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• AMARCORD: PARMA-NAPOLI, PER RICOMINCIARE A CORRERE •

27/11/2009 16:21:56
 Il Mazzarri furioso, sbotta, sbraita, e abbraccia in una campana di vetro il suo lavoro ed i suoi ragazzi per difenderli da critiche a suo avviso immeritate, perchè sei turni senza sconfitte, due vittorie esterne, ed un ruolino da Champions non possono essere criticabili. E allora giù con l'esaltazione a tratti paradossale di qualità ed intenzioni che negli ultimi due incontri sono mancati, perchè per quanto la partenza sprint del nuovo ciclo sotto l'auge del livornese sia sotto gli occhi di tutti, ciononostante sono due turni che l'attacco azzurrro va in bianco, e manco a pagare una prostituta riesce a liberarsi della sua verginità contingente. Lavezzi riluce come sempre, istrionico nel suo pavoneggiarsi in giocate ad effetto ma spesso inutili alla funzionalità della squadra, proietta i riflettori su di se gettando negli occhi la fumosità di un indispensabilità che potrebbe in realtà proprio essere la causa della crisi del suo compagno di reparto Quagliarella. L'anarchia regna sovrana e l'attacco ne risente, perchè il Pocho non è uno di quei calciatori che, pur facendo tutto da soli, garantiscono una importante quantità di reti alla squadra, no, anzi, è un cecchino al contrario, secondo i canoni calcistici, un cecchino ideale se si trattasse di colpire il portiere come un birillo, perchè puntualmente a tu per tu con l'estremo difensore avversario Lavezzi lo prende in pieno. L'argentino non sa segnare manco se gli si promette in premio una fila di ballerine di can can, Quagliarella lo saprebbe fare, ed anche con una certa continuità, ma si ritrova ogni volta come un cane abbandonato ad abbaiare nel vuoto, non ascoltato, non guardato, sull'autostrada della difesa avversaria, solo tra tante maglie di colore differente dalla sua, Marekiaro è spesso colui che toglie le castagne dal fuoco, ma quando per qualche ragione gli manca lo spunto o la precisione ecco che il Napoli si ritrova di fronte allo specchio dei suoi limiti che anche numericamente parla, perchè Lavezzi-Quagliarella è la terza peggiore coppia d'attacco del campionato. E probabilmente è proprio la coopresenza del sudamericano e dell'altro gioiello acquistato nel primo anno di A, Hamsik, a rendere difficile, quasi impossibile lo schieramento per gli altri otto calciatori in campo: lo slovacco è troppo offensivo per essere considerato un vero e proprio centrocampista, in una mediana a due potrebbe essere pericoloso perchè lascerebbe scoperta la zona nevralgica, a tre avrebbe bisogno di due compagni di sostanza. Mazzarri ha eliminato i presupposti di questo grattacapo avanzando Marekiaro sulla trequarti insieme al Pocho, l'altro enigma, perchè è una seconda punta che però non gioca da seconda punta lasciando sempre solo il compagno, è piuttosto una presenza in mezzo al campo che fa ciò che gli pare, ma una squadra con Lavezzi in campo per non ritrovarsi un attacco astenico avrebbe bisogno di schierare altre due punte, ed ecco che sorge il problema, due punte più Lavezzi ed Hamsik? Sono misteri di una crescita programmata male acquistando tutta una serie di calciatori che non si sposano con le caratteristiche di chi era già in rosa ed è considerato inamovibile, ed ecco che 52 milioni di euro rischiano di accomodarsi tutti tra panchina e tribuna non avendo apportato quasi nessun miglioramento alla squadra. Dopo il secondo scontro a reti bianche dunque (che in ogni caso ha dimostrato una difesa di una certa consistenza, perchè se zero gol all'attivo fanno preoccupare, di contro zero gol al passivo sono un gran bel vedere) e dopo aver liquidato con il minimo sforzo e non senza qualche rischio la formalità di Coppa contro il Cittadella, il Napoli è atteso domenica da una trasferta difficile, forse la partita ideale per ricominciare a correre, perchè se la squadra di Mazzarri ha bisogno di prendere schiaffi prima di incominciare a giocare con veemenza, il Parma è di certo una realtà che può darne. Sarà l'undicesima sfida in serie A tra gli emiliani e gli azzurri, e le precedenti dieci, se ci si dovesse basare solo sui numeri, consiglierebbero al Napoli di dare forfet, con 7 sconfitte, 1 pareggio e sole 2 vittorie, 8 gol fatti e più del doppio subiti, 19. Sono numeri da almanacco, che però raccontano di una formazione crociata quasi sempre bestia nera dei partenopei e che ancora una volta si presenta alla sfida - forse – con i favori del pronostico, dall'alto di un quinto posto in classifica ad un solo punto dalla Champions, tanto inaspettato quanto meritato, perchè proprio i tanti punti messi già in cascina sono una bella dose di serenità per affrontare al meglio ogni sfida, perchè è una squadra in forma, è una squadra che gioca al calcio e che corre, corre tanto. Parma - Napoli è anche il ricordo di un turno prenatalizio nella lontana stagione 1993 – 94. Era iniziata la diaspora dei campioni azzurri, e proprio in quella stagione un Parma che con Tanzi voleva arrivare ai vertici del calcio italiano aveva acquistato dal Napoli Crippa e Zola per 22 miliardi delle vecchie lire. Il Parma pensava in grande, ma il Napoli aveva alla sua guida quello che poi si rivelerà uno dei più grandi allenatori degli ultimi lustri, Marcello Lippi, e furono proprio i ragazzi del'attuale ct della nazionale a rovinare le feste agli emiliani che arrivarono allo scontro del 19 dicembre secondi e con un solo punto da recuperare sul primo posto. 3 minuti e succede ciò che non ti aspetti, l'ex forse meno atteso, Enzo Gambaro porta in vantaggio i partenopei sotto gli occhi increduli di mister Scala. Il Parma raggiunge il pareggio nella prima frazione col biondissimo svedese Brolin su calcio di rigore, ma nella ripresa due contropiede azzurri conclusi dal castoro Fonseca e da Thern, pongono la croce sul Tardini con l'epitaffio “qui giacciono le speranze di primato dei parmensi”. Un Napoli incontenibile, i supporters in visibilio, tutti a casa e panettone andato di traverso per un Parma che al temine del campionato raggiunse “solo” la coppa Uefa arrivando quinti, proprio davanti ad un Napoli sorpresa. Due anni fa l'ultimo scontro tra le due formazioni si concluse tra le polemiche e gli interrogatori della Procura della Federcalcio per alcuni dubbi sollevati nel post gara sulla regolarità dell'incontro. La partita terminò col punteggio di 2-1 per gli azzurri e se per il Napoli fu un'ulteriore spinta verso l'intertoto, per il Parma significò quasi un tappo inamovibile sulle ormai già flebili speranze di salvezza. Parma in vantaggio al 23' con Budan che trasforma un rigore non proprio netto, ma proprio sullo scadere della prima frazione di gioco rigore contestatissimo per il Napoli e altrettanto contestatissima espulsione per Mariga, Domizzi realizza ed è 1-1 all'intervallo. Nella ripresa la superiorità si fa sentire ed il Napoli va più volte vicino al vantaggio raggiunto al 27' con Bogliacino. Parmensi fuori di testa, fallaccio di Castellini su Lavezzi, parapiglia susseguente ed espulsi Gargano e Falcone, ma c'è ancora tempo per altre due espulsioni, quella di Gasbarroni e quella di mister Reja, proprio per aver sbraitato verso l'arbitro dopo il fallo dello stesso centrocampista richiedendone l'espulsione. Parma in 8, Napoli a casa con tre punti, ed emiliani ormai condannati alla B. Chissà che quell'incontro non faccia arrivare il Parma avvelenato alla sfida di domenica, ma in ogni caso, con un occhio rivolto ad un mercato che si avvicina sempre più velocemente, il Napoli, dopo la scossona, ha necessità di un'altra scossetta perchè l'inerzia dei primi incontri sta terminando e bisogna ricominciare a correre, già dal Tardini, già da subito...


di Emanuele Gargiulo

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