• L'INTERVISTA - BRUNO BERNARDI: IL MIO AMICO DIEGO •

9/2/2005
(dal mensile n. 3 Ferruccio Fiorito) - Nei giorni in cui il nome di Diego Armando Maradona viene esposto in bella mostra nelle teche del museo itinerante "M10", onore riservato al solo ‘Pibe’ nel mondo del pallone, si rievocano nella mente dei tifosi, che nella sua epoca si sono formati calcisticamente, giorni lontani, forse, non più rinvenibili in un “prossimamente” tanto in voga nel linguaggio del nuovo presidente.
Del grande campione argentino si sa tutto, o meglio, tutto ciò che hanno voluto raccontarci, violentando senza ritegno la dignità dell’artista della pelota, senza alcun scrupolo, per poi abbandonarlo nella sua solitudine, dimenticandosi che siamo “noi” a essere in debito con lui e non il contrario.
Ho incontrato nel periodo natalizio, nella redazione torinese de "La Stampa", il maestro Bruno Bernardi, 62 anni, inviato speciale per il quotidiano che fa capo alla famiglia Agnelli, con il quale ha seguito le Coppe del Mondo di calcio di Monaco '74, Buenos Aires '78, Madrid '82, Città del Messico '86, Roma '90, Pasadena '94 e i campionati d'Europa '72, '76, '80, '84, '88, '92.
Come opinionista al “Processo di Biscardi” ha commentato anche gli Europei 2000 e i Mondiali 2002. Da sette lustri racconta le imprese nelle Coppe continentali di Juventus, Inter, Milan, Cagliari, Verona, Napoli, Roma, Sampdoria, Lazio, Parma, Fiorentina, Vicenza e Bologna.
Insomma, quanto di più autorevole per una chiacchierata informale sul campionissimo argentino, considerato che di Diego lui è anche grande amico.
Bruno Bernardi chi è Maradona?
“Diego Armando Maradona è stato il più grande talento che un campo di calcio ha mai conosciuto; campione inarrivabile, uomo dal grande cuore, come testimoniato da ogni suo compagno di squadra che, interpellato sull’argomento, si è sempre espresso con parole di grande elogio”.
Gli sbagli di Maradona sono riconducili solo a colpe personali, oppure si possono intravedere responsabilità esterne?
“Certamente vi sono grandi responsabilità esterne, dovute alle cattive frequentazioni del suo settennato napoletano, ma soprattutto non vi è stata una adeguata protezione nei suoi confronti da parte di chi vi era deputato a farlo”.
Si riferisce alla società?
“Ovviamente”.
Prima con Baggio, poi con Cassano, si è provato a fare paragoni irriverenti con il suo amico.
“... (sorride…) Maradona è stato l’unico giocatore in grado di far vncere le squadra in cui giocava da solo; dopo di lui il vuoto”.
Con l’avvento di Maradona, secondo lei, il calcio è cambiato?
“Con Diego il calcio è diventato arte, non solo sport, dimostrazione sta nel fatto che di quell’arte vi è memoria nell’M10”.
Da quanto non sente, o non incontra, Diego Armando Maradona?
“Non lo sento da molto tempo, anche perché il nuovo procuratore di Diego, credendo che io volessi intervistarlo, mi ha negato recetemente un colloquio con lui…credo proprio che non sappia chi è stato per Maradona, Bruno Bernardi”.
Cosa è stato Bernardi…
“Un grande amico sincero”.
Lei ha anche scritto un libro sul campionissimo…
“In quel libro vi sono tutte le emozioni che Maradona ha suscitato in me; contraddizioni di un uomo che fuori dal campo viveva la solitudine, mentre in campo manifestava tutta la sua gioia di vivere rincorrendo un pallone”.
 

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