• L’ITINERARIO DEL CUORE...E DELLA RABBIA - FANTASTICANDO PALERMO •

8/11/2007

(RENATA SCIELZO) - A lungo incerti sull’opportunità di proporvi o meno la nostra consueta rubrica, abbiamo optato per il sì, per presentarvi e raccontarvi di una Palermo dove non potremo essere che con il cuore, solo con quello. Sarà un modo per conoscere le pieghe di quella città estremamente bella, calda e affascinante, che vedrà i nostri paladini protagonisti senza seguito. Ancora una volta. Dopo Milano e Roma, Palermo. E l’itinerario del cuore si fa itinerario della rabbia, perché se è vero che saremo lì con il nostro cuore e con i nostri pensieri a sostenere i colori azzurri, è pur sempre vero che, ancora una volta, per i tanto sbandierati motivi di ordine pubblico, ci viene vietato di seguire dal vivo la nostra squadra del cuore. Quest’ennesimo “no” fa rabbia e fa discutere. Più volte abbiamo ribadito quanto sia lontano da noi l’habitus delle vittime, ma ci troviamo a scontrarci con una realtà che per l’ennesima volta ci vede tali. Vittime. Sempre noi, sempre i nostri tifosi. Ed è un vero peccato, come lo è stato perdere quel funambolico Roma – Napoli.
Palermo – Napoli poteva essere una sfida di quelle indimenticabili, due delle più grandi città del sud, finalmente l’una di fronte all’altra; due città simili, nelle quali i contrasti diventano fascino, diventano unicità; due città fatte di cuore e calore, due città di sole e di mare. Einvece no, ancora una volta ci viene impedito di assistere ad una sorta di derby, ancora una volta dovremo accontentarci della tv, ancora una volta non potremo sentire il nostro idioma mescolarsi ai suoni e ai colori di un’altra terra, quella sicula.
Peccato. Ma noi a Palermo ci andiamo lo stesso, non possiamo pensare ad una due giorni reale come a Roma, visto che ben più km ci separano, ma possiamo quanto meno “volarci” con la fantasia e col cuore, rispondendo a chi ancora una volta ci priva della possibilità di seguire i nostri colori e compiere l’ennesimo piacevole itinerario lungo lo stivale.
Proviamo a farvi volare in quel di Palermo sulle ali della fantasia e del racconto, di chi, per quanto arrabbiato, proverà a mostrarvi qualcosa di Palermo.
Che dire cari lettori, Palermo è una donna suadente e affascinante, un crogiuolo di culture, frutto delle tante dominazioni che si sono susseguite, uno spettacolo per gli occhi, con il monte Pellegrino che si specchia nel mare e il bel lungomare della vicina Mondello (una vera e propria propaggine di Palermo stessa), e uno spettacolo per il palato. Condivide con Napoli persino questo: l’arte e il piacere di mangiar per strada, la straordinaria, sebbene diversa dalla nostra, maestria nell’arte pasticciera. Un vero peccato poter solo parlare di tutto ciò. Noi tuttavia speriamo di riuscire a solleticare la vostra fantasia e i vostri desideri. Magari nella città dell’arciere, per il ponte dell’Immacolata o in un’altra occasione, ci andate lo stesso. Magari.
Palermo vi stupirà per un patrimonio artistico di inaudita bellezza, figlio di varie epoche e di differenti dominazioni e stili: arabi, normanni, svevi, angioni, aragonesi e spagnoli hanno lasciato qui segni del loro passaggio, segni che fanno del capoluogo siciliano una città dai mille volti. Ammirerete lo Spasimo e le chiese della Martorana e di San Cataldo, i quattro canti e le tante fontane e chiese barocche, la Zisa e il Palazzo Chiaramonte Steri, resterete estasiati se vi spingerete fino alla vicina Monreale con il suo Duomo, passerete dai resti di mura puniche alle bellissime ville liberty di viale della Libertà e dintorni, entrerete in Palazzo Abatellis per ammirare il bellissimo quadro dell’Annunciata di Antonello da Messina, guarderete almeno da fuori il teatro Massimo e farete un giro nei giardini dell’orto botanico, ma avrete visto solo dei frammenti di Palermo, solo delle sfaccettature di quella che è davvero una città dai mille e più volti.
E uno dei volti più belli di Palermo è quello dei suoi famosi mercati, a metà tra i nostri consueti mercati e i souq di matrice araba, i mercati di Palermo sono un’esperienza che va fatta. Dalla Vuccirìa (il mercato della carne) a Ballarò (il mercato reso ancora più celebre dalla trasmissione di G. Floris che da lì mutua il suo nome), passando per il Capo sarà un’esperienza sensoriale indimenticabile.
Così come vi sentirete a casa, camminando per le strade della città: assisterete a scene consuete ai nostri occhi di napoletani (e del resto con i palermitani condividiamo parecchi signori e dominatori) e vedrete quanto, come da noi, cibo e mangiar per strada sono pane quotidiano.
La gastronomia palermitana è variopinta e traboccante, dolce e salata, proprio come la nostra. Panelle, pani ca meusa, sfinciuni e arancini, sapori forti e decisi per cibi ipercalorici, ma per i quali val la pena peccare di gola, ricordandosi di lasciare un posticino per i dolci: gelati, granite, cassate, cannoli…dobbiamo aggiungere altro?!
Un peccato davvero mancare nella città che forse più ci è vicina, come sensibilità e come vivacità, mancare nella città che sentiremmo più nostra, mancare in una delle più belle città di Italia.
Per fortuna siamo sicuri che prima o poi a Palermo, se non ci siete già stati, ci andrete lo stesso e magari ci tornerete, e siamo sicuri che Palermo vi ammalierà con il suo fascino. Per il momento toccherà solo far di necessità virtù. Sospesi tra sogno e fantasia, ci andremo e ci andrete col cuore, e sabato sera lì al Barbera sarà come se fossimo in tanti, tutti ad urlare: “forza Napoli”.
Alla prossima e buon viaggio.
 

 

   INDIETRO