• IN TERRA D’ABRUZZO ALLA VOLTA DI PESCARA •

23/11/2006

(RENATA SCIELZO) - In questo fine settimana, in cui la temperatura inizia a farsi più rigida, il Napoli ci conduce in terra d’Abruzzo, terra che noi napoletani finiamo quasi sempre per identificare con le nevi (quando ci sono….) di Pescasseroli e Roccaraso. Ma l’Abruzzo è anche altro.
E’ anche la dannunziana Pescara che, posta tra il fiume e il mare, invita il visitatore a trascorrere qualche piacevole ora passeggiando per le vie del centro, lungo Corso Vittorio Emanuele, l’arteria cittadina principale, e nella zona tra le colline e il mare.
Lungi dal trovarsi immersi in una realtà sonnacchiosa, si scopre una città relativamente recente e, sebbene dall’assetto urbanistico moderno, nient’affatto spiacevole, anzi misurata, ordinata, invitante.
La città è nata nel 1926, con il patrocinio di Gabriele d’Annunzio, dall’unione di due preesistenti comuni, la vecchia Pescara, a sud dell’omonimo fiume e nei pressi dei resti di una fortezza cinquecentesca e Castellamare Adriatico, a nord del fiume, vicino al Santuario della Madonna dei Sette Dolori; due nuclei distinti ed unificati da un ponte costruito nel 1934. Degli antichi bastioni che facevano da cinta muraria poco o nulla rimane, ma vale la pena comunque, nonostante le scarse testimonianze storico artistiche, recarsi in quel di Pescara per una passeggiata, per provare le specialità gastronomiche locali, per ammirare l’Adriatico nella sua veste autunnale, il fiume Pescara e i bei boschi e saliceti che lo circondano, o per spostarsi un po’ più in là negli incantevoli dintorni, magari verso Penne, cittadina dall’antico passato.
L’itinerario che suggeriamo è quello che contempla nel pre- partita una visita del borgo di Pescara, quello di corso Manthonè e di via delle Caserme, o della Pescara dell’inizio del XX secolo, con bei palazzi e ville in stile eclettico tra cui spiccano villa Urania, Montani e Selecchy e ancora il bel palazzo liberty Michetti – Barattucci. Poi una sosta per ammirare le testimonianze architettoniche del ventennio e in particolar modo il Palazzo del Governo, che sarebbe bene visitare internamente in quanto ospita un’interessante collezione d’arte e in particolar modo il dipinto “la Figlia di Iorio”, una delle tele più prestigiose di Francesco Paolo Michetti, il cui tema fu poi ripreso da Gabriele D’Annunzio in una celebre tragedia pastorale del 1904. Ed è sicuramente Gabriele D’Annunzio uno dei più celebri cittadini di Pescara, ad oggi in buona compagnia del grande Ennio Flaiano e del novello eroe di Germania: quel buon Fabio Grosso, il cui sorriso incredulo dopo il goal della semifinale e il cui rigore battuto con freddezza a suggellare la vittoria mundial difficilmente saranno cancellati. Parentesi calcistiche a parte, proprio perché ci ha raccontato l’atmosfera di Pescara nelle sue novelle, obbligatoria diviene la sosta prima della partita presso la dimora del poeta vate D’Annunzio.
Poi, qualora la partita abbia avuto l’esito sperato, potrebbe rivelarsi piacevole o spostarsi verso la località di Penne o trattenersi per il sabato sera in quel di Pescara. A quel punto si può optare per la visita di uno dei porti turistici più invitanti dell’Adriatico, quello di Marina di Pescara, o per una sosta mangereccia per provare le specialità gastronomiche locali: scegliendo tra la cucina di mare o di terra a seconda dei propri gusti, perché la città posta come è tra il mare e le colline è sicuramente in grado di accontentare ogni palato. E tra un gustoso guazzetto o brodetto alla pescarese, spaghetti alle paparazze (le nostre vongole) o i famosi spaghetti alla chitarra preparati con ogni tipo di condimento, il ciffe ciaffe di maiale, gli arrrosticini e la polenta alla spianatora si spera di ritornare a casa sazi, contenti e magari felici per un bel risultato della nostra squadra del cuore, laddove la mente corre lontana a quella goleada consumatasi al San Paolo ai tempi di Dieguito (8- 2)..
Lungi da noi sperare in tanto, ci accontenteremmo di poco, qualora si torni vincitori e si riesca a mantenere il primato…se poi lo si fa, dopo essersi arricchiti visitando la città e concludendo con un bel parrozzo, il dolce tipico pescarese a base di mandorle e cioccolato, tanto meglio…
La prossima volta ci vediamo un po’ più a nord, destinazione Cesena.

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