Il Napoli si confronta con l'incubo della crisi sfidando il Milan al S.Paolo; Donadoni si affida al 3-5-2, Iezzo ancora out. L’appuntamento è di quelli di lusso. Di quelli che possono rifare il trucco a un’intera stagione. E cambiare i connotati di un campionato fin troppo manicheo ed “estremo”, finora sospeso tra l’euforica ubriachezza di un girone d’andata travolgente e il disincanto di un ritorno da depressione acuta.
L’occasione, domenica, è quella buona. Sconfiggere il Milan nel posticipo serale, davanti al proprio pubblico, riconcilierebbe i partenopei con i sostenitori disillusi, ma anche con la loro stessa idea e filosofia di calcio, smarrita in una crisi di identità cronica che ha assunto le mostruose sembianze di un tunnel senza fine.
Per questo, oltre a far leva sull’entusiasmo popolare e a chiamare a raccolta i tifosi napoletani in un San Paolo che si annuncia vestito a festa, Donadoni sembra intenzionato a riproporre il collaudato modulo (spesso adottato anche da Reja) a cinque centrocampisti. Nell’amichevole in famiglia sostenuta oggi al centro sportivo di Castelvolturno, il Napoli presunto titolare è sceso in campo con le novità di Datolo a sinistra e di Montervino a destra. Nel caso dovesse essere il giovane argentino a vincere il ballottaggio mancino, il riabilitato Mannini si siederà in panchina. In avanscoperta, affianco all’inamovibile Lavezzi, Donadoni ha sperimentato la soluzione Denis. Ma, in funzione di un modulo che contempla le due punte supportate dai cinque centrocampisti, il duo complementare d’attacco dovrebbe essere composto dal velocissimo Pocho e dal massiccio Zalayeta. Sempre indisponibili i malati cronici Vitale e Iezzo.