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• DONADONI: “AMO IL RISCHIO E LE SFIDE: PERCIÒ HO ACCETTATO L’OFFERTA DEL NAPOLI” •

11/03/2009 18:33:19
(Foto di Felice De Martino) - È il giorno della presentazione di Roberto Donadoni, da ieri sera nuovo tecnico del Napoli. Dopo l'avventura sulla panchina della Nazionale, Donadoni a CastelVolturno ha rilasciato la prima intervista alla stampa da nuovo allenatore del Napoli.
Gli viene chiesto subito di adottare un nuovo modulo: "Nuovo allenatore, nuovo modulo? Non lo so: io ho cominciato adottando per tanti anni un sistema di gioco, il materiale umano non me lo ha sempre permesso e ho cambiato. Bisogna affrontare una gara dopo l'altra, vedremo il nostro cammino passo dopo passo cosa ci dirà. Non è facile dire dove arriveremo, ma tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare, si sa. Nelle ambizioni di tutti c'è di puntare il più alto possibile, se non si parte cosi si parte già sconfitti. Questa è una squadra dai buoni valori. Voglio lotta e tanti sbagli: perchè chi sbaglia vuol dire che osa, prova. Voglio una squadra determinata che lotta e che non abbia paura di nessuno. Questo vuol dire lavorare seriamente, tirare fuori il massimo, senza trascurare nessun dettaglio. Napoli è il quarto bacino calcistico italiano, e sono onorato di poter contribuire a farla stare in alto. Reja? L'ho sentito, ci vedremo dopo la conferenza. È un'ottima persona, gli vanno riconosciuti tutti i risultati cha ha ottenuto qui. Mi piacciono i rischi e le sfide: sono un istintivo e la sfida di Napoli mi esalta. Poi, il presidente crede in me ed io ho accettato di vivere questo momento e garantisco grande professionalità e voglia di far bene. Questa squadra deve crescere e vanno trovate le giuste miscele tattiche per aiutarla a crescere... Non sono uno che ama fare chiacchiere, mi piace lavorare sul campo. Ho sentito Edy Reja dire che la situazione è complicata. Quando si ha a che fare con tanti ragazzi che vengono da vissuti diverti non è facile trovare la giusta coesione: proveremo a risolvere anche queste problematiche. A me non spaventa nulla, neanche lo scoramento e la depressione che avverto intorno alla squadra. Da questa situazione si riuscirà ad uscire con grande dedizione e concentrazione da parte dei giocatori.
Napoli ha fatto molto bene nella prima parte di stagione. Bisogna lavorare su quelle cose per tornare ad andar forte. I tempi di Maradona? Io non guardo indietro, non ho grande memoria storica, preferisco essere concreto e vivere il presente e l'immediato futuro.
Adesso serve anche valutare la squadra insieme al mio staf, poi faremo le valutazioni con Marino e il presidente per migliorare l'organico a giugno. Ma adesso fare queste valutazioni non ha senso".
Si parla anche del prossimo avversario del Napoli nella conferenza stampa del nuovo tecnico Donadoni: "Non ho guardato solo il Napoli in questo campionato, non sapevo che sarei arrivato qui. Sicuramente c'è una situazione non facile, sentivo anche Reja un pò in difficoltà nell'ultimo periodo. A Reggio sarà durissima, loro si giocano carte salvezza importanti e sanno di trovare un Napoli in crisi. Quindi i calabresi saranno indiavolati e noi dovremo ribattere colpo su colpo.Troveremo un ambiente di quelli tosti. Ho portato il mio staff, tra cui Bortolazzi e Sergio Buso".
Gli viene chiesto subito di adottare un nuovo modulo: "Nuovo allenatore, nuovo modulo? Non lo so: io ho cominciato adottando per tanti anni un sistema di gioco, il materiale umano non me lo ha sempre permesso e ho cambiato. Bisogna affrontare una gara dopo l'altra, vedremo il nostro cammino passo dopo passo cosa ci dirà. Non è facile dire dove arriveremo, ma tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare, si sa. Nelle ambizioni di tutti c'è di puntare il più alto possibile, se non si parte cosi si parte già sconfitti. Questa è una squadra dai buoni valori. Voglio lotta e tanti sbagli: perchè chi sbaglia vuol dire che osa, prova. Voglio una squadra determinata che lotta e che non abbia paura di nessuno. Questo vuol dire lavorare seriamente, tirare fuori il massimo, senza trascurare nessun dettaglio. Napoli è il quarto bacino calcistico italiano, e sono onorato di poter contribuire a farla stare in alto. Reja? L'ho sentito, ci vedremo dopo la conferenza. È un'ottima persona, gli vanno riconosciuti tutti i risultati cha ha ottenuto qui. Mi piacciono i rischi e le sfide: sono un istintivo e la sfida di Napoli mi esalta. Poi, il presidente crede in me ed io ho accettato di vivere questo momento e garantisco grande professionalità e voglia di far bene. Questa squadra deve crescere e vanno trovate le giuste miscele tattiche per aiutarla a crescere... Non sono uno che ama fare chiacchiere, mi piace lavorare sul campo. Ho sentito Edy Reja dire che la situazione è complicata. Quando si ha a che fare con tanti ragazzi che vengono da vissuti diverti non è facile trovare la giusta coesione: proveremo a risolvere anche queste problematiche. A me non spaventa nulla, neanche lo scoramento e la depressione che avverto intorno alla squadra. Da questa situazione si riuscirà ad uscire con grande dedizione e concentrazione da parte dei giocatori.
Napoli ha fatto molto bene nella prima parte di stagione. Bisogna lavorare su quelle cose per tornare ad andar forte. I tempi di Maradona? Io non guardo indietro, non ho grande memoria storica, preferisco essere concreto e vivere il presente e l'immediato futuro.
Adesso serve anche valutare la squadra insieme al mio staf, poi faremo le valutazioni con Marino e il presidente per migliorare l'organico a giugno. Ma adesso fare queste valutazioni non ha senso".
Si parla anche del prossimo avversario del Napoli nella conferenza stampa del nuovo tecnico Donadoni: "Non ho guardato solo il Napoli in questo campionato, non sapevo che sarei arrivato qui. Sicuramente c'è una situazione non facile, sentivo anche Reja un pò in difficoltà nell'ultimo periodo. A Reggio sarà durissima, loro si giocano carte salvezza importanti e sanno di trovare un Napoli in crisi. Quindi i calabresi saranno indiavolati e noi dovremo ribattere colpo su colpo.Troveremo un ambiente di quelli tosti. Ho portato il mio staff, tra cui Bortolazzi e Sergio Buso".
di Giuseppe Palmieri
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