

Ottima prestazione di un Napoli finalmente divertente nella prima uscita ufficiale della nuova stagione, il derby di Coppa Italia.
Il risultato finale di 3-0 alla fine sarebbe potuto essere ancora più cospicuo, viste le tante occasioni create dagli azzurri, e la differenza di potenziale che alla fine è emersa in maniera palese. Ciononostante l’approccio iniziale alla gara della Salernitana era stato molto positivo. Fabio Brini aveva disposto la sua formazione con un modulo speculare a quello del Napoli, un 3-5-2 adatto a chiudere centralmente tutti gli spazi agli attaccanti partenopei, con il quale i granata sono riusciti anche a prodursi in una serie di pericolosi e repentini contropiede, che hanno messo in seria difficoltà la difesa azzurra, orfana di Contini.
Dopo il buon inizio della Salernitana però la supremazia tecnica del Napoli è emersa in maniera decisa. Gli azzurri sono stati eccellenti nelle giocate palla a terra in fase offensiva. Quagliarella è stato un punto di riferimento importante in avanti, essendo stato abilissimo nell’andare incontro alla palla, smistando in modo eccellente per i compagni e dimostrando inoltre una migliorata intesa col Pocho Lavezzi.
Puntuali sono poi stati gli inserimenti sulla destra da parte di Maggio, apparso in netta ripresa dal punto di vista fisico, che nel primo tempo è risultato una vera spina nel fianco per la difesa avversaria. Incoraggiante anche la continuità con cui si è proposto in zona gol Marek Hamsik, al quale è mancata solo un po’ di fortuna sotto porta, mentre in mezzo al campo Bogliacino ha diretto con saggezza e rapidità le azioni della squadra, confermandosi riserva di lusso, se non qualcosa in più.
Donadoni ha poi riproposto l’esperimento di schierare Datolo nel ruolo di esterno sinistro del centrocampo a cinque. L’ex Boca ha dimostrato anche stasera di possedere mezzi tecnici molto buoni, tuttavia i movimenti per coprire tutta la corsia mancina non sembrano rientrare del tutto nelle sue corde. In particolare nella fase iniziale del primo tempo l’argentino tendeva ad accentrare troppo la sua posizione, andando ad occupare la stessa zona di Hamsik, e non riusciva a proporsi con i tempi giusti nelle sovrapposizioni. Inoltre talvolta si trovava fuori posizione e costretto a dover inseguire il suo diretto avversario nelle chiusure sul suo lato. D’altra parte quando entrava in possesso di palla e poteva puntare l’uomo ha spesso creato discrete trame. Ci sembra di poter dire che al cospetto di una squadra dal potenziale minore, e che tende a chiudersi, Datolo può anche sacrificarsi in questa posizione, ma qualora dovesse trovarsi a fronteggiare una squadra con esterni di attacco che danno profondità sulle fasce, questo ruolo sarebbe improponibile per le sue caratteristiche.
Nella ripresa Donadoni ha attuato qualche lieve cambio dal punto di vista tattico, quando ormai la partita sembrava già archiviata. Richiamando in panchina Maggio per Santacroce, il mister azzurro ha spostato Campagnaro (ottimo sia in fase di spinta che di copertura) sull’out destro, mettendo il difensore italo-brasiliano nella posizione di centro destra della retroguardia a tre. Questa disposizione ha consentito una maggiore libertà a Datolo sulla sinistra, in virtù del fatto che la difesa spesso variava la sua conformazione disponendosi quando necessario con una linea a quattro, in cui Aronica fungeva da terzino sinistro, Campagnaro terzino destro, e Santacroce e Cannavaro, autore di un’ottima prestazione, centrali. Con questo assetto il Napoli ha trovato altre buone combinazioni offensive, grazie al fatto che Hamsik andava a disporsi più a ridosso delle punte e i due interni, Gargano e Datolo, potevano inserirsi negli spazi con maggiore frequenza.
Nel finale di gara è arrivata poi la nota lieta del primo gol in azzurro di Erwin Hoffer, subentrato a Lavezzi, mentre segnali preoccupanti sono giunti da Blasi, che ha sostituito Bogliacino nel finale e protagonista dell’ennesima, inspiegabile, ammonizione, sintomo evidente di una mancanza di tranquillità che potrebbe minarne il proseguimento della sua carriera a Napoli.
di Eduardo Letizia

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