Europa, al Barcellona dove disputa due stagioni su buoni livelli giocando però a corrente alternata e disputando in due anni 36 partite (20 la prima e 16 la seconda) segnando 22 reti (11 e 11).

Dopo Barcellona ecco Napoli, la città che lo ha più amato e che non potrà mai dimenticarlo, la città che gli ha dato tanto, la città che gli è sempre rimasta nel cuore e che ha lasciato con immenso dispiacere.

Con il Napoli 7 stagioni indimenticabili sia per lui che per qualsiasi tifoso azzurro o semplice appassionato di calcio, 7 stagioni che lo hanno messo sul tetto del mondo e che soprattutto hanno regalato alla città di Napoli momenti leggendari, forse irripetibili, grazie ad una squadra formata non solo dal Pibe de Oro, ma anche da altri grandi giocatori capace di contrastare lo strapotere delle grandi del Nord, cosa mai riuscita nella storia di sempre degli azzurri.

Alla prima stagione subito protagonista; l’allenatore è Rino Marchesi ed il Napoli conclude il campionato in ottava posizione; Maradona gioca 30 partite realizzando 14 gol, sono solo le prime basi di un grande progetto che negli anni seguenti darà i suoi frutti.

Ed infatti già nella stagione 1985-86 si comincia ad intravedere che questo Napoli è una pura realtà; in panchina arriva Ottavio Bianchi, personaggio un po’ amato e un po’ odiato dallo stesso Diego ed il Napoli conclude la stagione con un bel terzo posto, Diego gioca 29 partite e segna 11 reti, ma ciò è solo il preludio della grande stagione che verrà nell’anno successivo e  che sarà coronata con la conquista del primo scudetto dopo ben 60 di attesa a cui si aggiunge anche la Coppa Italia e tanti elogi a Diego che con 29 partite e 10 gol diventa Re di Napoli; la stagione successiva un secondo posto clamoroso alle spalle del Milan e 28 partite e 15 gol per Diego; poi ancora un secondo posto alle spalle questa volta dell’Inter e 26 partite con 9 gol per Maradona, in quell’anno però le soddisfazioni arrivano da fuori Italia in quanto il Napoli alza al cielo la sua prima coppa europea della storia, la Coppa Uefa che segna anche la chiusura dell’era Bianchi sulla panchina del Napoli.

Qualcuno dopo la Coppa Uefa e l’addio di Bianchi credeva che il ciclo del Napoli fosse finito, ma in realtà non fu così, l’anno dopo in panchina siede Albertino Bigon, Maradona trascina il Napoli al suo secondo scudetto in quella che forse è stata la sua miglior stagione in assoluto; uno scudetto che significa tanto anche perché è considerato come una rivincita ai secondi posti delle due stagioni precedenti alle spalle delle milanesi. Dopo lo scudetto la bella storia del Napoli finisce qui; c’è solo il tempo di alzare al cielo la Supercoppa Italiana, poi comincia la fase discendente sia per la squadra che soprattutto per Diego, 18 partite e 6 gol, ottavo posto in classifica, positivo all’antidoping fatto prima di Napoli-Bari; fuga da Napoli ed altre tre stagioni prima con il Siviglia, poi il ritorno in Argentina col Newell’s Old Boys ed infine la chiusura della carriera con il Boca; in questo lasso di tempo c’è anche un’altra squalifica per doping che ne comportò l’esclusione dai Mondiali di Usa’94.

Oltre al Napoli Maradona ha fatto anche la storia della nazionale argentina conquistando anche il Mondiale di Messico’86 dove fu leggendario il gol di rapina che segnò di mano all’Inghilterra, conquistò anche il secondo posto ai Mondiali di Italia’90 nella finale persa contro la Germania per il rigore di Brehme. Oggi vive a Cuba e dopo tanti problemi personali ci sembra ritornato in buona forma. Compi 43 anni, tanti auguri Pibe… 

 

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