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• AMARCORD: CAGLIARI-NAPOLI, AL SANT'ELIA PER CONTINUARE A GALOPPARE •

10/12/2009 12:42:41
 Prove tecniche di tridente, e che prove! Un'altra rimonta mozzafiato si è consumata nella domenica del definitivo rilancio che ha condotto il Napoli di Mazzarri all'ottava partita senza sconfitte ed a soli due punti dalla Champions. Quagliarella senza più l'onere di dover fare muro contro muro con gli avversari è risorto, riappropriandosi della sua Napoli, della quale è tornato il conclamato capo rivolta, il trascinatore, il Masaniello che tutti attandevano. Due gol e un assist tinti d'azzurro per risorgere dalle ceneri e vestirsi da araba Fenice, artefice principale di un nuovo miracolo di una banda partenopea che inizia quasi ad assaporare il taumaturgico potere di risanare ogni danno ed ogni beffa. Lavezzi ha fatto il suo ingresso in itinere, senza rinunciare anche al Tanque, il quale pur non avendo offerto una delle sue migliori prestazioni è stato ugualmente preziosissimo come frangiflutti, permettendo ai suoi compagni di reparto di tagliare a fette la difesa barese esprimendo al meglio le proprie capacità. Il Pocho è entrato ed è stato anche lui determinante. Quagliarella e Lavezzi ai lati di una punta centrale sono sembrate due ali d'angelo spuntate all'improvviso dall'azzurro del cielo e del mare per fungere da polvere di stella, e condurre il Napoli all'isola che non c'è. Il rischio ha pagato, il tridente ha risposto presente, ed ora non resta che cercare il modo migliore per incastrare ogni pezzo e continuare a riproporlo con sempre maggiore decisione. Hamsik ha da imparare, come anche Cigarini, perchè serve maggiore sostanza a centrocampo per supportare, senza perdere gli equilibri, le tre punte, a meno che non si opti per una tattica diversa, un 4 3 3 magari, con due mediani a fare da muro davanti alla difesa, ed Hamsik lasciato libero di “sfantasiare” a piacimento dietro al triangolo delle Bermuda, un cuneo nel quale le difese avversarie sembrano smarrirsi disorientate dalle serpentine e dai giochi di classe e tecnica di MasaPocho. Dopo Parma e Bari un'altra rivelazione (annunciata) attende il Napoli, il Cagliari di Allegri, nella sua terra sarda. Altro incontro importantissimo, altra prova da superare per continuare la scalata all'Olimpo, una gara tosta nella quale, probabilmente, almeno per il momento, le tre punte saranno accantonate (a meno che non si presenti la necessità nel corso dell'incontro) perchè forse è ancora troppo presto per credere che Marekiaro abbia già capito tutti i meccanismi ed i movimenti di una fase difensiva che per lui è un po' come una peregrina sconosciuta, un nome del quale aveva sentito parlare ma con cui non aveva mai avuto il piacere di immbattersi. Cagliari in terra sarda è sempre stato per gli azzurri una brutta faccenda venendo sconfitto in sole 3 circostanza, trionfando in 9 e pareggiando in 12, benchè la differenza reti sia più equilibrata proponendo 22 realizzazioni per i rossoblu di contro alle 14 degli azzurri. L'ultima vittoria partenopea sull'isola risale alla banda di Boskov, un Napoli partito con un ritmo da retrocessione sotto la guida di Guerini, un Napoli che alla fine del torneo si vedrà scippato di un sogno Uefa seguito con una corsa da scavezzacollo e crollato proprio all'ultimo minuto dell'ultimo turno di campionato. Il Cagliari in quell'anno era in ottima posizione, 4 punti avanti agli azzurri e con molte credenziali di accedere alle gioie europee quando ormai mancavano solo due giornate. I ragazzi di zio Vuja al Sant'Elia realizzarono una vera impresa col guizzo del napoletano verace Fabio Pecchia, sgretolando i sogni di gloria dei sardi (che nell'ultima di campionato avrebbero incontrato la Juve) e accendendo una lucetta su ciò che sembrava impossibile, inarrivabile, impensabile, un veliero con destinazione Europa sul quale i giovanotti azzurri salirono anche virtualmente durante l'ultimo turno, e cacciati quando ormai mancava solo un passo, come clandestini scoperti dalla ciurma. Un solo punto, un misero punto frantumò un'impresa che sapeva di miracolo. Negli ultimi due anni solo “mazzate” per gli azzurri, a cominciare dal rocambolesco e quanto meno assurdo trionfo cagliaritano nell'anno del ritorno in A del Napoli con due reti a tempo scaduto. Era gennaio, ed un Napoli forse appesantito da troppi roccocò viveva una fase di scarso gioco e di grande altalena di risultati, ed anche la trasferta di Cagliari mostrò il medesimo Napoli, privo di idee, ma che per combinazione era riuscito a passare in vantaggio col solito Hamsik. 4 minuti di recupero, il Napoli ancora in vantaggio quando al 94' Matri regala il pareggio al Cagliari, e a tempo più che scaduto, quando anche il recupero bestemmiava perchè era terminato da un pezzo, Conti calciò via le paure instradando la sua squadra sulla via della salvezza e mandando in black out gli azzurri di Reja. L'anno scorso una partita da no comment sulla quale c'è da stendere un velo pietoso lungo quanto tutto il girone di ritorno degli azzurri. Sul primo fare della primavera due ceffoni di Jeda ad inizio partita e Lazzari proprio allo scadere non furono sufficienti a svegliare un Napoli ormai in letargo senza stagione. Ma la storia, sebbene recente, lasciamola alla statistica, ora il Napoli ha Mazzarri, ora il Napoli ha grinta e voglia, ora il Napoli vuole stupire e sognare, ora il Naopli vuole fortemente l'Europa perchè sa di poterci arrivare, e Cagliari deve essere solo un'altra tappa dove timbrare il biglietto e proseguire la corsa, sempre più in alto, sempre più su...fino a sfiorare il cielo...


di Emanuele Gargiulo

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