ORDINARIA FOLLIA

Alla fine della drammatica serata del Partenio, con un tifoso in fin di vita e circa 25 feriti, ciò che fa scalpore sono le dichiarazioni poco opportune del patron dell'Avellino.

Pasquale Casillo con una tragedia sullo sfondo trova il modo di preoccuparsi delle eventuali conseguenze dell'aspetto regolamentare di una gara che giustamente non si è fatta giocare. Casillo va giù pesante e le sue dichiarazioni rischiano di accendere ancor di più gli animi: “C' è una regia occulta dietro gli incidenti che si sono verificati questa sera. L'obiettivo - ha precisato - era quello di non disputare la gara e ci sono riusciti. Al Napoli, senza cinque calciatori, è convenuto che per colpa di cinquanta pazzi non si giocasse la partita. Ci devono dare un esempio dandoci la partita vinta a tavolino per far capire a questi pazzi che non potranno, la prossima volta, condizionare lo svolgimento di una partita".

 

Tristemente colpito dagli incidenti del Partenio, il ds Perinetti da vero signore commenta l'accaduto: "Non abbiamo vissuto una serata di calcio. E questo è mortificante per chi ama lo sport. Il rispetto per la vita umana è importante. Siamo vicini al ragazzo gravemente ferito e speriamo possa riprendersi presto. Mi auguro che il calcio abbia la forza di riproporsi e continuare".


Agostinelli commenta così i fatti di Avellino: "Non abbiamo visto nulla. Ci hanno riferito che un tifoso partenopeo è molto grave. A nome della squadra posso dire che siamo distrutti per questo. Abbiamo vissuto una pagina di sport che non avremmo mai voluto vedere.

 

Secondo il presidente della Provincia di Avellino, Francesco Maselli, gli episodi di questa sera sono ''una vergogna per il calcio e lo sport. I colpevoli vanno individuati, perseguiti e puniti in maniera esemplare''.

 

Parla anche Toto Naldi all'indomani dei fattacci di Avellino.  "Sono rimasto e sono tuttora scosso dai fatti avvenuti ad Avellino. Non è questo il calcio che era nella mia mente quando ho deciso di essere più vicino a questo mondo. Sono entrato nel Napoli con l'intento di far divertire i tifosi, o almeno di tentare di farlo. Non pensavo di vedere la vita di un sostenitore attaccata ad un filo di speranza. A questo ragazzo e alla sua famiglia che sta trascorrendo ore terribili, mi sento vicino così come sono vicino al vicequestore della Polizia colto da malore durante gli incidenti e a tutti gli esponenti delle Forze dell'Ordine rimasti feriti. Ho sempre pensato - prosegue Naldi - che nello sport dovesse prevalere solo lo sport invece quello che è accaduto ad Avellino, l'assurda violenza sul campo - qualunque causa scatenante l'abbia provocata - dimostra che non è lo sport a prevalere. D'ora in poi tutti dobbiamo lavorare perché questa pericolosa tendenza si blocchi. Ma il discorso chiama in causa la responsabilità di tutti e anche la necessità di un'efficace opera di prevenzione ed organizzazione che ad Avellino a diversi livelli non è stata ottimale. Un'opera di prevenzione che vista da lontano, deve partire dall'isolamento di quelle frange di pseudo tifosi nei quali la parte più sana del tifo che resta la maggioranza, non si riconosce, non si identifica, non vuole averci niente a che fare. Per restituire al calcio la gioia che deve accompagnarlo, bisogna che tutti facciano un passo indietro. Cerchiamo di stare tutti più calmi, di dare ai fatti il loro giusto significato, anche di condanna, ma senza speculare, senza voler per forza rincorrere una comoda vittoria a tavolino".

 

 

Vincenzo Letizia 

 

20/09/2003

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