M10: LE GESTA DI MARADONA RACCONTATE DALLE ORIGINI •

9/2/2005
(dal mensile n. 3 Andrea Saladino) - Commovente…è la prima parola che viene in mente appena usciti da “M10”, il museo itinerante dedicato al più grande calciatore di tutti i tempi: Diego Armando Maradona. La mostra racconta le magnifiche gesta compiute dal “Pibe de Oro” sin da quando giocava con i “Cebollitas” dell’ Argentinos Juniors, fino ad arrivare al mondiale del 1994 negli Stati Uniti, la sua squalifica per doping (efedrina) e il suo addio al calcio con la maglia del Boca Juniors. Storie di grandi trionfi (il mondiale ’86, i 2 scudetti e la coppa UEFA con la maglia del Napoli) e di grosse delusioni (le squalifiche, la caduta nel tunnel della cocaina). A prova di ciò una incredibile collezione di maglie da gioco, a partire da quella del suo avversario storico: Pelè (ricordiamo la lotta per il titolo di miglior calciatore del XX secolo FIFA, assegnato dai tifosi a Diego attraverso un vero e proprio plebiscito); E poi Beckenbauer, Kempes, Passerella, Keegan,Van Basten, Platinì, Caniggia, Bagni, Zico, Valdano, e chi più ne ha più ne metta. Il museo è diviso in sezioni ed ognuna racconta un momento particolare della vita di Maradona attraverso l’utilizzo di filmati in dvd: colpisce particolarmente la riproduzione della sua casa di Villa Fiorito, a dimostrare che il grande campione non dimentica le proprie umili origini. Notevole anche il numero di maglie e premi appartenenti allo stesso Diego, il tutto spiegato da simpatiche didascalie scritte in puro dialetto napoletano e in prima persona: un modo in più per ricordare il profondo attaccamento di Maradona a Napoli e ai tifosi azzurri. Farà piacere ai visitatori rivedere le magliette del Napoli degli anni ’80: Berna, Mars, Voiello, sponsor divenuti storici, scritte che campeggiavano sulle magliette azzurre, bianche, rosse (sì, proprio le mitiche maglie rosse, di cui si ricordano i malefici influssi). La sezione dedicata al Napoli è sicuramente una delle più visitate, con teche che ricordano i trionfi dello squadrone azzurro (particolarmente emozionante quella dedicata al primo scudetto) e con la riproduzione della Coppa Uefa, primo (e finora, purtroppo, unico) successo europeo. Senza dimenticare i continui riferimenti all’Argentina, di cui abbiamo una vasta collezione di magliette della nazionale e premi vinti da Diego in patria. Fino ad arrivare ai giorni nostri: alla mostra troviamo anche il cappello di Fidel Castro, cimeli regalati a Maradona da vari artisti di fama mondiale come le maglie di Freddie Mercury e Bono degli U2. Una vita eccezionale, vissuta dall’uomo che ha saputo riscattare il nome di Napoli nel mondo; unico esempio di campione “venerato” da un’intera città. Napoli che, senza Diego, non avrebbe mai potuto vivere quei grandi momenti di gioia collettiva, che per un po’ di tempo ci fecero dimenticare i grandi problemi che affliggevano la nostra città. Mostra dedicata ai nostalgici dei tempi d’oro del calcio cittadino, per non dimenticare cosa significa “giocare” davvero a calcio, in una città dove, solo 20 anni fa, si lottava per lo scudetto. Altro che playoff…
 

 

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