Ritorna, come ogni martedì, la rubrica "Il personaggio della settimana". Dopo il congedo tributato a Donadoni, ci è sembrato doveroso dedicare la nostra copertina al nuovo allenatore del Napoli, Walter Mazzarri. Fortemente voluto dal presidente De Laurentiis, il tecnico toscano ha sbaragliato la concorrenza di allenatori del calibro di Roberto Mancini o Delio Rossi, inculcando, fin dalla prima conferenza stampa, il suo credo alla squadra: "Bisogna trovare il sistema per far sì che, la squadra che scenda in campo, abbia un'anima". Un concetto molto caro a Mazzarri quello di anima. Basti pensare all'ultima Reggina allenata dal tecnico livornese, quella di Rolando Bianchi e Nick Amoruso con la quale, partendo da una penalizzazione di quindici punti, riuscì quasi a raggiungere una storica qualificazione all'Intertoto. Anima si, ma anche tanto altro. Applicazione, scrupolosità nel lavoro e grandissimo rapporto umano con i giocatori. Tanto per ricordarlo, Walter Mazzarri è l'artefice della rinascita di Antonio Cassano, uno che aveva fatto impazzire un certo Fabio Capello e che quasi tutti ormai davano per spacciato. Per non parlare di Giampaolo Pazzini, eterna promessa viola, trasformato in bomber di razza sotto la lanterna. Insomma un allenatore con tutte le carte in regola per far bene con quella che lui stesso ha definito "la rosa tecnicamente più dotata che io abbia mai allenato". E, tra i calciatori azzurri, pare ci sia già qualcuno che con Mazzarri si era conquistato un posto in Nazionale. Forse qualcuno ricorda quel Christian Maggio che straziava la fascia destra senza pietà, diventando l'ala più prolifica del campionato, nonchè uno dei bomber della stessa Sampdoria. Proprio lo stesso numero 11 azzurro, che reduce da un brutto infortunio, sta tornando quasi ai suoi livelli migliori, ha così battezzato l'arrivo di Mazzarri sulla panchina partenopea: "Mazzarri l'avevo lasciato a Genova e sono molto felice di averlo ritrovato al Napoli. Caratterialmente non è cambiato, è una persona che sa bene il fatto suo. Come allenatore ci sta molto vicino, dialoga tanto con noi e ci spiega tutto. E' uno che trasmette grinta e vuole che ogni singolo sia convinto dei propri mezzi. Sono certo che con lui faremo buone cose". E questa certezza è il primo frutto dell'immediato lavoro del nuovo tecnico, ovvero infondere sicurezza nelle proprie possibilità e fiducia nell'ambiente azzurro. Niente proclami e obiettivi altisonanti, solo tanto lavoro, grinta e dedizione. Presto tutti conosceranno la carica e la grinta del nuovo allenatore. Per adesso pare che l'abbia toccata con mano Pazienza, che si è beccato il primo richiamo colorito del frizzante tecnico toscano: "Pazienza, io ho 50 anni, sono un vecchio, ma se gioco a centrocampo, chiudo gli spazi meglio di te...".
Caro Mazzarri,
50 anni non sono affatto tanti per uno spirito come il suo.