L'ITINERARIO DEL CUORE - PARTHENOPE ALLA VOLTA DI MANTUA...

3/5/2007

(RENATA SCIELZO) - Mantova e Napoli come ci suggeriscono vecchi ricordi di liceo hanno in comune uno dei più grandi poeti dell’antichità, quel Virgilio che con i suoi versi ha parlato a tantissime generazioni, quel Virgilio che sui banchi di scuola ha fatto dannare migliaia di studenti, quel Virgilio che riposa in quel di Posillipo, nel verde del Parco che da lui prende il nome, quel Virgilio che come recita l’epitaffio apposto su quello che in realtà è un antico colombaio romano nacque a Mantova e riposa a Napoli. “Mantua me genuit, Calabri rapuere, tenet nunc PARTHENOPE….”.

Già fu proprio la nostra amata Napoli a strappare, dopo una serie infinita di vicissitudini il celebre poeta alla sua terra, di Napoli Virgilio si innamorò, a Napoli fece incontri importanti, a Napoli dichiarò di volere essere sepolto, su quella collina che tanto aveva amato, su quella collina dove sorgeva la sua villa.

E noi con un po’ di gratitudine e riconoscenza, seppur dopo svariati secoli, non siamo nemmeno un minimo curiosi di scoprire le origini, il territorio di chi da Napoli si lasciò così tanto ammaliare?

Ora che Virgilio (speriamo non ci leggano troppi studenti) non è più tra i nostri incubi notturni per versioni e affini, mettiamoci in viaggio sotto le “insegne” dell’AZZURRA PARTHENOPE e andiamo a scoprire la sua Mantova, riempiamoci gli occhi di una città che è bella, davvero bella, e poi soprattutto torniamo vincitori, degni epigoni dell’eroe cantato da Virgilio (il vittorioso Enea) con tre punti nel sacco e un altro affondo verso l’ambita gloria calcistica.

Convinti dell’impresa? Insomma basta mettersi in macchina, fare un po’ tanti chilometri, ma poi…poi ne vale davvero la pena, Mantova non è una di quelle grigie città settentrionali, ma attraversata dai fiumi, ricca di bellezze artistiche e calata in un incantevole scenario naturale fa innamorare ogni turista, anche quello più prevenuto. La città affascinò il famoso scrittore Aldous Huxley per i suoi monumenti, i canneti lungo il Mincio, i fiori di loto, la nebbia, la surreale patina del tempo che avvolge ogni strada e piazza, la storia, la semplicità dei suoi cittadini e Charles Baudelaire, poeta maudit per eccellenza, vide nella città lombarda “un mondo addormentato in una calda luce”.

Città antichissima e oggettivamente bella, sede dei palazzi della nobile famiglia dei Gonzaga, Mantova è stata proprio grazie agli investimenti e alle sovvenzioni di questa famiglia resa superba in età rinascimentale. Tantissime le testimonianze storico artistiche di fine ‘400 – inizio ‘500 tra cui spicca la Basilica di S. Andrea nata progettualmente nel 1472 da un’idea di Leon Battista Alberti, costruita sotto la guida dell’architetto Luca Fancelli e completata dall’enorme cupola disegnata da Filippo Juvara, molti anni dopo.
Ma non solo: da ammirare il palazzo Ducale, il bellissimo Palazzo Te con i cinquecenteschi affreschi di Giulio Romano, la Rotonda di San Lorenzo (la più antica chiesa della città), le tante suggestive piazze.
Insomma davvero un bel giro da fare in centro nel pre o nel post partita; giro che come sempre non si completa se non con la consueta sosta mangereccia. La città si distingue per la produzione di burro e salumi, tra cui spicca il famoso salame mantovano, ma soprattutto è da annoverarsi per gli squisiti tortelli alla zucca, specialità da provare, nella speranza che i nostri ragazzi non si lascino tentare e che i giocatori del Mantova ne abbiano fatto una scorpacciata tale da soccombere sotto i colpi di Parhenope rediviva, il nostro Napoli.

Alla prossima. Buon viaggio a chi segue i colori azzurri e Forza Napoli, uniti e senza paura.
 

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