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• I TANTI REBUS PER IL MAGO MAZZARRI •

15/11/2009 10:53:30

Si avvicina a grandi falcate, si presenterà con l’anno nuovo senza invito ma con ampio preavviso, è il mercato di riparazione, un lusso superfluo per alcuni, una viva necessità per altri. Anche l’ultima sosta-nazionale si sta consumando, e poi un’unica lunga volata condurrà il campionato diritto alla sosta natalizia, già si discute, si vaglia, si ipotizza, si studiano le mosse per rinforzare nell’immediato ed in prospettiva in quel classico vociare indistinto e spesso urlato da vero e proprio “mercato”. Il Napoli in estate ha portato avanti una campagna acquisti tra le più dispendiose in Europa, e lascia molto perplessi la necessità impellente di rinforzarsi perché ha carenze un po’ in tutti i reparti. I problemi di questo Napoli sono fondamentalmente due: il primo da un punto di vista qualitativo per quanto riguarda alcune zone di campo, il secondo più infimo e subdolo è da un punto di vista logistico-strutturale, perché il Napoli ha una serie di ottimi giocatori ma che insieme non sono tutti assemblabili nel miglior modo possibile. In questo momento il mago di S. Vincenzo ha studiato un camaleontico 3 4 2 1 – 4 2 3 1 con Aronica bloccato, Maggio molto spinto, due mediani bassi e Hamsik e Lavezzi dietro Quagliarella (nella foto di Felice De Martino). Il modulo funziona ma alcuni interpreti sono profondamente sacrificati: su tutti Cigarini, impiegato accanto a Gargano, sebbene le sue qualità non si discutano, in questo ruolo di interditore può risultare molto dannoso per la squadra. Se si analizzano a fondo gli incontri nei quali è stato schierato, nonostante il piglio diverso rispetto a quello di inizio stagione che ha in ogni caso mostrato un professore in netta ripresa, Cigarini ha commesso sempre gli stessi errori: copre la sua zona di competenza ma è una mera presenza fisica, non aggredisce costringendo o il difensore di centrodestra a venire fuori o Maggio a stringere, facendo in questo modo saltare le marcature e lasciando porzioni di campo pericolosamente scoperte. Altro dilemma, che sa più di dramma: Quagliarella. Il campione azzurro non riesce a giocare e probabilmente non si sposa affatto bene col modo di giocare anarchico e solitario di Lavezzi. Proporre un cambio di modulo? Quale? In ogni caso occorrerebbero dei sacrifici. Un 4 3 3? Benissimo, Quagliarella finalmente potrebbe svariare da esterno, come piace a lui, Lavezzi altro esterno di attacco, la punta centrale, che sia Denis o un altro acquistato per far compiere il salto di qualità (e quanto mi stuzzica l’idea che Mazzarri faccia con Adriano quello che ha già fatto con Cassano), ma poi? Hamsik e Cigarini si escludono a vicenda in un centrocampo a tre perché entrambi hanno bisogno di due elementi di copertura, il primo per coprire le sue avanzate, il secondo per permettergli al meglio i suoi compiti di regia. E Maggio? Esterno difensivo? Ci può stare, nondimeno sarebbe ancora un adattamento. 4 4 2? Difesa ed esterni sarebbero a posto, ma in un centrocampo con due interni ci vogliono giocatori che sappiano interpretare al meglio entrambe le fasi e sia Cigarini sia Hamsik non danno garanzie per quella difensiva, senza contare una coppia d’attacco Quagliarella-Lavezzi che fino ad ora ha dimostrato di non funzionare. La verità è che il Napoli partiva con una determinata rosa, le cui punte di diamante erano Hamsik, Lavezzi e Maggio, ed in campagna acquisti non si è tenuto conto di questo comprando tutti elementi collocabili in mezzo al campo solo al costo di compromessi. Cosa c’è dei 50 e passa milioni spesi? Di Cigarini già si è detto, e anche volendolo utilizzare nel modo più corretto, con due mediani a fare da angeli custodi ed avanzando Hamsik, in ogni caso un trio di attacco Hamsik-Lavezzi-Quagliarella ad oggi ha dimostrato grandi problemi, soprattutto per lo stabiese, altro acquisto roboante di agosto, il più dispendioso, comprato per giocare in un ruolo che non preferisce, essendo di vocazione seconda punta, e per di più senza accanto un Di Natale che lo serviva e che si proponeva spesso come terminale offensivo permettendogli anche di svariare. Zuniga non può essere altro che un’alternativa a Maggio (a meno che non si opti per un 4 4 2) e 9 milioni per un ricambio se li può permettere una squadra che abbia già la formazione titolare da vertice, non una che al vertice ci vuole arrivare. Hoffer? Chi l’ha visto! Campagnaro? Metà stagione, fino ad ora, in infermeria com’era ampiamente prevedibile vista la sua carriera. Il Napoli, nonostante la grande ripresa che è sotto gli occhi di tutti e deve far ben sperare, continua ad avere grandi problemi e forse il meno immaginabile è proprio quello che potrebbe a lungo andare tarpare le ali: l’attacco. Perché se per gli altri reparti le carenze sono oggettive anche a livello qualitativo e sono sufficienti degli acquisti per migliorarli, in attacco il problema è più sottile, non funziona ma ci sono nomi e qualità difficili da sacrificare. Ed è probabilmente qui che bisognerà compiere la scelta più dolorosa ed anche la più corretta e studiata. Ma le parole, le ipotesi le valutazioni e le fantasticherie sono come il vento, accarezzano per poi passare via veloci. Mazzarri ha dimostrato di essere un grande conoscitore di calcio e con fiducia c’è da attendere che continui ad operare perché oltre ad essere un ottimo psicologo lavora anche ottimamente di bisturi sui moduli e sui movimenti rivelandosi un esperto chirurgo calcistico, e non ha remore verso nessuno, questo lo ha affermato chiaramente, non ha remore, ma ha fame di successi, e si è seduto sulla panchina di una piazza che è affamata tanto quanto lui…


di Emanuele Gargiulo

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