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• AMARCORD: INTER-NAPOLI, LA SFIDA AI CAMPIONI D'ITALIA •

22/09/2009 13:00:33
C'è un gatto che fa “Mou”, ed inveisce a casaccio, ma con grande furbizia, contro tutto e tutti. È forse questa un'arma in più di una squadra già stratosferica qual'è l'Internazionale. Già, perchè come si dice a Napoli “chiagnere e fottere” è un'arte che dona sempre i suoi frutti. Il lamento a prescindere come forma di logorio psicologico che inibisce e manipola inconsciamente il lavoro di chi, sempre troppo sotto pressione, quando si presenta una circostanza da testa o croce, non si sa perchè, asseconda sempre l'interesse del più forte, o comunque di chi meglio fa valere le proprie ragioni. Senza un attimo di respiro, dopo l'ennesimo risultato insoddisfacente della compagine azzurra, ci si rituffa domani sera nel campionato, e ad attendere i ragazzi di Donadoni un match sulla carta proibitivo, quei pluricampioni d'Italia che sembrano un po' come alieni nel torneo italiano, inarrivabili ancora per chiunque, sia per valore tecnico e atletico dei singoli, sia per la credibilità di cui gode la società nelle alte sfere, come forse spetta di diritto ai vincenti. Già solo guardando ai precedenti al Meazza, il computo per i partenopei è da tragedia greca: in 69 confronti in casa nerazzurra (66 di A e 3 di coppa Italia) il Napoli ha ottenuto il bottino pieno in sole 7 circostanze, ha strappato un punticino in 15, uscendo sconfitto ben 47 volte, più di due terzi del totale, subendo 148 gol di contro a soli 67 realizzati. Sono dati quasi da film horror, e sulla base di queste statistiche, considerando anche il tremendo mal di trasferta di cui soffrono gli azzurri (e non è sufficiente un travelgum per calmare il senso di inadeguatezza che induce troppo spesso quasi a scomparire dal campo come agnellini impauriti), non c'è da stare particolarmente allegri e fiduciosi. L'ultima vittoria in trasferta contro l'Inter risale all'11 dicembre 1994 (e anche allora il trionfo era assente da tanto: 27 anni!) quando un Napoli operaio con nomignoli di non grandissima eco, ma di sicuro con una veemenza agonistica da travolgere anche i sassi, riuscì laddove neanche Diego e Careca erano riusciti. Sulla panchina era da poco arrivato lo zio Boskov, che con la sua competenza e le sue frasi da almanacco del calcio aveva riportato in un Napoli ridotto male la voglia di vincere. Partenza tambureggiante dell'Inter, ma alla mezz'ora quel che non ti aspetti: un tiro non proprio irresistibile di “Dumbo” Buso viene deviato da Jonk mettendo fuori causa Pagliuca, ed è 1 – 0 per il ciuccio. Nella ripresa ricomincia il forcing interista, “rigorè è quando arbitro fischia”, diceva sempre Vuja, e l'arbitro ne fischiò uno per i nerazzurri. Ruben Sosa si incaricò dell'esecuzione, ma Batman Taglialatela con una parata acrobatica col piede destro respinse sopra la traversa. Era il segnale, quel giorno gli astri erano con l'azzurro, e poco dopo il Napoli mise a segno il colpo del ko con una punizione magistrale di Cruz (nella foto) - quando ancora si segnava sui calci piazzati - non il giardiniere dei giorni nostri, ma un libero brasiliano con un mancino col goniometro. Da allora, e sono passati ormai cinque lustri, solo delusioni per il Napoli a San Siro, l'ultima in occasione della 14° del campionato scorso, allorchè i campioni d'Italia trionfarono sul Napoli di Reja per 2-1 con le reti, tutte nella prima frazione di gioco, di Cordoba, Muntari ed il Pocho, in un tempo in cui riusciva ancora a vedere la porta prima della lunga e reiterata astinenza. Domani insomma non c'è da ben sperare, ma se nel calcio la palla è rotonda, e considerando il grande credito che ha il Napoli con la Dea bendata, chissà che...senza aggiungere altro...ma solo frenando tra i denti il desiderio....
di Emanuele Gargiulo
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