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• AZZURRI IN GIRO - MARCELO ZALAYETA: IL PANTERON RACCOMANDATO DA "DON FABIO" •

12/10/2009 19:38:49
Col Napoli era stato amore a prima vista. "Mi manda Capello" annunciò, presentandosi a Castelvolturno, dopo sei anni di Juve con le infruttuose parentesi ad Empoli, Siviglia e Perugia. Il suo ingaggio fu consigliato infatti da don Fabio in persona, che all'amico Edy Reja (con cui condivise in gioventù anni di militanza alla Spal) qualche consiglio buono non lo ha mai negato.

Il furlàn lo accolse come si conviene, facendone subito un elemento imprescindibile della squadra appena risalita dalla B. "Con me Zalayeta gioca anche al 70% della condizione" dichiarò il mister dopo 90' incolori contro il Cagliari, e un esordio in serie A rovinato dal partenopeo Foggia. La frase mandò su tutte le furie Emanuele Calaiò: capocannoniere azzurro all'Inferno, comprimario in Paradiso. Marcelo avverte il peso della responsabilità, tramutandolo subito in energia positiva. A Udine, il giorno del riscatto coincide con la sua personale esplosione: nell'incredibile 0-5 col quale la matricola-Napoli conquista la ribalta, Zalayeta risulta decisivo con la sua doppietta.

Non ancora approdati al giro di boa, l'uruguagio ha già superato il precedente record di gol messi a segno in un campionato: 6 nella stagione 2005/2006, quella in cui ha goduto di maggiore continuità durante la sua permanenza in bianconero. Un periodo caratterizzato da molta panchina, ma anche da alcune reti rimaste ben scolpite nella memoria del popolo di fede juventina: entrambe in Champions League, entrambe decisive, contro le dominatrici di Spagna, Barcellona e Real.

A Torino si era guadagnato l'appellativo di "panteron" per le sue movenze felpate, l'eleganza nel controllo e nel dribbling, la capacità di sferrare la zampata decisiva quando meno te lo aspetti.

La sua prima stagione in azzurro si conclude in barella, nel corso del match contro la Roma del 9 marzo 2008, quando riporta la rottura del legamento crociato posteriore del ginocchio sinistro. Una settimana prima, fu autore del gol decisivo contro l'Inter, che era costato ai nerazzurri la prima sconfitta in campionato dopo 25 giornate di imbattibilità.

Otto reti, una continuità di rendimento ritrovata, ma anche due macchie nel campionato più prolifico vissuto da Zalayeta: le polemiche per una presunta simulazione nella sfida vinta dagli azzurri contro la Juve, con tanto di squalifica poi ritirata, e la simulazione effettiva che fruttò un rigore col Torino, ma costrinse il bomber a due turni di stop. 

Anche fuori dal campo Zalayeta si è fatto spesso notare per il suo carattere 'fumantino'. Nell'intervallo della partita con l'Empoli del 17 febbraio, litigò furiosamente col toscano Piccolo, sotto gli occhi dell'arbitro Mazzoleni. Squalificato, disertò il ritiro punitivo deciso dalla società alla vigilia della trasferta a Livorno, beccandosi una multa di 20mila euro.

Non sarà l'unica "fuga" del suo periodo in azzurro, caratterizzato da continue inadempienze sul piano disciplinare. Recuperato a tempo di record  dall'infortunio al ginocchio, Zalayeta sparisce nuovamente il 13 settembre. La società ed il tecnico Reja provano a nascondere l'imbarazzo, giustificando il forfait contro la Fiorentina con guai di natura fisica, che pochi giorni dopo non impediscono però al centravanti di prender parte alla sfortunata spedizione europea col Benfica.

La goccia che fa traboccare il vaso: nel maggio scorso un malinteso con Donadoni, e dopo il ko a Siena Zalayeta fa perdere le sue tracce per tre giorni. Messo fuori rosa, verrà reintegrato. Ma ormai non ha più la stima dei tifosi, che dopo l'ultima trasferta di Catania chiederanno platealmente all'ex tecnico azzurro di non impiegarlo più. Il Panterone era finito nell'occhio del ciclone anche per le sue scorribande notturne col clan dei sudamericani: "quelli della notte", come venivano definiti dagli stessi supporters, infastiditi per lo scarso rendimento della squadra in un girone di ritorno a dir poco diastroso.

Nonostante Zalayeta ed il Napoli fossero di fatto "separati in casa", il 26 giugno il club azzurro si accorda con la Juventus per il rinnovo della comproprietà. Marcelo si allena da solo, in Uruguay, mentre i suoi compagni partono per il ritiro precampionato di Lindabrunn. Il 21 agosto viene ceduto in prestito al Bologna: qui Zalayeta sta tentando di guadagnare nuovamente credibilità, e s'impegna per ritrovare lo smalto dei tempi migliori.

Domenica torna al San Paolo da avversario. Non si aspetta la migliore delle accoglienze, ma dev'esserci abituato: lui che dai tifosi della Juve, per "colpa" di quel rigore fischiato da Bergonzi, è considerato quasi un traditore...


di Simone Spisso

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PR
Di Sergio - scritto il 13/10/2009 12:30:56

Questa pagina, dovrebbe essere presa a campione, PR ha espresso un’opinione nettamente contraria alle due precedenti, l'ha fatto giustamente senza preoccuparsi di cercare assensi, com’è giusto che sia, e senza insultare od offendere chi non la pensava come lui. Purtroppo cari amici in questo blog troppo spesso si usano toni aggressivi, fuori delle righe. Chi muove delle sane critiche, non lo fa perchè è un gufo, o vuole il male del Napoli, esprime semplicemente una sua opinione, sarebbe molto peggio se si comportasse da ipocrita scrivendo cose che non pensa, al solo scopo di cercare consensi. Una cosa deve rimanere chiara a tutti, il Napoli è costantemente nei nostri pensieri, vive dentro di noi, (altrimenti non saremmo nemmeno a conoscenza di questo blog), ma è lecito avere opinioni diverse sugli stessi argomenti, sarebbe assurdo che ognuno di noi invece di scrivere di getto quello che pensa, dovrebbe riflettere per paura di essere offeso. Spero che in questo almeno siate tutti d’accordo. Un caro saluto a tutti.


che pippa
Di PR - scritto il 13/10/2009 10:43:44

panchina nell'empoli, panchina nella juve. . . titolare nel napoli in tutto forse arriviamo a 12 gol. . . pippa pippa pippa


Panteron
Di Sergio - scritto il 12/10/2009 12:26:37

Sono perfettamente daccordo con Piff, quando il Napoli veniva dalla b, in mezzo al campo si vedeva proprio, che era di un altra categoria, nel ritiro di Jennersdorf si allenava separatamente per recuperare con grinta e determinazione, a vederlo non sembrava quello dedito a notti brave, e secondo me sarebbe stato utilissimo anche in questo campionato a costo zero, la sua presenza teneva comunque in apprensione le difese avversarie e anche quando sembrava dormire piazzava la sua zampata mortifera, io l'avrei tenuto. Un saluto a tutti e fiducia in Mazzari.


NON UN GRANDE BOMBER MA
Di PIFF - scritto il 12/10/2009 11:35:33

SENZA LA SUA TESTA DI CA. . O POTEVA TORNARE UTILE PARTENDO DALLA PANCA. TOCCO DI PALLA DELIZIOSO E NON LA PERDE MAI


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