

La compagine capitolina non vince una partita dalla seconda giornata di campionato contro il Chievo, a Verona, ed un risultato negativo potrebbe rappresentare il definitivo addio a Ballardini, allenatore già da qualche settimana sulla graticola. L’ex tecnico del Cagliari a Napoli dovrà far fronte a varie assenze a centrocampo e in difesa. Nel reparto arretrato in conseguenza dell’indisponibilità di Siviglia si riapriranno le porte della prima squadra per Stendardo, uno dei “dissidenti” amnistiati da Lotito. Il centrale napoletano farà coppia con il rumeno Radu davanti a Muslera, mentre sui lati agiranno Lichtsteiner ed il temibilissimo Kolarov.
Il centrocampo sarà guidato da Baronio in cabina di regia, con ai suoi lati Brocchi e Mauri. Nella posizione di vertice alto del rombo di metà campo mancherà per infortunio Matuzalem per la sostituzione del quale Ballardini dovrà scegliere tra l’inserimento di Meghni, fresco di qualificazione al Mondiale con la sua Algeria, o l'inserimento di Foggia, reduce da problemi fisici. L'inserimento delo fantasista napolietano potrebbe aprire vari scenari tattici per l'allenatore laziale. Foggia potrebbe essere disposto dietro le punte, lasciando inalterato il consueto 4-3-1-2, oppure potrebbe essere schierato come esterno offensivo di un tridente d'attacco completato da Zarate e Rocchi, presumibilmente preferito a Cruz. Con questo sistema di gioco il lati della difesa napoletana sarebbero seriamente messi in difficoltà dalle qualità tecniche e dalla capacità di saltare l'uomo di Foggia e Zarate, che sugli esterni potrebbero dar libero sfogo a tutta la loro abilità, senza nuocere ai compagni di squadra. Una ipotesi tattica ulteriore che potrebbe scaturire dall'inserimento dell'ex scugnizzo della Loggetta potrebbe essere un passaggio ad un più equilibrato 4-4-2, che prevedrebbe l'allargamento di Mauri sulla fascia sinistra, con Foggia sull'altro lato.
È chiaro che il Napoli più che il pur buonissimo potenziale tecnico della Lazio dovrà temere maggiormente la sua voglia di riscatto. È tuttavia possibile che un’eccessiva ansia per un risultato da ottenere a tutti i costi possa nuocere agli uomini di Ballardini e giovare agli azzurri, più sereni ed altrettanto determinati a dar seguito al momento d’oro firmato Mazzarri.
di Claudio Russo

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