

Donadoni è già pronto per la sfida. «Dovremo dimostrare a tutti, anche alle grandi, che il Napoli è una squadra vera. E questo dipenderà soltanto da noi». Tre settimane di ritiro in Austria terminate ieri, l’allenatore ha capito l’aria che tira quando ha trovato quattrocento tifosi a Capodichino: ressa per Lavezzi, applausi agli altri azzurri. Napoli s’aspetta tanto dal Napoli, però Donadoni lancia un avviso: piano con i grandi sogni, questa non è una squadra composta esclusivamente da campioni. Cinquanta milioni spesi per centrare l’obiettivo Europa. «La società ha investito su giocatori importanti. Però, attenzione. Quagliarella e De Sanctis hanno esperienza internazionale, il loro contributo tecnico e caratteriale darà benefici al gruppo. Ma Cigarini, che ha una buona personalità, è un giocatore di prospettiva. Ha giocato con Parma e Atalanta, non per sei anni nel Real e per due nel Barcellona. Lo stesso vale per Campagnaro e Zuniga. Qui non sono arrivati Eto’o, Ibrahimovic e Kakà, gente con importanti storie professionali alle spalle. È giusto e doveroso guardare il curriculum dei nostri giocatori». Perché questa puntualizzazione? Per contenere gli entusiasmi dei tifosi? «Deve esserci una crescita graduale. L’attesa che c’è intorno al Napoli non è un problema per il sottoscritto. Io so che una squadra non si crea in laboratorio ma attraverso il lavoro e la conoscenza. Non si fanno grandi cose soltanto prendendo grandi giocatori. Ricordo il Milan di Sacchi: grandi acquisti, però a un certo punto si diceva che l’allenatore non sarebbe riuscito a mangiare il panettone. Gli eccessi del calcio italiano che denota mancanza di equilibrio. Occorrono lavoro e pazienza. Se vogliamo creare problemi, rovinando tutto, possono bastare due partite andate male». Tre settimane a Lindabrunn: quasi tutti i giorni l’attenzione è stata puntata su Lavezzi, raggiunto dagli strali di De Laurentiis. «La situazione è stata esasperata. Ho visto il Pocho allenarsi bene, con serietà e professionalità: a questo deve dare ovviamente continuità. Si è comportato seriamente come gli altri: la risposta è stata positiva da parte di tutti, ci sono state intensità e attenzione, da parte nostra molta cura dei particolari perché possono essere le sfumature a fare le differenze». Lavezzi s’allena, gioca, segna. Ma restano i problemi con la società. «È giusto che a valutarli sia il club. Dal mio punto di vista non c’è una questione Lavezzi. Ho fatto un discorso ai giocatori: se dimostrano professionalità e serietà, sono aperto a tutti. Le regole le fa il gruppo. Se vengono meno, c’è un’automatica esclusione». A prescindere dalle regole, si è compresa una cosa in questo mese di preparazione a Lindabrunn: è vietato sbagliare con Donadoni in questa stagione. «Io non faccio di mestiere il gendarme, non posso seguire i giocatori. I ragazzi del Napoli sono quelli di Milan, Juve, Roma. Se durante il ritiro il Milan manda i giocatori a casa, possono farlo tutti. Il rendimento si misura negli allenamenti e nelle partite: di più non si può fare». Riparte dal 3-5-2. «Sono arrivati molti nuovi, quindi meno si cambia e meglio è sotto l’aspetto tattico, per consentire a questi giocatori di inserirsi in un contesto già collaudato. Partiamo con le due punte, ma potremmo schierarne tre o inserire la mezzapunta. Lavoriamo su concetti che possono essere importanti con un modulo o un altro: se non si focalizzano determinate cose, è un problema a prescindere dall’assetto». Cosa manca al Napoli, solo l’esterno sinistro? «Si sta cercando di trovare una soluzione anche perché Maggio non recupererà a breve in maniera totale». Ci sono 29 giocatori dopo l’arrivo di Hoffer. «Troppi, indubbiamente. Bisognerebbe rinunciare un giocatore per reparto: soddisfacente una rosa di 24-25». Tre settimane alla prima partita con il Palermo: cosa chiederà al Napoli nel nuovo campionato? «Di trovare emozioni e stimoli, come è accaduto quando abbiamo affrontato Milan e Inter al San Paolo, anche contro squadre meno importanti sulla carta».
Fonte: Il Mattino
di E.G.

Donadoni?
Di IL GIUSTO - scritto il 03/08/2009 10:50:10
Beh. . . quest'allenatore non entusiasma, proprio come non lo faceva Reja. Ma sembra essere un UOMO. Speriamo che riesca a far giocare bene la squadra. . .