(RENATA SCIELZO) - A nemmeno
troppi km da casa, percorrendo l’A1
e lasciando l’autostrada all’uscita
Frosinone, si segue il Napoli e si
ha la possibilità di entrare nel
cuore della Ciociaria, ameno
territorio del Lazio, famoso per le
ricche bevute e le buone mangiate e
per il carattere genuino dei suoi
abitanti, carattere cui ha
sicuramente dato lustro il cinema
italiano.
Non sono più i tempi de “La ciociara”
tratto dall’omonimo romanzo di
Moravia e interpretato dalla
bellissima Sophia Loren, ma il
territorio che accoglie il Napoli,
se si esce dagli angusti limiti
cittadini, è di quelli rimasti in
più punti intatti, autentici.
La trasferta di Frosinone, in un bel
weekend di fine aprile, può essere
l’occasione per andare alla scoperta
di tanti piccoli centri,
artisticamente affascinanti e
culinariamente interessanti, non
senza passare per la città – una
città prevalentemente moderna - in
zona stadio.
Auspicando per il Napoli una
trasferta come quella di Treviso con
bottino pieno, i tifosi potranno
fare un po’ di shopping in quel di
Frosinone e poi col sopraggiungere
della sera andare a visitare i
vicini e bellissimi borghi.
Anagni o Ferentino, Roccasecca o
Ceprano: luoghi autentici, le cui
belle chiese, i cui resti di mura,
le cui strade inerpicate e fatte
ancora di ciottoli mantengono il
fascino di un mondo dal sapore
antico che in città la lasciato
spazi ad altre architetture, ad
altri edifici.
Immergersi in queste sere di
primavera in questi borghi
silenziosi, dove di tanto in tanto
il silenzio è rotto soltanto dal
rumore di qualche automobile o dalla
voce di qualche signora e per le
strade si avvertono ancora i profumi
dei cibi cucinati nelle case è una
di quelle esperienze che fai
d’estate nei piccolo borghi di cui
tutto lo stivale è disseminato, ma
che in periodo lavorativo, quando
poco tempo si ha per viaggi e gite
fuori porta, costituisce un vero
toccasana per la mente e per il
corpo.
Ma non solo borghi, anche bellissime
abbazie che visitate di domenica
mattina con il sole fuori e l’aria
che sa di primavera risultano ancora
più belle. L’abbazia di Casamari o
quella purtroppo bombardata e molto
rimaneggiata di Cassino.
Piccoli borghi o abbazie spesso
calati in uno scenario naturale di
straordinaria bellezza: monti, laghi
e terme (una visita in quel di
Fiuggi e un po’ di relax pre o post
partita nemmeno sarebbe male) e
boschi di conifere.
Ma non solo: la Ciociaria come
preannunciato è anche terra di
mangiate in allegria e di buoni
vini. Non saranno i vini dell’Irpinia,
ma il Cesanese del Piglio pur non
essendo robusto come un Taurasi
delle nostre parti, si fa apprezzare
e gustare soprattutto se
accompagnato ad un buon piatto di
carne, che da queste parti è davvero
squisita. Per chi non è vegetariano
una pausa pranzo da queste parti
potrebbe rivelarsi letale…il rischio
di voler a tutti i costi mettersi in
macchina per rigustare abbacchi alla
brace, ottime bistecche, coratella e
ciambelle cotte nel vino diviene
certezza dopo essere stati a “Il
Mattatoio”, mai nome fu più
appropriato, dove i gestori sono
giovani, i prezzi contenuti e la
carne alla brace squisita.
Chiediamo venia: non vi siete
imbattuti in uno di quegli articoli
di cucina e i proprietari del
Mattatoio non sono amici nostri,
vogliamo solo consigliare il meglio
ai nostri lettori, e, se possibile,
rendere più amena e piacevole la
trasferta.
Che altro dire, sebbene Frosinone
non sia ricca di fascino come
Treviso, ammaliante come Genova o
tutta portici e locali come Bologna,
una sosta la merita davvero: per
seguire la partita, per una ricca,
sana e genuina mangiata in compagnia
e per un simpatico scambio di vedute
con i ciociari, simpatici quanto non
mai, divertenti come pochi, purché
non si parli di calcio: i nostri
colori non sono troppo amati, siamo
in feudo laziale, prima ancora che
frusinate, e allora è meglio parlar
di abbacchi e coratella e bere un
po' di cesanese.
Alla prossima e come sempre Forza
Napoli.