OCCORRE STABILITA’ E PROGRAMMAZIONE

magomerlino.jpg (10746 byte)

Il sì di Naldi all’offerta-progetto di Corbelli sembra aver dato uno scossone all’imprenditoria napoletana. Nel senso che presto un altro nome nuovo, finanziariamente forte, potrebbe entrare nel consiglio d’amministrazione della società acquisendo la seconda delle quattro quote messe sul mercato dal presidente azzurro. Quattro quote, ognuna delle quali pari al 10 per cento delle azioni, in vendita al prezzo fisso di 21 miliardi.
Ma l’operazione Naldi va al di là della semplice partecipazione di un nuovo imprenditore alla proprietà del club. Quel si rapido, veloce, convinto e soddisfatto offre, infatti, nuovi argomenti di conversazione e riflessione anche all’interno della squadra.

"Questo accordo tra Corbelli e Naldi - spiega infatti Magoni - è un segnale importante e positivo. Intanto per la città. Con tutto il rispetto per il presidente, infatti, non riuscivo a immaginare un Napoli senza presenze napoletane in società. Perché? Perché trovo non solo giusto, ma addirittura necessario che il piano di rilancio del Napoli, da sempre patrimonio dei napoletani, sia condiviso da nomi e da capitali cittadini".
E Magoni, alla quarta stagione con la maglia azzurra, mediano a volte mal visto e mal considerato e poi, invece, irrinunciabile presenza in mezzo al campo, va anche un po’ più in là col suo discorso. "In un calcio che ormai pretende sforzi finanziari eccezionali è difficile che tutto possa ricadere sulle spalle o nelle tasche di uno solo. Bene ha fatto, dunque, Corbelli ad aprire il club ad altri e meglio ancora ha fatto a volere imprenditori napoletani come soci. Questo accordo - aggiunge Magoni - è una buona novità. M’auguro soltanto che poi tutto si trasformi in un progetto di reale rafforzamento e di reale stabilità del club".
E qui Magoni dà fondo all’esperienza personale. "Sono arrivato al Napoli - racconta - nel momento peggiore della recente storia azzurra. Per problemi finanziari fu difficile anche il mio trasferimento. Poi le cose sono andate sempre peggio. Un esempio per tutti. In tanti anni di pallone non m’era mai capitato che una cosa normale come il pagamento delle mensilità, dello stipendio, insomma, diventasse un evento addirittura raro. Da altre parti è normale che gli impegni vengano rispettati nelle date stabilite; qui a Napoli, invece, il pagamento dello stipendio ai calciatori diventa notizia da giornale. Questi, è evidente, sono segnali d’incertezza e di precarietà. Ecco, la mia speranza è che questo nuovo corso societario dia certezze, stabilità, fiducia a tutti: città, pubblico, squadra, club".
Infine i riflessi diretti sulla squadra. "Se tutto andrà come vogliamo, ve ne saranno di sicuro. E positivi. Ma non subito, non immediatamente. È nel tempo che il Napoli potrà godere degli effetti di un programma che parte solo ora. Subito, però, qualcosa può accadere. Si dice che il Napoli abbia bisogno di ingaggiare qualche altro giocatore per puntare già quest’anno alla serie A, ebbene, l’arrivo di capitali freschi potrebbe sbloccare il mercato azzurro. Mercato ingessato proprio dalla mancanza di liquidità. Mi spiego: il Napoli dice di aver bisogno di vendere per poter comprare, ma poi trova difficoltà a cedere alcuni dei suoi giocatori e, quindi, né compra né vende e tutto resta immobile, immutato. Avere liquidità a disposizione, invece, vuol dire avere la possibilità di agire rapidamente e con successo sul mercato. E la cosa non mi sembra marginale". Elementare Watson, elementare…

INDIETRO