• VOLLEY – QUALIFICAZIONI AI MONDIALI 2006, L’AGONIA NELLA SAUNA DEL PALAVESUVIO •

31/7/2005

(NAPOLI, l’inviato Vincenzo Letizia) - Nella conferenza stampa che preannunciava l’evento della tre giorni partenopea per le qualificazioni ai Mondiali di volley del 2006, il cittì della Nazionale italiana G. Montali aveva invitato il pubblico partenopeo ad accorrere in massa annunciando che all’interno del palazzetto del “PalaVesuvio” ci sarebbe stato l’utilizzo dei condizionatori che avrebbero refrigerato gli spettatori dalle insidie dell’afa. In verità chi ha assecondato l’invito del bravo selezionatore azzurro, ha assistito si a delle belle esibizioni delle squadre sul parquet, ma si è trovato al cospetto di un impianto che si è rivelato ben presto una terribile ed asfissiante trappola, dove per il mancato funzionamento dei condizionatori si faceva persino fatica a respirare. Non uno bello spot per chi vorrebbe che gli appassionati degli sport che si tengono al chiuso accorrano anche in piena estate a seguire questi eventi. A questo punto è facile risalire ai responsabili del supplizio, uno di questi è ravvisabile nell’ Organizzatore del Comitato Locale Ing. Bartolomeo Sciannimanico, fra l’altro non presente alle prime due serate, che ha affidato l’impianto di climatizzazione ad una ditta milanese che ha provveduto a montare l’impianto negli ultimi due giorni prima dell’inizio delle gare senza prima testarlo e quando ci si è accorti che la ventilazione non era sufficiente per soddisfare l’intera area del PalaVesuvio era troppo tardi per porvi rimedio. 75 mila euro andati in fumo, le bestemmie dei tifosi e dei giornalisti a tutto e a tutti, e l’ennesima dimostrazione che a Napoli non si riesce ad organizzare al meglio praticamente nulla: neanche un evento sportivo così importante come le qualificazioni di volley al Mondiale 2006 della Nazionale italiana. E a nulla servirà la lettera di mora che lo stesso Presidente avrebbe inviato all’azienda che avrebbe dovuto montare il climatizzatore e fare in modo che l’evento non si tramutasse in una lenta agonia per stampa e pubblico…

 

 

 

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