• BASKET - KEITH CARTER, IL VOLTO NUOVO DELLA POMPEA NAPOLI •

21/12/2004
A cura di Raul D’Amato


Sarà Keith Carter l’uomo che imprimerà una svolta alla tormentata stagione della Pompea? A Napoli è quello che sperano tutti, in primis il presidente Maione, uomo poco propenso a non figurare da protagonista nelle avventure che intraprende. Se lo augura Attilio Caja, arrivato in corsa sulla panchina napoletana ed alle prese con mille problemi, come l’incredibile serie d’infortuni patita in questo scorcio di campionato o una condizione atletica poco brillante. Lo desiderano i tifosi, delusi dall’andamento non esaltante della squadra dopo i sogni di gloria cullati grazie ad una pre-season davvero spumeggiante. A Carter si chiede di diventare un terminale offensivo in grado di affiancare Penberthy ed alleggerirlo da peso dell’intero attacco piombatogli sulle spalle. In pratica, quel compito che il suo predecessore Jeff Trepagnier non è riuscito mai a svolgere. Se il curriculum di un cestista vale ancora qualcosa, sotto questo profilo Keith dovrebbe riuscire ad imporre le proprie doti, visto che con il canestro ha sempre mostrato una buona confidenza.
Uscito dall’Università del Mississipi, con la quale colleziona cifre ragguardevoli che, nel 1998, gli garantiscono l’inserimento nel roster della nazionale statunitense impegnata nei Goodwill Games, insieme a future stelle NBA come Shawn Marion, Elton Brand ed Andre Miller. L’ingresso nel campionato pro americano non si concretizza ed il ragazzo nato in Arkansas è costretto a ritagliarsi un posto nelle leghe minori, prima nella IBL a New Mexico, poi a Memphis nella ABA. Siamo nel 2001 e Keith decide di varcare l’oceano, accettando una proposta dall’Italia fattagli da Capo d’Orlando, neopromossa in Legadue. I numeri di Carter nella stagione ‘siciliana’ sono di tutto rispetto: 20.3 punti di media, con il 64.2% da due punti ed il 44% nel tiro pesante. La dirigenza dell’Orlandina ha tutta l‘intenzione di riconfermarlo, ma la sfortuna attende il nostro Keith dietro l’angolo. Durante l’estate subisce un grave incidente al ginocchio che lo tiene lontano dal parquet per diversi mesi. Rientra solo nella primavera 2003, indossando la casacca dei Dakota Wizard della CBA, con i quali arriva alle semifinali playoff. L’Italia è nuovamente nel suo destino: il general manager di Teramo, Pier Francesco Betti, lo osserva durante la Summer League di Los Angeles e decide di fargli una proposta. Sarà lui ad affiancare nei compiti offensivi Super Mario Boni, nella prima stagione in serie A della squadra abruzzese. E la convivenza con un cannoniere come Boni funziona alla grande, se è vero che Carter chiude l’annata con 17.2 punti di media (52.3% da 2p, 36% da 3p). Ma il sogno NBA è sempre presente nella mente del ragazzo che ci riprova durante l’ultima estate. Il camp con la nuova franchigia degli Charlotte Bobcats però non ha dato gli esiti sperati e alla vigilia della partenza della regular season, circa un mese fa, è arrivato il taglio. Ancora una volta per Keith si sono riaperte le porte italiche: stavolta a chiamarlo è stata Napoli.

DAL NUMERO DI DICEMBRE DEL MENSILE DI PIANETAZZURRO.
 

 

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