5/1/2005
Telekom
Bonn – Pompea Napoli 80-76
(27-22,40-41,53-56)
Telekom Bonn – Balasz Simon 2 (1/4 da due), Jackson 12
(4/5, 1/4), Miletic ne, Milisavljevic 23 (5/13,3/5),
Nnamaka 14 (6/7 da due), Janicenoks 15 (1/3, 3/6), Huber
Saffer 6 (1/3 da due), Mihajlovic 4 (2/3, 0/2), Markovic
ne, Klepac 4 (2/6 da due), Brammertz ne. All. Krunic
Pompea Napoli - Pignalosa ne, Morena ne, Gatto 1 (0/3 da
tre), Spinelli 7 (1/2, 1/1), Albano 3 (0/5, 1/2), Rocca
5 (0/7 da due), Allen 16 (3/5, 1/1), Garrett 5 (0/2,
1/4), Penberthy 21 (4/8, 3/5), Andersen 18 (7/10 da
due). All. Caja
Arbitri: Rems (SLO), Arteaga (ESP), Zamojski (S&M).
Note: Tiri liberi – Telekom 15/22, Pompea 25/36.
Rimbalzi – Telekom 29 (Jackson 12), Pompea 36 (Rocca
10). Spettatori 3200.
Come il celebre libro di Indro Montanelli, i sogni della
Pompea muoiono all’ alba di questo nuovo anno. In soli
due giorni, domenica scorsa e ieri sera, la formazione
azzurra ha fallito due obbiettivi stagionali, ovvero la
Final Eight di Coppa Italia (salvo miracoli dell’ultim’ora)
e la qualificazione al turno successivo dell’ Uleb Cup,
a causa di due sconfitte maturate nel derby con l’ Air
Avellino e con i tedeschi della Telekom Bonn.
Con i teutonici la Pompea ha lottato fino all’ultimo, ma
ha dovuto alzare bandiera bianca vittima non solo della
caparbietà dei padroni di casa, ma soprattutto di quei
pericolosi cali di concentrazione patrimonio genetico
del roster napoletano 2004-05. Curioso il dato, e che
conferma ciò che abbiamo affermato precedentemente, dei
27 punti subiti sia nel I che nel IV quarto, a fronte
dei 13 patiti rispettivamente negli altri due.
Con una simile incostanza le partite si possono anche
ribaltare (dal 38-27 del 15’ al +1 all’intervallo), ma
nei minuti finali il rischio di perderle perché si è in
debito d’ossigeno è conseguenziale.
Logico che, pur in presenza di un vantaggio
significativo non in termine numerico ma psicologico
(65-70 al 37’), i partenopei abbiano difettato per
l’ennesima volta in lucidità consentendo a Milisavljevic
e compagni di recuperare una gara già persa.
Vanificata quindi una prestazione-monstre di Andersen
con la collaborazione di un ritrovato Penberthy al tiro,
mentre Napoli ha dovuto schierare Allen con il freno a
mano tirato per i postumi di una botta subita durante il
derby con l’Air.
Caja avrà molto da lavorare per far sì che la Pompea
abbia, o ritrovi, una personalità che domini, cavalchi
le criticità, e non che si faccia travolgere da esse.
Finalino dedicato all’arbitro spagnolo Arteaga, che già
abbiamo avuto modo di “ammirare” al PalaBarbuto contro
il Lietuvos. Un signore che disonora l’intera categoria
dei fischietti europei e che, ipotizziamo, dirige a
livello continentale grazie al fatto che il commissioner
Uleb Bertomeu è un suo connazionale. Altrimenti non
riusciamo a spiegarci come questo tizio giri
indisturbato nei parquet d’Europa a diffondere il credo
della negazione arbitrale. Non è mai troppo tardi
invitarlo gentilmente a cambiare mestiere.
Carmine Casella
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