MORENO FERRARIO, ‘LO STOPPER D’ACCIAIO’

 

   

   

“Calcio d’angolo per il Napoli, mischia e …la palla e’ in rete, pareggio del Napoli!”.Così Enrico Ameri nella sua radiocronaca descrisse il pareggio di Moreno Ferrario in Juventus-Napoli 1-3 del 09-11-1986(forse la vittoria più prestigiosa in assoluto della lunga storia Azzurra).Fu un tiro in mischia un po’ sporco che colpì prima il palo, e poi terminò lentamente in rete,dando l’ impressione che Tacconi,dovesse prenderla da un momento all’ altro.E’ stato l’ unico gol su azione dello stopper milanese nato il 20-3-1959.Dopo 2 campionati in serie B con il Varese,fu acquistato nel 1977 ad appena 18 anni,sulla scia della politica “largo ai giovani”,caldeggiata dall’ allora Direttore Generale Sandro Vitali.Subito divenne titolare fisso,diventando molto presto anche il Numero “5” della Nazionale “Under 21” collezionando la bellezza di 16 presenze.Il salto alla Nazionale A gli fu negato più per questioni “geopolitiche” che per motivi tecnici.

Negli 11 anni qui trascorsi ha conosciuto il Napoli “medio alto” dei suoi primi anni (78-82),il Napoli “minimo” in odore di retrocessione(’82-84),ed il Napoli massimo (’84-’88) di Diego Armando Maradona.Fu bollato come uno dei 4 “golpisti”( insieme a Garella,Giordano e Bagni),che tramarono contro Ottavio Bianchi,dopo la clamorosa perdita dello scudetto del 1988;in realtà,per quanto Moreno Ferrario,i motivi erano squisitamente tecnici,perché la sua professionalità ed il suo attaccamento alla causa Azzurra non sono mai venuti meno durante la sua lunga milizia.Ragazzo schivo e riservato,freddo un vero “lumbard”(fu il 1° rigorista dal 1982 al 1984 ,sbagliando un solo penalty su 8 tirati).Implacabile marcatore,deciso ma raramente falloso, rappresentava insieme a Castellini e Bruscolotti la fantastica diga Azzurra dei primi anni ’80.Spesso fu schierato da libero,a conferma delle sue doti.Lo si può tranquillamente definire uno dei migliori difensori della sua generazione.In totale con gli Azzurri ha disputato 312 incontri con 8 reti. 

 

     

Emanuele Orofino

                                                                        17/6/2003

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