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• OBIETTIVO NAPOLI - CHI DEVE SI ASSUMA LE PROPRIE RESPONSABILITA' •

22/02/2009
Dato che in questa rubrica abbiamo sempre cercato di parlare degli aspetti tattici delle gare degli azzurri, questa volta saremo costretti a non parlare dell’incontro tra Napoli e Genoa in sé, ritenendo che la nullità del gioco espresso dal Napoli si commenti da sola e non sia spiegabile tramite disquisizioni di natura tattica, ma affondi le sue radici in clamorosi limiti tecnici della squadra e in alcune errate strategie societarie, soprattutto in sede di mercato.
Dal punto di vista tecnico la situazione è deprimente: i giocatori azzurri sono al momento tra i più scarsi della serie A (lo dicono le statistiche). Questo è il motivo per cui ci sembra che non si risolverebbe nulla procedendo alla deposizione di Reja.
In qualsiasi altra circostanza il cambio di allenatore sarebbe inevitabile, ma a Napoli cambierebbe poco. Il perché di questa presa di posizione sta tutta in un gesto fatto da Edy Reja al 28° minuto della ripresa: la sostituzione di Denis con Pià. Questa mossa traduce al meglio l’esasperazione di un tecnico costretto a lavorare con giocatori che nemmeno in serie B troverebbero una sistemazione e ci pare un primo, evidente, indizio utile a scagionare il mister goriziano.
In estate Marino avrebbe potuto prendere Milito, ma decise di prendere Denis…la differenza tra i due oggi è stata abissale. D’altra parte anche a luglio chiunque poteva prevedere che un giocatore mandato via dal Cesena avrebbe potuto trovare difficoltà nella serie A. Ecco che quindi i motivi di scelte del genere confermano le perplessità di quanti, da più di quattro anni a questa parte, hanno dei dubbi sulla presunta bontà dell’operato del diggì azzurro.
I motivi per cui si operino certe scelte possono essere dettati o da incompetenza o da problemi di natura finanziaria. Se le problematiche dovessero essere di natura finanziaria allora De Laurentiis e Marino avrebbero dovuto far presente le loro umili intenzioni ai tifosi azzurri sin dal primo giorno del loro approdo a Napoli.
Tuttavia, se le ragioni degli errori in sede di mercato fossero esclusivamente di natura economica, non ci spiegheremmo i soldi gettati al vento per i pur considerevoli investimenti su giocatori di mediocre valore, o inutili alla causa, fatti in questi anni. L’ultimo in ordine di tempo è quello di Datolo, secondo indizio che ci porta a scagionare Reja. L’argentino è stato infatti tenuto oggi in panchina dall’allenatore, che evidentemente ha capito solo adesso come il trequartista argentino non sia adatto al suo modulo. Una seconda ipotesi è che Reja già conoscesse le caratteristiche dell’ex Boca, ma non essendo stato chiamato in causa dal direttore al momento dell’acquisto, non ha potuto esprimere il suo parere. Siccome non è la prima volta che vediamo arrivare in azzurro un giocatore del tutto inadatto alle esigenze del mister, propendiamo per la seconda ipotesi.
Il fatto che la campagna acquisti a Napoli sia diretta a prescindere dalle esigenze tattiche dell’allenatore diventa così il segnale che ci da la certezza della conferma di Reja sulla panchina napoletana, almeno fino a fine stagione, ma non perché usiamo noi questo aspetto come terzo eventuale indizio che confermerebbe la prova dei fatti del nostro piccolo processo, ma semplicemente perché trovare un allenatore capace di subire imposizioni tecnico-tattiche dall’alto, e che si accontenti sempre di quel che ha, senza mai avanzare la benché minima protesta, è davvero difficile. Per questo va indirizzata a Reja la massima comprensione.
Se l’allenatore potrebbe quindi essere sollevato da gran parte delle colpe, chi deve assolutamente farsi carico delle responsabilità di questo deprimente momento della squadra è Pierpaolo Marino. Il direttore azzurro aveva infatti avuto a gennaio la possibilità di riparare a qualcuno dei suoi errori commessi in estate. Invece, al posto di un ritocco in difesa, di un regista, di un degno sostituto di Mannini e di un attaccante decente, è arrivato, a complicare ulteriormente il lavoro di Reja, Datolo, probabilmente l’unico tipo di giocatore che non serviva al Napoli (viste le presenze in organico di Bogliacino e Hamsik).
Questa stagione ci sembra ormai andata, l’unica attesa è legata all’acquisizione di quei pochi punti che vorrebbero dire salvezza matematica il prima possibile. Quello che però spaventa è il futuro. La lezione di questo campionato darà una scossa alla politica societaria o si continuerà a vivacchiare tra acquisti di mezzi giocatori e speranze disilluse? Ai posteri l’ardua sentenza…


di Eduardo Letizia

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