• AMARCORD: NAPOLI - UDINESE, LA SFIDA VERITA' •

17/09/2009 11:37:49
Sabato pomeriggio in anticipo l'incontro scaccia – bufera (si spera) per la tecnica e fragile banda di Donadoni. Di scena al San Paolo, sotto riflettori presumibilmente accessi per le giornate che iniziano ad accorciarsi, le zebrette dell'Udinese. Incontro particolare, considerato il momento che sta attraversando il Napoli dopo sole tre giornate, incontro particolare considerati gli ex da entrambe le parti e gli illustri partenopei che con l'azzurro nel sangue vestono il bianconero sulla pelle, incontro particolare perchè quando si apre il sipario ed entrano in scena Napoli ed Udinese c'è sempre da aspettarsi gol e spettacolo, per una predisposizione quasi ancestrale degli azzurri a lasciarsi trascinare dalla spinta veemente del tifo di Fuorigrotta come dalla bufera infernale del girone dei lussuriosi, e per il voto di assoluta non castità difensiva e di grande propensione offensiva dei friulani e del loro mister Marino. Anche i numeri avvalorano la speranza di assistere a tante realizzazioni, e magari anche a qualche paradossale strafalcione difensivo (sperando che stavolta il Napoli ne sia esente), perchè in 30 confronti di scena al San Paolo sono stati realizzati ben 82 gol, quasi 3 a partita. La gara che ha contribuito maggiormente a questa media da pallottoliere si disputò il giorno dell'epifania dell'anno 1985.In un San Paolo allagato, tanto da sembrare il palcoscenico di una naumachia, sotto una pioggia battente e incessante si affrontavano il tango partenoargentino del Pibe de Oro (giunto proprio l'estate precedente all'ultimo secondo dell'ultimo giorno della campagna acquisti grazie ad una furbata di Ferlaino) e di Daniel Bertoni (nella foto), una realtà emergente che in quell'anno iniziava a piantare solide basi verso il primo scudetto che sarebbe arrivato solo due stagioni dopo, e le fantasie carioca della samba bianconera che portavano il nome di Edinho e soprattutto di un altro dei maghi del pallone, Arthur Antunes Coimbra detto Zico. Partenza fulminea dell'Udinese che al 13' passa in vantaggio con un penalty realizzato da Edinho. Risposta di rigore del Napoli, che 9 minuti più tardi raggiunge la parità dagli undici metri col sinistro funambolico di Re Diego. Altra botta e risposta sul finire di frazione con l'altro argentino, Bertoni, che realizza il vantaggio per il Napoli al 41', ma solo 3 minuti dopo, quando ormai il primo tempo sembrava terminato, il risultato è nuovamente in parità con la realizzazione di Miano. Nella ripresa il trend non cambia, ai quattro gol già realizzati se ne aggiungono altri tre, dei quali due fortunatamemnte ebbero il colore del cielo (comunemente inteso, perchè di certo quel giorno la cupola doveva sembrare un manto di topo). Al 74' terzo rigore dell'incontro (quando al Napoli ne venivano dati anche a favore e non solo contro) e Diego riporta in vantaggio gli azzurri, che chiudono la partita manco dieci minuti dopo con un'altra doppietta argentina ad opera di Bertoni. La rete del definitivo 4 – 3 è siglata a cinque minuti dal terrmine da Billia con la complicità del giaguaro Castellini. Insomma cioccolate e carboni nella calza della Befana, in una giornata uggiosa dove i gol piovevano come gocce.
In totale nei 30 incontri disputati allo stadio San Paolo tra Napoli e Udinese (tra serie A, serie B e coppa Italia) gli azzurri hanno trionfato in ben 18 circostanze, impattando nove volte e perdendo solamente in quattro, delle quali l'ultima, nel gennaio del 2001, porta la firma del Pampa Sosa, in tempi quando ancora non si sarebbe mai neanche sospettato il suo legame siamese con l'azzurro. L'anno scorso, anche allora in anticipo, e tanto per cambiare nel mese di inizio anno, la partita terminò con un pirotecnico 2 -2, siglato tutto nel corso della prima frazione. Era l'inizio della fine per un Napoli che aveva respirato a lungo aria di vetta, o almeno di prossimità, e quella rarefazione di ossigeno che un po' dà alla testa donando leggerezza, l'Udinese viceversa si stava rodando in vista di un finale di stagione travolgente, solida di un centrocampo atletico e tecnico allo stesso tempo e forte di un'attacco spumeggiante e azzurro come le onde del golfo partenopeo. Il Napoli va in vantaggio col Pocho (in rete anche l'anno precedente, alla sua prima stagione in azzurro, con una doppietta) e raddoppia con il solito Marekiaro Hamsik, alle ultime perle prima della caduta nel baratro del finale di stagione. Il risultato sembra segnato e gli azzurri credono di poter portare a casa finalmente una vittoria dopo tre ko di fila, ma un rigore realizzato dallo scugnizzo Totò Di Natale al 32' ed una magia di Quagliagol proprio allo scadere di tempo, che insacca con una mezzasforbiciata al volo dal limite dell'aria, stabilizzano il risultato su una parità che non è stata poi più violata nel corso del secondo tempo. Quagliarella adesso, spogliatosi del bianconero e vestito dell'azzurro che ha sempre portato nel cuore, cerca il più classico dei gol dell'ex. Le luci della ribalta saranno tutte puntate su di lui, e nella speranza che dalle ceneri di Genova il Napoli sia pronto a risorgere spiccando il volo come un araba fenice, si attende solamente, intonando magari una canzoncina che ricorda un altro grande bomber azzurro di tempi non troppo remoti, di poter gridare in coro “Quagliarè tira la bomba tira la bomba”...
di Emanuele Gargiulo