• FEDELE: “VENTURA? ANDAVA SOSTITUITO PRIMA” •

1/2/2005
(Andrea Saladino dal mensile n. 3 di PianetAzzurro)- Questo mese abbiamo intervistato Enrico Fedele, grande direttore sportivo ed esperto conoscitore del mondo calcistico, quest’anno commentatore fisso alla trasmissione "Goal di Notte" condotta da Michele Plastino, per farci dare un giudizio sul Napoli visto fino ad oggi.
Direttore, qual è la sua opinione sull’esonero di Gianpiero Ventura? Marino ha scelto il momento giusto per allontanare il tecnico genovese?
“Gli esoneri sono sconfitte per tutti. Probabilmente Pierpaolo ha scelto il momento meno opportuno: una scelta di questo genere andava fatta ben prima, ad inizio gennaio. Del resto il Napoli non ha mai avuto un buon gioco. Si è dato tempo a Ventura di amalgamare i nuovi acquisti, ma ciò non è bastato. La squadra non si è mai espressa bene, io non ricordo un partita decente giocata dagli azzurri. La svolta c’è stata a Foggia: lì si è capito che il progetto nato a settembre era definitivamente fallito. Con la sostituzione di Ventura ci si aspetta una rivoluzione tecnica: e speriamo che avvenga”.
Come giudica l’ingaggio di Edy Reja? Lei spesso aveva parlato di un forte interessamento per Alberto Malesani…
“Malesani poteva portare una vera rivoluzione al gioco del Napoli: si è sempre criticato il gioco poco spettacolare di Ventura, Alberto sicuramente ci avrebbe fatto divertire allo stadio. Del resto c’è stato più di un contatto tra lui e la dirigenza azzurra, probabilmente non si è trovato l’accordo economico. Reja è un allenatore "alla Trapattoni": è pratico ed esperto. Subito dopo la prima giornata ha fatto evidenziare qualcosa di lampante, ovvero che il gioco di Ventura era sbagliato: quel giro-palla lezioso, il tenere troppo il pallone, non si adattavano assolutamente alla categoria. Reja ha un gioco nettamente più veloce, molto più buono per i nostri attaccanti; è stato l’irritante canovaccio del lancio lungo che ha portato al distacco con Ventura, il nuovo allenatore preferisce i passaggi veloci e l’uno-due a centrocampo. Noto anche l’inserimento di qualche combattente in più nella formazione titolare, per dare più peso specifico al centrocampo: non è una vera e propria rivoluzione, ma sono dei correttivi utili che, speriamo, porteranno qualcosa di buono”.
Lei è un grande operatore di mercato: ha fatto bene il Napoli a compiere questa piccola "rivoluzione", e ad acquistare 6 giocatori inserendoli più o meno immediatamente nella formazione titolare?
“Bisognerebbe capire le situazioni interne alla società. Sicuramente i cambiamenti radicali non fanno mai bene. Ciò è stato fatto per non lasciare Ventura nei guai, e per evitargli ulteriori brutte figure. Secondo il mio giudizio si è voluto trovare nei calciatori la causa di questa parziale delusione del Napoli. Si è cercato di salvare l’allenatore a discapito di qualche giocatore che, probabilmente, non centrava proprio nulla con questa situazione. Con più attenzione si poteva evitare tranquillamente questa rivoluzione”.
Mi dia un giudizio sui nuovi acquisti: qual’è il vero "colpo" del Napoli?
“Sembra banale dire Calaiò; anche perché è giovane, la società ha investito tanto su di lui, ed è un giocatore di sicuro avvenire che però ha già dimostrato molto in B. E’ sicuramente lui quello che può far fare al Napoli il tanto sospirato salto di qualità. Fontana è un ottimo acquisto: io l’ho avuto in una mia squadra, in questo periodo è un po’ arrugginito perché con la Fiorentina non giocava mai, ed a Napoli Ventura lo costringeva a giocare in una posizione troppo bassa, arretrata, che non gli ha permesso di far vedere le sue reali potenzialità. Ma Gaetano è un grande giocatore, e lo dimostrerà. Gli altri sono calciatori abbastanza bravi, ma di categoria: Consonni è un giocatore che si può destreggiare bene tra la B e la C, Romito un giovane che deve ancora dimostrare il suo reale valore. Grava gioca sul centro-destra, ma è abituato a difese a tre. Gautieri non ha più il fisico e la corsa di qualche anno fa, non è in grado di fare il gioco che Ventura gli chiedeva; speriamo che Reja gli trovi una posizione più consona alle sue capacità. Pià, come Pozzi, sono possibili sorprese in prospettiva futura: giovani su cui il Napoli punta fortemente”.
Un giudizio sulla serie C. Lei si aspettava un campionato così difficile?
“Io sono nato in serie C, nel Benevento 74/75. In questa categoria sono cresciuto e mi sono fatto conoscere, quindi non sono affatto sorpreso. In C si trovano buoni giocatori, alcuni anche in possesso di ottima tecnica, ma ciò che differenzia la C dalla B è la presenza nei calciatori di un forte spirito agonistico. Per chi non lo conosce poteva essere considerato un calcio di bassa lega, ed è questo che ha fatto pensare che il Napoli avrebbe fatto un campionato da padrone. Io considero la C una B2”.
Quale è il suo giudizio sull’operato di Marino? Molti lo considerano una delle cause del fallimento del progetto iniziale, chiedendone addirittura le dimissioni.
“Noi a Napoli siamo molto bravi a creare Dei e poi buttarli nella polvere. Marino ha ricevuto da de Laurentiis, oltre alla fiducia incondizionata, anche la carica di presidente-manager. Ha avuto coraggio il giorno che, imponendosi, prese Ventura al posto di Vavassori, già contattato dal presidente. E’ stata l’ostinazione nel tentativo di salvarlo il più grosso errore, il calcio non ammette esami di riparazione. Ma del resto capita a tutti un anno poco favorevole, agli allenatori come ai manager: l’importante è porvi rimedio. Le dimissioni? In Italia le danno in pochi…”.
 

 

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