• L’ITINERARIO DEL CUORE – SU A NORD EST, VERSO TRIESTE •

22/2/2007

“[…]Trieste ha una scontrosa
grazia. Se piace,
è come un ragazzaccio aspro e vorace,
con gli occhi azzurri e mani troppo grandi
per regalare un fiore;
come un amore
con gelosia.
Da quest'erta ogni chiesa, ogni sua via
scopro, se mena all'ingombrata spiaggia,
o alla collina cui, sulla sassosa
cima, una casa, l'ultima, s'aggrappa.[…]”
U. SABA

(RENATA SCIELZO) - Su a nord verso l’estremo lembo orientale della penisola, lì dove, appollaiata sul mare e spesso battuta dalla bora, si staglia Trieste. Lì ci conduce questa settimana il nostro Napoli, lì, con la speranza di portare a casa un buon risultato, che ci consenta, complice un passo falso della Juve, di riappropriarci del primato.
Orfani dal vivo dei colori azzurri da due domeniche a questa parte, a spingerci alla volta della città del faro, sono non solo i suoi tanti e poco conosciuti angoli di inusitata bellezza, ma anche il desiderio forte e vivo più che mai di seguire i nostri paladini, di far sentire ai ragazzi il calore del tifo azzurro. Sempre numeroso. Anche quando si tratta di trasferte. Anche se ci sono le porte chiuse o se ad entrare sono solo gli abbonati. Farà bene ai ragazzi sapere che qualcuno li segue, anche se non può urlare a squarciagola in una curva o issare striscioni.
E allora andiamo a respirare un po’ di aria mitteleuropea in questa città al centro della storia del ‘900, in toto restituita all’Italia dal 1954.
Profumo di storia, ma anche di mare, di arte e di caffè…
Leggere per credere.
Se Trieste è stata protagonista del secolo appena trascorso nelle contese tra l’Italia e la allora Jugoslavia è stata anche nel corso del tempo un importante crocevia culturale ed un luogo in cui patrimonio artistico culturale e scenari naturali si sono sposati a meraviglia.
Trieste: la città cantata da Saba nelle sue indimenticabili poesie, la città che un tempo ospitò Dante e più di recente il poeta tedesco Rilke, la città in cui è nato Svevo, la città in cui soffia la bora, la città in cui in ogni angolo si respira profumo di caffè (a quanto pare Napoli non è la sola…)
Come addentrarci nei suoi meandri, come conoscerla, come lasciarci travolgere dalla sua bellezza?
Un itinerario potrebbe partire dalle vie del centro, dalla piazza dell’Unità e da lì dare il via ad una passeggiata che non può non contemplare una sosta presso la cattedrale di S. Giusto, presso la Basilica di S. Silvestro e uno sguardo a bei palazzi liberty tra cui spicca Casa Bartoli in piazza della Borsa. Ma forse è verso il mare lungo la costa, guardano il golfo che è possibile apprezzare a 360° questa città. Scenari favolosi quelli che abbracciano i due castelli, il castello Miramare e il castello di Duino, due tappe che ci sentiamo vivamente di consigliare.
Ma Trieste significa anche grotte e fenomeni carsici, da ammirare le grotte di San Canziano e la grotta gigante e da non mancare, triste a dirsi, l’appuntamento con la storia, quella più brutta.
La Risiera di San Sabba e la foiba di Basovizza sono lì a ricordarci i più turpi crimini di cui si è macchiato il secolo appena trascorso. Andarci significa documentarsi, non dimenticare, ricordare affinché tali episodi non si ripetano.
Certo la visita è impegnativa e a fine giornata in attesa della partita del giorno dopo, o anche dopo essersela già goduta in qualche posticino al riparo dal freddo, c’è bisogno di una pausa ritemprante e corroborante. E se è vero che il profumo del caffè è di casa da queste parti, sarà bene suggerire ai nostri lettori qualche piccolo trucco, onde evitare di tornare a casa con la coda tra le gambe. Chiedete un “capo in b tanta” (cappuccino triestino in bicchiere con tanta schiuma) o un “goccia” (caffè con una goccia di schiuma di latte al centro) e non ve ne pentirete. Ancor meglio se accompagnerete il vostro caffè con gli squisiti dolci della tradizione austro – ungarica.
Quali?
Potete scegliere tra un presnitz (dolce di sfoglia e frutta secca) una putizza (pasta morbida ripiena di frutta secca), uno struccolo de pomi (strudel alle mele), uno struccolo cotto (strudel alle noci), dei crostoli (chiacchiere veneziane), un krapfen (bomboloni alla marmellata o alla crema), delle fritole (specie di piccola frittella) e via dicendo e magari accompagnare il tutto con da goccio di ottima malvasia locale. Ancora non siete convinti? O forse avete deciso di fermarvi a cena?
Alla prossima e forza Napoli. Che sia in uno stadio o in un bel bar al centro di Trieste.

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