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• AMARCORD: NAPOLI-BARI, UNO SPIEDO PER I "GALLETTI" •

03/12/2009 12:04:11
De Laurentiis si è fatto sentire, ma non con l'incandescenza di chi è infuriato per la contingenza, bensì con la lucidità e la calma di chi sembra stia monitorando già da un po' il percorso ridondante che sembra ritornare sempre sugli stessi tasti, quelli di un Napoli frenato non solo dai demeriti che ogni compagine può avere, ma anche da conduzioni arbitrali che sembrano figlie di un canovaccio già scritto, del quale i fischietti sono le prime donne, nel quale gli interventi appaiono studiati ad hoc per penalizzare gli azzurri. “Ca nisciuno è fesso!”, lo disse proprio il patron in estate a proposito della faccenda Pandev, ma lo si potrebbe riproporre adesso, perchè Parma può essere uno spartiacque determinante dal quale, dopo le parole del produttore cinematografico, si riaffaccia lo spettro maligno di un termine impronunciabile, calciopoli, tuonato come un fulmine a ciel sereno dalla bocca del presidente, facendo drizzare le antennine nuovamente su di uno stato di allerta. Tra i dibattiti di un lungo strascico di polemiche dopo la gara in Emilia, già più di metà settimana è trascorsa avvicinando sempre più il Napoli al prossimo incontro di campionato nel quale al San Paolo è atteso il Bari di Ventura. Dopo il trittico infernale, Fiorentina-Milan-Juve, è incominciato per i partenopei il trittico delle sorprese partito col Parma, e che proseguirà con Bari prima e Cagliari in trasferta nel week end successivo. Dopo tre pareggi consecutivi la banda di Mazzarri ha l'obbligo di ritornare ad assaporare la vertigine del bottino pieno, ma un Bari solido, pericoloso in trasferta con le sue ripartenze, e con la difesa meno perforata del torneo, è di certo un cliente scomodo che non si presenterà sul campo di Fuorigrotta arrendevole e disposto ad essere la vittima annunciata di un rilancio azzurro. Il Napoli dal canto suo avrà i suoi bei problemi, soprattutto in difesa dove le contemporanee assenza per squalifica di Rinaudo e Contini sommate ad un Santacroce ancora in dubbio, rendono difficile assestare un reparto con gli uomini contati. Per il resto ci vorrà un Napoli tonico e convinto come quello visto contro i crociati, perchè in un campionato equilibrato dove il salto da tre punti può scavalcare, domenica dopo domenica, più di un'avversaria, i pareggi servono a ben poco ed il detto “chi va piano va sano e va lontano” lascia il tempo che trova, probabilmente fermandosi alla prima parte, piantata sulla classifica come una lapide sulle speranze di galoppo “chi va piano...va piano!”. Quello di domenica sarà il 31° incontro a Napoli tra le due compagini meridionali tra sere A, sere B ed anche 1 nel campionato misto. Il tabellino dei precedenti vede gli azzurri in netto vantaggio con 21 vittorie a 2 e con restanti 7 pareggi, mostrando anche un computo reti che parla di una differenza abissale di 50 a 14 per il Napoli, che inoltre è in serie positiva in questo incontro diretto da ben 16 sfide nelle quali ha collezionato 11 vittorie e 5 pareggi. 20 stagioni fa Napoli-Bari cadde alla terz'ultima giornata di un campionato avvincente nel quale Napoli e Milan, dopo i due punti a tavolino concessi ai partenopei per la “moneta di Bergamo” ed il contemporaneo pareggio dei diavoli in casa del Bologna nella giornata precedente, si presentarono allo sprint finale appaiate. 45 punti in classifica e tre giornate ancora per sognare, da un lato, quello rossonero, il grande slam, dall'altro, quello azzurro, il secondo tricolore della storia. Napoli-Bari fu una pratica sbrigata con nonchalance da Diego e compagni, passati in vantaggio quasi alla mezz'ora della prima frazione di gioco proprio con un rigore del fuoriclasse argentino, che in quell'anno si apprestava a scrivere la storia sia nel suo Napoli, sia nella sua Argentina. Nel secondo tempo le reti che chiudono l'incontro con un rotondo 3-0, siglate dalle due “spalle” del magico “pibe de oro” (e ci vuole coraggio a definirle spalle), Carnevale al 53' e Antonio Careca al 70'. Bari tornò a casa potendo anche “vantarsi” di aver subito un gol da Re Diego, e Napoli e Milan si avvicinarono al thriller della domenica successiva in cui, la contemporanea e pazzesca sconfitta dei rossoneri a Verona ed il rotondo trionfo del ciuccio a Bologna, donarono al Napoli ed ai napoletani la gioia immensa di una fibrillante attesa verso quel gol di Baroni all'ultima con la Lazio col quale la squadra allenata da Bigon pose il sigillo sul trionfo. Negli ultimi dieci anni tutti incontri tirati tra gli azzurri ed i galleti nei quali non si è mai andati oltre le due reti segnate, una a testa. Così come accadde nell'ultima sfida tra le due compagini meridionali che si giocò nel campionato di B 2006-07. Era l'ultimo giorno di Marzo ed un Napoli che iniziava a temere sempre più lo spettro dei play off impattò in casa una sfida che doveva solo vincere, contro un Bari che non aveva più niente da chiedere al campionato. I pugliesi passarono addirittura in vantaggio con la realizzazione di Eramo al 38' del primo tempo. Al Napoli non bastò la veemente reazione per raggiungere la vittoria, ma la rimonta si bloccò al gol di Bogliacino (32' della ripresa) ben smarcato di testa dall'arciere Calaiò. Il Napoli era terzo, la Juve lontana a più nove, il Genoa avanti di cinque e dietro tutta una schiera scalpitante di contendenti all'irrisoria distanza di un paio di salti. Ma era solo la paura prima della volata...
I galletti vengono a Napoli con le lodi della sorpresa e con la retroguardia impenetrabile come la Bastiglia, ma speriamo che Mazzarri abbia preparato lo spiedo e, travestendosi da “Vallespluga”, li cucini a puntino...
di Emanuele Gargiulo
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