Domani sera a San Siro avrebbe voluto esserci anche Maradona, invece, più o meno all’ora in cui Inter e Napoli metteranno piede in campo lui sarà già sull’aereo con «destino» Buenos Aires. Con sette chili e un orecchino in meno. Senza il ct spettatore interessato, dunque, l’incrocio argentino nelle notte di Milano. Zanetti, Samuel, Cambiasso e Milito da una parte e Campagnaro (infortunato), Denis, Datolo e Lavezzi in maglia azzurra.

Quattro contro quattro tra prato e panchina. Ma la più attesa delle sfide è quella tra il «Principe» ed il «Pocho», talenti che hanno fatto pure coppia. Qui in Italia. A Genova. Nell’estate del 2005. Dopo aver spedito Renato Favero (trent’anni fa baffuto terzino della Juve) ad Avellaneda per «prendere» Milito, infatti, Preziosi patron dalla vista lunga rispedì il suo osservatore di fiducia al San Lorenzo per Lavezzi. E prese pure lui. Tant’è che nell’estate del 2005 il tridente rossoblù era il seguente: Stellone punta centrale e ai lati i due argentini.

Una, due, tre amichevoli, poi spuntò una valigetta galeotta e piena di danaro e il Genoa perse quella serie A appena riconquistata. E perse pure Milito che andò in Spagna e anche Lavezzi che deluso volò di nuovo in Argentina. Insomma, coppia subito scoppiata. Il Principe ed il Pocho compagni solo per il tempo d’un ritiro, sono tornati assieme solo in Nazionale. Amici e concorrenti. E anche per questo, anche in prospettiva Sudafrica 2010, la sfida di domani si carica di nuovi «sentimenti».

Lavezzi, dunque, affila il piede. Ma dovrà superarsi, il napoletano. Dovrà essere il miglior Pocho degli ultimi tempi per tener botta a Milito, signore del gol pure in nerazzurro. Non per nulla il Principe - bomber d’area di rigore rispetto a Lavezzi che ha invece piede e movimenti da seconda punta) qui in Italia ha una media-gol impressionante: 0,64 a partita rispetto allo 0,21 di Lavezzi.

E ancora meglio in questo campionato, Milito, con 4 gol in altrettante gare mentre il Pocho è ancora a quota zero. Di più: nella sola serie, dove ha messo assieme 35 presenze, il Principe toccando quota 28 reti, con 0,80 è al primo posto nella media gol-partite d’ogni tempo.

Ha scavalcato infatti miti del passato che si chiamano Nordahl (0,77), Boffi (0,67) e anche Ronaldo (’,66) campione più recente. «Sono complementari, starebbero davvero bene insieme. Garantirebbero velocità, dribbling, gol e fantasia. L’unica pecca - ha spiegato Balbo, pure lui argentino e pure lui gran centravanti - sarebbe il colpo di testa nel quale nessuno dei due è specialista». E fallito il vecchio tentativo del Genoa, ci ha provato il Napoli a rimetterli assieme.

Tre mesi fa, prima che passasse dal Genoa all’Inter, infatti, Marino ha avuto due incontri con Preziosi, ma poi non se n’è fatto nulla. Anzi, qualcosa Preziosi fece: trasferì il Principe all’Inter assieme a Thiago Motta e soffiò Floccari al Napoli quando l’affare sembrava assai vicino. La sfida Milito-Lavezzi, dunque, è anche un viaggio nel tempo. Nel passato per quel che poteva essere e invece non è stato e nel futuro, visto che anche per loro è già cominciata la corsa ad una «camiseta» della Seleccion ai prossimi Mondiali.

Nell’immediato, invece, mentre Milito vuol continuare a volare alto per riportare l’Inter in cima al campionato, Ezequiel Lavezzi insegue un riscatto personale e anche di squadra. Sogna il grande colpo a San Siro e cerca il primo gol di stagione, il Pocho che torna in quello stadio che ha visto già una sua prodezza: quel mezzo cucchiaio a Julio Cesar sul tacco-assist di Zalayeta. E il portierone dell’Inter non l’ha dimenticato.

«Attenti a Lavezzi e anche a Quagliarella» ha raccomandato il brasiliano ai suoi compagni di difesa. Già, perché se è sfida argentina quella tra Milito e il Pocho è sfida appasionante anche quella tra Quagliarella e Eto’o. E tutto in una notte.

Fonte: Il Mattino

di A.A.