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• ANDREA AGOSTINELLI: “OCCORRERÀ IL MIGLIOR NAPOLI PER SUPERARE LA LAZIO” •

03/03/2009
Questa settimana abbiamo intervistato in esclusiva per i lettori di PianetAzzurro il ‘doppio ex’ di Napoli e Lazio, Andrea Agostinelli (nella foto) nato ad Ancona il 20 aprile del 1957.
Da calciatore, Agostinelli, ala destra dal buon passo e dall’ottimo cross, debutta in Serie A il 19 ottobre 1975 con la maglia della Lazio in Perugia-Lazio 2-0. Dopo quattro stagioni in maglia biancoceleste passa al Napoli, che dopo una stagione lo cede alla Pistoiese. Nella stagione 1981-82 veste la maglia del Modena, in serie C1. Nell’ottobre del 1982 passa all’Atalanta, con la quale disputa due stagioni in Serie B ed una in serie A. Nel 1985 si trasferisce ancora in Campania con la maglia verde dell’Avellino che nell’ottobre 1986 lo cede al Lecce. Nell’ottobre 1987 passa al Genoa, in serie B. Successivamente disputa due stagioni al Mantova in C1 e due stagioni alla Lodigiani in C2, ritirandosi nel 1992. Agostinelli nel frattempo trova anche modo di disputare 12 partite con la Nazionale Under 21.
Nel 1994 comincia la carriera di allenatore, in Serie D con il Latina. Nella stagione successiva passa all’Astrea, in C2, retrocedendo in serie D, ma riscattandosi con la promozione in C2 l’anno successivo. Nel 1997-98 allena il Mantova, in C2, e nella stagione successiva porta la Pistoiese dalla C1 alla B. Dopo due anni in Toscana passa alla Ternana, dove allena per due stagioni in B. Nel 2002-03 siede sulla panchina del Piacenza in serie A e nelle due stagioni successive allena Napoli e Crotone. Nel febbraio 2006 guida la Triestina fino all’esonero dalla squadra giuliana a favore di Franco Varrella. Per la stagione 2007/2008 è il nuovo tecnico della Salernitana in C1 sostituendo l’uscente Gianfranco Bellotto. Il 3 febbraio 2008 con quattro punti di vantaggio sulla seconda viene incredibilmente sollevato dall’incarico di allenatore della Salernitana dopo la bruciante sconfitta con il Taranto per 4-2.
Mister, di chi le maggiori colpe di questa clamorosa crisi? Della società, dell’allenatore o della squadra?
“E’ impossibile imputare in questi casi la colpa di un qualcosa ad una sola componente. E’ possibile, invece, che ci sia stato un calo di forma di molti dei giocatori più importanti e la squadra ne stia risentendo oltre misura. Ovviamente, questo non vuol dire che Reja abbia sbagliato la preparazione o che Marino non abbia messo a disposizione del tecnico delle valide alternative”.
Al posto di Reja avresti accettato alcuni calciatori dalla società senza nemmeno conoscerli?
“In Italia esistono allenatori che suggeriscono o vengono interpellati in fase di campagna acquisti ed altri che gestiscono i calciatori che il direttore sportivo mette loro a disposizione. Diciamo che l’ideale sarebbe sempre ascoltare l’allenatore sulle caratteristiche che servono ad assemblare la squadra…”.
Con l’attuale politica di De Laurentiis e Marino, il Napoli potrà mai ambire realmente a posizioni in classifica idonee per la qualificazione in Champions?
“La verità è che questa dirigenza vuole tenere sotto controllo i bilanci e fa benissimo sotto un certo punto di vista. Perché non scordiamoci che il Napoli è reduce da uno spaventoso fallimento. E’ anche vero, però, che senza i grandi investimenti la Champions non potrà mai essere raggiunta: ma questo lo sa bene anche De Laurentiis e quando i tempi saranno maturi credo che il Napoli non si accontenterà solo di ambire all’Uefa. La piazza partenopea, infatti, dimostra con i fatti di essere sempre vicina al proprio club: o con la presenza allo stadio con almeno 50,000 spettatori o sottoscrivendo abbonamenti alle varie TV. La realtà di Napoli è certamente diversa da quella di un Udinese o un Atalanta, vuole vincere e non si accontenta facilmente”.
In virtù della tua esperienza, Agostinelli a giugno quale settore del Napoli rinforzerebbe principalmente?
“Diciamo che Marino, finora, non ha sbagliato nessun acquisto. Lo dimostrano gli arrivi di Gargano, Hamsik, Santacroce e Lavezzi soprattutto e non ha bisogno dei consigli di nessuno. Se però dovessi suggerire qualcosa al direttore anche se faccio l’allenatore, gli direi di inserire a giugno in squadra almeno un grande giocatori per ogni reparto”.
Da doppio ex di Napoli e Lazio, che gara prevedi tra queste due squadre?
“In questo momento la Lazio è la peggiore squadra che poteva capitare al Napoli. I biancocelesti hanno ritrovato smalto atletico, velocità, fiducia nei propri mezzi e qualche giocatore importante che è rientrato dagli infortuni. Diciamo che occorrerà il miglior Napoli per poter uscire da questa crisi contro una Lazio che adesso proprio per lo stato mentale dei giocatori di Reja vedo leggermente favorita”.
Per concludere, un pronostico di Agostinelli sui match tra Genoa-Inter e Torino-Juventus…
“Genoa-Inter sarà una bella gara: Gasperini attua un gioco arioso e molto offensivo, i nerazzurri proveranno a sfruttare invece il contropiede. Prevedo un brutto derby a Torino dove prevarrà da una parte la paura di non perdere dei granata e dall’altra il torpore dei bianconeri per il pensiero fisso al Chelsea. In definitiva, gli impegni di Champions potrebbero risultare negativamente determinanti sia per l’Inter che per la Juventus”.
Da calciatore, Agostinelli, ala destra dal buon passo e dall’ottimo cross, debutta in Serie A il 19 ottobre 1975 con la maglia della Lazio in Perugia-Lazio 2-0. Dopo quattro stagioni in maglia biancoceleste passa al Napoli, che dopo una stagione lo cede alla Pistoiese. Nella stagione 1981-82 veste la maglia del Modena, in serie C1. Nell’ottobre del 1982 passa all’Atalanta, con la quale disputa due stagioni in Serie B ed una in serie A. Nel 1985 si trasferisce ancora in Campania con la maglia verde dell’Avellino che nell’ottobre 1986 lo cede al Lecce. Nell’ottobre 1987 passa al Genoa, in serie B. Successivamente disputa due stagioni al Mantova in C1 e due stagioni alla Lodigiani in C2, ritirandosi nel 1992. Agostinelli nel frattempo trova anche modo di disputare 12 partite con la Nazionale Under 21.
Nel 1994 comincia la carriera di allenatore, in Serie D con il Latina. Nella stagione successiva passa all’Astrea, in C2, retrocedendo in serie D, ma riscattandosi con la promozione in C2 l’anno successivo. Nel 1997-98 allena il Mantova, in C2, e nella stagione successiva porta la Pistoiese dalla C1 alla B. Dopo due anni in Toscana passa alla Ternana, dove allena per due stagioni in B. Nel 2002-03 siede sulla panchina del Piacenza in serie A e nelle due stagioni successive allena Napoli e Crotone. Nel febbraio 2006 guida la Triestina fino all’esonero dalla squadra giuliana a favore di Franco Varrella. Per la stagione 2007/2008 è il nuovo tecnico della Salernitana in C1 sostituendo l’uscente Gianfranco Bellotto. Il 3 febbraio 2008 con quattro punti di vantaggio sulla seconda viene incredibilmente sollevato dall’incarico di allenatore della Salernitana dopo la bruciante sconfitta con il Taranto per 4-2.
Mister, di chi le maggiori colpe di questa clamorosa crisi? Della società, dell’allenatore o della squadra?
“E’ impossibile imputare in questi casi la colpa di un qualcosa ad una sola componente. E’ possibile, invece, che ci sia stato un calo di forma di molti dei giocatori più importanti e la squadra ne stia risentendo oltre misura. Ovviamente, questo non vuol dire che Reja abbia sbagliato la preparazione o che Marino non abbia messo a disposizione del tecnico delle valide alternative”.
Al posto di Reja avresti accettato alcuni calciatori dalla società senza nemmeno conoscerli?
“In Italia esistono allenatori che suggeriscono o vengono interpellati in fase di campagna acquisti ed altri che gestiscono i calciatori che il direttore sportivo mette loro a disposizione. Diciamo che l’ideale sarebbe sempre ascoltare l’allenatore sulle caratteristiche che servono ad assemblare la squadra…”.
Con l’attuale politica di De Laurentiis e Marino, il Napoli potrà mai ambire realmente a posizioni in classifica idonee per la qualificazione in Champions?
“La verità è che questa dirigenza vuole tenere sotto controllo i bilanci e fa benissimo sotto un certo punto di vista. Perché non scordiamoci che il Napoli è reduce da uno spaventoso fallimento. E’ anche vero, però, che senza i grandi investimenti la Champions non potrà mai essere raggiunta: ma questo lo sa bene anche De Laurentiis e quando i tempi saranno maturi credo che il Napoli non si accontenterà solo di ambire all’Uefa. La piazza partenopea, infatti, dimostra con i fatti di essere sempre vicina al proprio club: o con la presenza allo stadio con almeno 50,000 spettatori o sottoscrivendo abbonamenti alle varie TV. La realtà di Napoli è certamente diversa da quella di un Udinese o un Atalanta, vuole vincere e non si accontenta facilmente”.
In virtù della tua esperienza, Agostinelli a giugno quale settore del Napoli rinforzerebbe principalmente?
“Diciamo che Marino, finora, non ha sbagliato nessun acquisto. Lo dimostrano gli arrivi di Gargano, Hamsik, Santacroce e Lavezzi soprattutto e non ha bisogno dei consigli di nessuno. Se però dovessi suggerire qualcosa al direttore anche se faccio l’allenatore, gli direi di inserire a giugno in squadra almeno un grande giocatori per ogni reparto”.
Da doppio ex di Napoli e Lazio, che gara prevedi tra queste due squadre?
“In questo momento la Lazio è la peggiore squadra che poteva capitare al Napoli. I biancocelesti hanno ritrovato smalto atletico, velocità, fiducia nei propri mezzi e qualche giocatore importante che è rientrato dagli infortuni. Diciamo che occorrerà il miglior Napoli per poter uscire da questa crisi contro una Lazio che adesso proprio per lo stato mentale dei giocatori di Reja vedo leggermente favorita”.
Per concludere, un pronostico di Agostinelli sui match tra Genoa-Inter e Torino-Juventus…
“Genoa-Inter sarà una bella gara: Gasperini attua un gioco arioso e molto offensivo, i nerazzurri proveranno a sfruttare invece il contropiede. Prevedo un brutto derby a Torino dove prevarrà da una parte la paura di non perdere dei granata e dall’altra il torpore dei bianconeri per il pensiero fisso al Chelsea. In definitiva, gli impegni di Champions potrebbero risultare negativamente determinanti sia per l’Inter che per la Juventus”.
di Vincenzo Letizia
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