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• MAZZARRI: CON LA LAZIO VERIFICA FONDAMENTALE •

21/11/2009 13:01:26

"Il match con la Lazio ci dirà che squadra siamo". Walter Mazzarri tiene alto il livello di attenzione. Dopo la sosta il Napoli avrà un avversario storicamente difficile e contestualmente con grandi motivazioni. Il tecnico azzurro parla chiaro

Mister, ha parlato a lungo con i giocatori. Che aria si respira nello spogliatoio?

"E' semplice, ho detto che domani con la Lazio per noi sarà una finale di Coppa dei Campioni. Abbiamo di fronte una squadra con grandi individualità. Non mi invento nulla, basta fare i nomi della rosa per capire quanta potenzialità abbia la Lazio. Annoverano nazionali ed elementi di alto livello. Hanno una rosa forte e la classifica lascia il tempo che trova. Questo è un match di una difficoltà altissima".

Ha già in mente il Napoli che andrà in campo?

"Ho davvero molti dubbi e non lo dico per pretattica. C'è qualche giocatore in bilico. Ho varie riflessioni da fare e giuro che deciderò la formazione all'ultimo momento. Di sicuro non sono tranquillo perchè avrei voluto che la squadra potesse arrivare a questa partita delicatissima a pieno regime. Invece ho elementi con qualche problemino fisico, alcuni hanno giocato in Nazionale e ci sarà da riflettere tanto su chi mandare in campo. Ed ho detto ai ragazzi di dimostrarmi davvero quanto hanno da dare"

Domani è previsto un altro pienone. Mazzarri ha riportato a Napoli l'entusiamo...

"E' motivo di grande orgoglio personale, non lo nascondo, ed è soprattutto gratificante per i ragazzi. Io sono arrivato da poco e questo dà carica e felicità a me ed ai miei collaboratori. Però, c'è sempre un però: adesso bisogna dimostrare di essere competitivi davvero. Vorrei vedere la squadra brillante delle partite precedenti. Questo con la Lazio è un test probante che dirà tanto del nostro futuro. Nel calcio si vive di risultati, è ovvio, ma a me interessa la prestazione. Questa per me sarà una verifica fondamentale per misurare le ambizioni della squadra. Vorrei che il Napoli avesse il piglio del famoso trittico con Fiorentina, Milan e Juventus. Ho detto ai miei giocatori: fatemi vedere come state e cosa avete dentro. Il calcio non è svolgere il compitino. Non esiste pensare: io faccio il mio. In campo bisogna tirare al massimo, altrimenti non c'è competività"

Per lei è anche una rivincita della finale di Coppa Italia persa all'Olimpico con la Sampdoria...

"Io sono abituato a pensare che ogni partita ha la sua storia. La finale di Coppa Italia si giocò con un'altra squadra, capitolo chiuso. Mi è dispiaciuto non avere un trofeo che potesse arricchire la mia carriera, ma adesso sono nel Napoli e non c'è nulla che abbia il sapore di rivincita. Spero di vincere con il Napoli e guardo avanti"

Il Presidente De Laurentiis ha detto: il futuro lo decideremo con Mazzarri. Si sente un tecnico-manager all'inglese ?

"Io mi sento semplicemente me stesso. Il calcio non è una scienza esatta in campo ma ha dei parametri aziendali. Campagna di rafforzamento, tetto di ingaggio e differenza tra acquisti e cessioni. I risultati sportivi danno questi responsi inappellabili. A livello indicativo il Napoli ha un organico importante, poi eventuali movimenti li decideremo col Presidente ed il Presidente successivamente ne parlerà con voi. Io ho questo modo di intendere il patrimonio aziendale, ovvero valorizzare i giocatori che ho in organico. Prima di dire a De Laurentiis cosa vorrei, io guardo attentamente la mia rosa. Cinque domeniche sono poche per dare un giudizio globale. Alcuni giocatori neppure li ho visti ancora all'opera. Quindi si faranno valutazioni con calma, voglio capire bene i giocatori. Io per mentalità dico sempre: i miei calciatori sono i più forti del mondo. Poi si vedrà in futuro".

Da più giocatori si sente la riflessione che con Mazzarri si è avuta una sterzata psicologica. Che tipo di rapporto ha instaurato coi ragazzi?

"A me non piace parlare di me stesso. Se proprio devo definire il mio modo di operare, dico che sono un meticoloso. Seguo i calciatori anche nella vita quotidiana. Il fisico dei calciatori, per me è una macchina. Se la macchina va a rilento bisogna capire cosa non funziona. Io prima guardo il campo, poi se c'è qualcosa che non va, cerco di capire se il ragazzo ha problemi in famiglia o dei pensieri particolari. I calciatori sono uomini che devono essere sereni al lavoro. Nel mio spogliatoio sono tutti uguali, anche i magazzinieri ed i collaboratori sono equiparati ai calciatori. Se si sta bene in armonia, tutti rendono il doppio e ognuno porta il suo contributo al risultato finale. Io sono fatto così e sempre mi comporterò così finchè mi sarà permesso farlo"

A proposito di 'macchina': come va il motore di Quagliarella?

"Di Quagliarella posso dire che ha fatto due settimane al massimo con una bella preparazione specifica. Lui ci ha messo grande impegno e sono soddisfatto del lavoro che ha svolto. Lui ha gran voglia di esprimersi a tutto tondo. Non è un attaccante statico, gli piace spaziare e ho visto che atleticamente sta rispondendo bene. Poi per il resto tutti devono avere la  mentalità di squadra. Se Quagliarella sta bene, sarà capace, ne sono certo, di prendere palla da solo e puntare l'area. Vedrete che presto lo farà. A me non interessa che in area ci sia un attaccante, a me interessa che in gol possano andare tutti. Nel calcio moderno è sempre utile non dare punti di riferimento. Sono gli inserimenti da dietro che spesso fanno saltare le difese".

Lei non guarda mai la classifica, ma un'idea del suo Napoli se l'è fatta?

"Devo dire che paradossalmente mi è capitato di dare un occhio la classifica stamattina. Ma solo per trarre una considerazione che rafforza la mia connvinzione: ci sono tantissime squadre in 3-4 punti. Questo significa che nel campionato italiano chi non trova continuità di risultati scivola in basso. Io penso solo al Napoli e, toccando ferro, qualsiasi risultato negativo potrebbe farci ricadere giù. Bisogna avere equilibrio. Io vorrei che la squadra avesse una precisa identità. Se una squadra gioca bene ed è solida, a gioco lungo i risultati vengono. Questa è l'unica strada da perseguire: identità di squadra, atteggiamento in campo e gioco propositivo. Per questo dico che domani ci aspetta un test che sarà attendibile anche per trarre elementi personali e dare indicazioni al mio Presidente per il futuro. Questo è un Napoli di grandi prospettive ma non c'è ancora nulla di delineato. Sono qui da appena 40 giorni e ci vorrà tanto lavoro. Domani voglio vedere quanto vale questa squadra"


Fonte: Ssc Napoli

di Simone Spisso

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